Il premier serbo Aleksandar Vučić si è sottoposto alla macchina della verità sull'accusa di voler discreditare i media di opposizione, mentre quelli pro-governativi denunciano un possibile colpo di stato. Francesco Martino (OBC) per il GR di Radio Capodistria [30 novembre 2015]
Assume i toni di un film di spionaggio lo scontro politico in Serbia, con accuse di diffamazione e voci di un possibile colpo di stato che rimbalzano tra media di opposizione e pro-governativi.
L'ultimo capitolo della saga, in corso da settimane, è stato scritto dal premier Aleksandar Vučić che ha deciso di sottoporsi all'esame della macchina della verità. Obiettivo di Vučić, dimostrare l'infondatezza delle accuse a lui rivolte di voler discreditare Aleksandar Rodić, proprietario del tabloid di opposizione Kurir.
Ad annunciare l'insolita decisione di Vučić, che avrebbe passato il test, è stato il ministro degli Interni Nebojša Stefanović, secondo il quale le accuse a Vučić fanno parte di un piano volto a destabilizzare il paese.
La decisione di Vučić di sottoporsi alla macchina della verità si inserisce all'interno di uno scontro serrato tra media di opposizione e testate pro-governative, che nelle ultime settimane hanno denunciato un presunto colpo di stato proprio ai danni del premier, il cui esecutivo continua a godere di un alto sostegno tra gli elettori serbi.
Nei giorni scorsi Dragan Vučićević, proprietario del tabloid Informer si è spinto ad invitare Vučić a non recarsi in Cina per il recente summit economico tra i leader dell'Europa centro-orientale e quelli della Repubblica popolare, perché in sua assenza sarebbe scattato il rovesciamento violento delle istituzioni serbe.
Nessuna conferma è arrivata finora dalle autorità di Belgrado sulla veridicità del presunto colpo di stato. Per molti rappresentanti dell'opposizione, si tratta di accuse prive di ogni fondamento.
Vai al sito di Radio Capodistria