Un cambio di paradigma nella politica estera e di sicurezza comune UE: dalla trasformazione alla resilienza
10 febbraio 2019
Il paper "A Paradigm Shift in the EU’s Common Foreign and Security Policy: From Trans-formation to Resilience" della Wissenschaft und Politik Stiftung, pubblicato nell'ottobre 2017, analizza le cause del rafforzamento della politica di sicurezza e difesa comune (CSDP), parte integrante della politica estera e di sicurezza Ue.
L’Unione europea sta riorganizzando la politica di sicurezza comune. Questo cambiamento è dovuto a questioni provenienti dall’esterno, come la minaccia del terrorismo, alle quali è seguita una richiesta da parte dei cittadini di rivedere la CSDP.
L’autrice del documento, Annegret Bendiek, esamina il recente spostamento della strategia europea dal paradigma della trasformazione a quello della resilienza.
In passato, le azioni esterne dell’UE avevano un duplice obiettivo: da un lato la volontà di presentarsi come una forza di stabilizzazione e trasformazione, dall’altro l’attenzione a proteggere i propri interessi. Si può affermare tuttavia che l’approccio trasformativo abbia fallito, e che l’UE non sia riuscita a influenzare il vicinato nella gestione dei conflitti.
Per questo motivo è stata adottata nel 2016 la nuova strategia per la politica estera e di sicurezza, con l’obiettivo di costruire la resilienza dell’UE contro le minacce interne ed esterne. Il concetto di resilienza denota la capacità di resistere e rigenerarsi, costruendo innanzitutto delle strutture in cui gli attacchi e i danni non possano verificarsi. Gli elementi centrali della resilienza sono la promozione della pace e la garanzia della sicurezza per i cittadini. La nuova strategia stabilisce quindi che un’Unione europea resiliente debba avere due caratteristiche: la capacità di prevenire i rischi esterni e la capacità di stabilizzare gli stati vicini.
In conclusione, il paper sostiene che l’ideale trasformativo è stato ristretto a quegli elementi che sono importanti per la resilienza, nel senso di preservare la stabilità dell’ordine politico. Il filo conduttore della CSDP non è più quello di promuovere i diritti umani e lo stato di diritto, bensì quello di una “Europa sicura”, nella prospettiva di un’autonomia strategica.