Mano con matita rossa legata con corda, raffigurante l'idea di libertà di stampa o libertà di espressione su sfondo scuro © siam.pukkato/Shutterstock

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Anche in Bosnia Erzegovina uno dei maggiori ostacoli all'esercizio della professione giornalistica è rappresentato dalle querele temerarie, le cosiddette SLAPP. Azioni legali pretestuose che cercano di silenziare o limitare il lavoro dei giornalisti e degli attivisti che lottano per i diritti civili

21/02/2023 -  Arman Fazlić Sarajevo

Le querele temerarie, le cosiddette SLAPP (acronimo di Strategic Lawsuit Against Public Participation), rappresentano una delle principali minacce alla libertà di stampa nei Balcani occidentali. A denunciarlo sono alcune delle principali organizzazioni giornalistiche europee.

Maja Sever, presidente della Federazione europea dei giornalisti (EFJ) e del Sindacato dei giornalisti croati (SNH), ha affrontato il tema delle SLAPP durante un corso di formazione rivolto ai giornalisti, tenutosi a Banja Luka nel novembre 2022. Soffermandosi in particolare sulla situazione in Croazia, Sever ha spiegato che, oltre ad essere sottoposti a inaccettabili intimidazioni e minacce, i giornalisti croati sono letteralmente sommersi da querele temerarie, che rappresentano uno dei maggiori ostacoli al libero esercizio della professione giornalistica, non solo dal punto di vista economico, ma anche perché costringono i giornalisti a trascorrere intere giornate in tribunale, spesso dovendo recarsi in un’altra città per partecipare all’udienza, ed è un esperienza molto affaticante.

Cosa sono le SLAPP?

Le SLAPP sono querele o controquerele intentate contro individui o organizzazioni che affrontano pubblicamente diverse questioni di interesse pubblico. A intentare le querele temerarie sono di solito uomini d’affari, grandi aziende e funzionari pubblici. Il loro obiettivo è quello di intimidire e mettere a tacere le voci critiche, sperando che il querelato, costretto ad affrontare un processo penale e a sostenere le spese ad esso legate, rinunci ad esprimere qualsiasi critica e dissenso.

I processi avviati sulla base delle querele temerarie possono protrarsi per anni e, oltre a costringere il querelato a sostenere le spese legali che spesso ammontano a cifre rilevanti, rischiano di danneggiare la sua reputazione. I media e le associazione dei giornalisti dei Balcani occidentali considerano le SLAPP una forma di intimidazione e attacco contro i giornalisti, ossia una sorta di bullismo legale .

Secondo i dati dell’Associazione dei giornalisti della Bosnia Erzegovina, nella maggior parte dei casi i processi SLAPP sono caratterizzati da una disparità di potere e risorse economiche tra il querelato e il querelante a vantaggio di quest’ultimo, ed è per questo che le accuse, in parte o del tutto infondate ed esagerate, hanno un maggiore effetto deterrente. Il querelante ne è consapevole sin dall’inizio e questo rende le sue accuse malevole.

Nel rapporto si sottolinea inoltre che molte querele contro i giornalisti sono intimidatorie, ma non tutte possono essere definite SLAPP. Ciò che contraddistingue le SLAPP è il motivo alla loro base e l’effetto che producono: una SLAPP viene preceduta da un avviso, che talvolta da solo basta per silenziare i giornalisti. Inoltre, le SLAPP di solito vengono intentate per diffamazione, ma anche per violazione della privacy e delle norme sulla protezione dei dati personali e della proprietà intellettuale, e sono accompagnate da richieste di risarcimento danni e divieti di pubblicazione, portando così alla censura della stampa.

Anche gli attivisti nel mirino delle SLAPP

Le querele temerarie non vengono intentate solo contro i media e i giornalisti, ma spesso anche contro gli attivisti e le organizzazioni non governative. Nel 2022 in Bosnia Erzegovina molti attivisti sono finiti nel mirino delle SLAPP. Nell’ottobre 2022 due attiviste ambientali, Sara Tuševljak e Sunčica Kovačević, sono state colpite da una serie di querele temerarie per il loro impegno in difesa del fiume Kasindolska. A presentare le querele è stata l’azienda belga Green Invest che ha ottenuto la concessione per la costruzione di tre piccole idrocentrali su questo fiume nei pressi di Sarajevo. Sara e Sunčica hanno ricevuto il sostegno di oltre 140 organizzazioni della Bosnia Erzegovina e dell’intera regione, ma anche di altri paesi europei e degli Stati Uniti. Gli attivisti locali hanno a più riprese espresso preoccupazione per il potenziale impatto negativo della costruzione di piccole idrocentrali sul fiume Kasindolska e sull’ambiente circostante. Preoccupazione del tutto fondata considerando che durante la realizzazione delle vie di accesso al cantiere è stato abbattuto un bosco di protezione, provocando l’erosione del suolo.

Lejla Turčilo, docente presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Sarajevo, spiega che lo scopo delle querele temerarie è quello di impedire il dibattito su certe questioni di interesse pubblico, ossia di trasferire il dibattito dalla sfera pubblica a quella giudiziaria. In altre parole, chi decide di presentare una SLAPP non lo fa solo per vendicarsi contro quelli che criticano il suo operato, ma per silenziare qualsiasi dissenso nella società. Così il dibattito su cosa sia l’interesse pubblico e come proteggerlo viene trasferito nella sfera giudiziaria, escludendo i cittadini.

