Dal congresso della Federazione europea dei giornalisti, tenutasi in Turchia pochi giorni fa, esce un nuovo direttivo a maggioranza femminile. Per la prima volta eletta una presidente donna, la croata Maja Sever. Riconfermata l'italiana Anna Del Freo, segretaria aggiunta della Fnsi. Il congresso ha approvato varie mozioni sulla libertà di espressione, tra cui quelle sulle Slapps, le querele bavaglio. Espressa anche una netta solidarietà a Julian Assange
Fonte: Articolo 21
La Federazione europea dei giornalisti ha un nuovo comitato direttivo - per la prima volta a maggioranza femminile - e ha la prima presidente donna, la croata Maja Sever. Il nuovo comitato comprende (in ordine di voti ottenuti) la tedesca Andrea Roth, l’italiana Anna Del Freo, segretaria aggiunta Fnsi, confermata al terzo mandato, la spagnola Marta Barcenilla, il francese Pablo Aiquel, il danese Allan Boye Thulstrup, la belga Martine Simonis, il britannico Tim Dawson. Vicepresidente è stato eletto il turco Mustafa Kuleli.
Il congresso, riunito a Izmir in Turchia il 13 e 14 giugno scorsi, ha anche approvato molte mozioni che riguardano la libertà di espressione e di stampa, a rischio oggi in tutta Europa. In particolare, sono da sottolineare due mozioni, approvate all’unanimità, che hanno un grande significato politico: quella su Julian Assange e quella sulle Slapps , le querele temerarie, presentate dal sindacato britannico ma fortemente sostenute anche dalla Fnsi - Federazione Nazionale Stampa Italiana.
L’assemblea ha infatti ribadito l’urgenza di una direttiva Europea contro le querele temerarie, che affliggono i giornalisti in molti paesi e ha impegnato il nuovo comitato direttivo a creare un gruppo di contatto con gli affiliati alla Efj per meglio raccogliere e condividere le informazioni e cercare insieme le misure migliori per combattere le Slapps. La Fnsi ha ribadito il suo sostegno a questa mozione denunciando davanti all’assemblea come le richieste insistenti e reiterate del sindacato italiano al governo e alla politica per una legge contro le querele temerarie sia rimasta lettera morta.
Netta anche la solidarietà a Julian Assange , in carcere da tre anni nel Regno Unito e a rischio di estradizione negli USA, dove passerebbe in prigione il resto dei suoi giorni. Per l’assemblea della Efj, Assange rischia l’ergastolo per avere fatto quello che ogni cronista vorrebbe e dovrebbe fare. Con lui, hanno ribadito molti colleghi dal palco, si vuole colpire l’essenza stessa del nostro mestiere.