Serbia - Pixabay

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Quarto giorno di proteste in Serbia contro la “dittatura morbida” del premier e futuro presidente Aleksandar Vučić : presentata dai manifestanti una lista di richieste al governo. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [7 aprile 2017]

Sostituire i membri della Commissione elettorale centrale, rimuovere direttore e caporedattore informativo della tv pubblica, azzerare la dirigenza dell'autorità di controllo sui media elettronici, controllare le liste elettorali e introdurre il voto elettronico per limitare le possibilità di brogli.

Sono queste le richieste portate avanti da migliaia di studenti e giovani che da quattro giorni scendono in piazza a Belgrado e nelle principali città della Serbia per protestare contro il premier Aleksandar Vučić , fresco trionfatore delle recenti elezioni presidenziali, che accusano di aver introdotto una “dittatura morbida” nel paese.

Al centro della protesta, il pesante controllo esercitato da Vučić sui media, che durante la recente sfida per la presidenza hanno fatto da altoparlante alla campagna del primo ministro. Non a caso, durante la manifestazione di ieri sera a Belgrado, i manifestanti si sono fermati di fronte alla sede della radio-televisione pubblica, mentre copie dei tabloid considerati più smaccatamente vicini a Vučić sono state bruciate in segno di protesta.

Altrettanto scottante la questione delle liste elettorali: secondo la stampa locale, ci sarebbero infatti almeno 800mila nominativi fantasma da ripulire, più del 10% dell'attuale elettorato serbo, e un numero più che sufficiente a permettere brogli significativi.

I manifestanti hanno annunciato che le proteste, sfilate nelle strade di Novi Sad, Niš, Kruševac, Leskovac ed altre città serbe, continueranno fino a che non verranno soddisfatte le loro richieste: in caso contrario, è il messaggio della piazza, la via d'uscita sono elezioni parlamentari anticipate.

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