Ambiente sfavorevole per un dibattito critico

In Bosnia Erzegovina il panorama dei media è caratterizzato da scarsa sicurezza e protezione dei giornalisti, che non godono di sufficienti tutele economiche e sociali, da inadeguate politiche penali e da una prassi giurisprudenziale in tema di diffamazione in contrasto con la prassi della Corte europea dei diritti dell’uomo.

In un rapporto pubblicato dalla piattaforma regionale Safejournalists.net si sottolinea che in Bosnia Erzegovina è sempre più diffusa la tendenza a presentare le querele temerarie contro i giornalisti, accompagnate da richieste di risarcimento danni, tanto che alcuni media si sono trovati costretti a chiudere i battenti o a ridimensionare le proprie attività sotto pressioni finanziarie legate alle querele per diffamazione. È il caso di Slobodna Bosna che, essendo stata colpita da oltre cinquanta querele temerarie, ha dovuto sospendere la pubblicazione dell’edizione cartacea.

Stando ai dati diffusi dall’Associazione dei giornalisti bosniaco-erzegovesi, in BiH nel 2020 c’erano trecento procedimenti pendenti per diffamazione. Di questi l’80% è stato avviato sulla base delle querele intentate da politici e funzionari dello stato. Solo nel periodo 2016-2021 sono state presentate circa quaranta querele per diffamazione considerate SLAPP. Ciò che contraddistingue la Bosnia Erzegovina da altri paesi è il fatto che le cause per diffamazione spesso vengono presentate dai titolari di cariche giudiziarie. Inoltre, molti media sono stati colpiti da decine di querele bavaglio intentate da una stessa persona, fatto che, come si legge nel rapporto della piattaforma Safejournalists, dimostra chiaramente l’intenzione del querelante di distruggere finanziariamente il querelato.

Stando all’ultima classifica di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa, la Bosnia Erzegovina è scesa di nove posti rispetto al 2021, posizionandosi al 67° posto su 180 paesi presi in considerazione. Nel rapporto si sottolinea che in Bosnia Erzegovina i media operano in un ambiente politico e sociale estremamente sfavorevole e, di conseguenza, i giornalisti non si sentono sicuri svolgendo il loro lavoro. L’ambiente economico è sfavorevole a causa delle ridotte dimensioni del mercato e della mancanza di finanziamenti sostenibili. Ed è proprio la difficile situazione economica, accompagnata dalla dipendenza dai centri di potere politico ed economico, a dissuadere molti media bosniaco-erzegovesi dal praticare un giornalismo critico. A incidere sulla situazione dei media in BiH sono anche le divisioni etniche che perdurano a distanza di oltre tre decenni dalla guerra, nonché la concorrenza dei media dei paesi vicini che appartengono alla stessa area linguistica.

Lotta per la libertà di espressione

La professoressa Lejla Turčilo ritiene che la creazione di una rete per il monitoraggio e il contrasto delle SLAPP in BiH sarebbe “un passo molto importante per la solidarietà e la lotta contro l’autocensura nella sfera pubblica”. Stando alle sue parole, la lotta contro le SLAPP deve essere una priorità per il 2023 “non solo per i giornalisti, i media, gli attivisti e altri soggetti colpiti dalle querele temerarie, ma per tutti noi cittadini, perché impegnandosi su questo fronte, si protegge il diritto ad un dibattito aperto nella sfera pubblica come un valore fondamentale di ogni società democratica”.

Turčilo spiega che la lotta alle SLAPP deve essere istituzionale e sistematica, con l’adozione di adeguate normative e strategie a livello nazionale, regionale e globale. Inoltre, è molto importante sostenere pubblicamente i giornalisti e gli attivisti vittime delle querele temerarie. “Fornire un sostegno finanziario, anche simbolico, a chi è costretto a pagare un risarcimento danni è un buon modo per noi cittadini di assumerci la nostra parte di responsabilità nella lotta contro le SLAPP che rappresentano una minaccia per tutti noi e per il nostro diritto alla libertà di informazione e di critica e, come tale, sono inaccettabili”, conclude la professoressa Turčilo.

Per scongiurare le querele bavaglio, i professionisti dell’informazione in BiH propongono di modificare la legge sulla diffamazione, stabilendo un importo massimo per le richieste di risarcimento danni e introducendo un’imposta speciale per le querele. Dall’altra parte, le autorità della Republika Srpska ormai da anni annunciano di voler introdurre il reato di diffamazione, ma ad oggi nulla è stato fatto probabilmente a causa di un forte dissenso dell’opinione pubblica che ritiene che le autorità vogliano solo disciplinare i media e i giornalisti.

Dal momento che in Bosnia Erzegovina non esiste alcun registro ufficiale delle SLAPP, all’inizio del 2023 l’Associazione dei giornalisti della BiH ha annunciato di voler creare un gruppo di lavoro per la registrazione, il monitoraggio e la sensibilizzazione sulle SLAPP che opererà in stretta collaborazione con la Federazione europea dei giornalisti.

Tra i paesi della regione, la Croazia primeggia per numero di SLAPP (oltre 900 a dicembre 2022), mentre in Serbia tra il 2010 e 2020 sono state registrate 26 SLAPP, di cui 22 contro i media e i giornalisti. Dietro a molte di queste querele temerarie vi sono gli stessi politici e funzionari dello stato.


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