Il Partito progressista serbo - al potere a Belgrado - ha lanciato ieri la candidatura dell'attuale premier Aleksandar Vučić alle prossime elezioni presidenziali, attese per fine aprile. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [15 febbraio 2017]
Sarà Aleksandar Vučić, attuale premier e uomo di punta del Partito progressista serbo a correre per le presidenziali che dovrebbero tenersi in Serbia il prossimo 30 aprile.
Ieri il congresso del partito – formazione conservatrice al potere a Belgrado dal 2012 - ha approvato all'unanimità la candidatura di Vučić, oggi l'uomo politico più influente in Serbia. La decisione significa che all'attuale presidente Tomislav Nikolić, altra figura di spicco dei progressisti, non verrà garantito un secondo mandato, come invece sembrava scontato solo fino a qualche mese fa.
Obiettivo di Vučić è trionfare già al primo turno, per ribadire la propria centralità politica e quella del suo partito: i numeri dicono che l'impresa è possibile, anche se le elezioni in Serbia hanno spesso riservato sorprese dell'ultim'ora.
In Serbia il presidente ha poteri rappresentativi più che politici, ma se eletto Vučić tenterà di mantenere uno stretto controllo sull'esecutivo, operazione già riuscita in passato all'ex presidente democratico Boris Tadić. Lo stesso Vučić non ha poi escluso elezioni politiche anticipate, da tenere in contemporanea alle presidenziali.
Reazioni positive alla nomina sono arrivate dai socialisti, principale alleato di governo dei progressisti. Per il leader socialista Ivica Dačić la candidatura di Vučić “è la decisione migliore per la Serbia e la più razionale”. Attacchi, invece, dai due principali candidati dell'opposizione: l'ex ministro degli Esteri Vuk Jeremić e l'ex ombudsman Saša Janković.