Ieri a Salonicco il summit inter-ministeriale Unione europea–Balcani occidentali. L'Ue ribadisce la volontà di integrare la regione e promette sostanziosi investimenti per il periodo 2014-2020. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria (9 maggio 2014)
Era il giugno 2003 quando l'Unione europea, in uno storico summit tenuto a Salonicco, dichiarava che l'integrazione politica del Vecchio continente non sarebbe stata completa fino all'ingresso nell'Ue di tutti i paesi dei Balcani.
Ieri, undici anni più tardi, la città greca è stata nuovamente teatro di un'importante incontro inter-ministeriale tra i rappresentanti dell'Unione e quelli dei Balcani occidentali, organizzato dal governo di Atene, oggi presidente di turno dell'Ue. La riunione ha ribadito la prospettiva europea della regione rilanciando con forza l'agenda dell'allargamento, frenata negli ultimi anni da crisi economica e crescente scetticismo.
Alle parole, è seguito anche un concreto impegno europeo per sostenere le riforme politiche ed economiche nell'area. Da qui al 2020, l'Unione ha promesso fondi pre-adesione IPA per un miliardo di euro destinati proprio ai paesi dei Balcani occidentali. Nello stesso periodo potrebbero però arrivare nell'area altri dieci miliardi di euro, provenienti da istituzioni finanziare europee ed investitori privati, diretti a progetti infrastrutturali ed energetici nella regione.
Si parla soprattutto del corridoio 10, che dovrebbe connettere Croazia e Grecia, del corridoio 8 tra Bulgaria ed Albania, e del Gasdotto Trans-Adriatico, che a partire dal 2018 dovrebbe trasportare gas azero in Italia dopo aver attraversato Grecia ed Albania.
Proprio l'Italia, che erediterà a luglio la presidenza europea dalla Grecia, si è impegnata a dare continuità all'incontro di Salonicco. “Nel nostro semestre i Balcani occidentali saranno una priorità per tutta l'Unione”, ha dichiarato a fine summit il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini.
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