Martin Galvanetto 27 settembre 2022
Il ritratto di un ragazzo in un paese di montagna in Romania - © Alexandru Nita/Shutterstock

In un recente incontro a Bruxelles dedicato allo sviluppo delle aree montane in Europa si sono affrontate le difficoltà specifiche di questi territori e si è discusso di  come le politiche di coesione europea possano migliorare la situazione

Il 20 settembre 2022 si è svolto a Bruxelles l’incontro “Come promuovere l'effettivo utilizzo dei fondi della politica di coesione nelle aree montane? ” per discutere delle politiche di coesione UE riguardanti lo sviluppo nelle aree montuose del continente, nel contesto della campagna di comunicazione “Montana174 ”.

La conferenza è stata promossa dal COR (Comitato europeo delle regioni) e da Euromontana - associazione europea che si occupa della cooperazione e lo sviluppo nelle aree montane d’Europa.

Il principale scopo dell’incontro era ragionare sul perché, le aree montane, rimangono indietro rispetto a quelle urbane nell’attuazione delle politiche di coesione UE e - nello specifico - non sono spesso in grado di sfruttare le opportunità esistenti.

I problemi delle aree montane

Ad aprire i lavori è stata Marie-Antoinette Maupertuis, presidente dell’Assemblea regionale della Corsica, che ha elencato le sfide affrontate dalle aree montane in tutta Europa: questione demografica, scarso sviluppo industriale, cambiamenti climatici che affliggono pesantemente le aree rurali. 

Per rispondere a queste sfide ha sottolineato la necessità del ricorso ad un approccio multidimensionale, specifico per la montagna, con un forte accento sulla cooperazione e il coordinamento, con l’integrazione delle aree montane anche tramite le macro-regioni. Si è inoltre affermato il valore delle aree montane come risorsa per il turismo ma non solo: anche, tra le altre cose, in chiave di sicurezza energetica e alimentare dei paesi di tutto il continente.

L’incontro ha poi lasciato spazio agli interventi dei vari relatori e alle loro specifiche esperienze e contributi, con casi dalla Polonia, Spagna, Slovenia, Romania, Francia e Italia.

Fin dai primi interventi è emersa la necessità di concentrarsi sui giovani, per combattere lo spopolamento e per metterli nelle condizioni di poter stare e vivere sul territorio. Tra i principali fattori per accrescere la competitività e l'efficienza delle politiche di coesione sono stati individuati quello della comunicazione e delle interconnessioni - di varia natura - con le aree urbane e di pianura.

Inadeguata comunicazione

La mancanza di conoscenza delle opportunità fornite dai fondi per la coesione UE nelle aree montane è stata citata come un limite ricorrente in cui sono incorsi diversi progetti implementati in passato. In Polonia ad esempio si è riscontrato un aumento dell’utilizzo dei fondi solo a seguito di campagne di comunicazione mirate per l’area dei Carpazi.

Secondo i relatori intervenuti serve maggiore comunicazione anche per mobilitare i giovani e per promuovere l’utilizzo dei fondi UE da parte di una delle industrie più importanti nelle aree montane, ovvero il turismo. Vi sono infatti rilevanti risorse a disposizione per la formazione del personale poi coinvolto in ambito turistico e questo può essere di grande aiuto per gli imprenditori della montagna, che hanno molta difficoltà nel reperire personale specializzato.

Altre iniziative riguardano ovviamente la protezione dell'ecosistema, la biodiversità e le risorse naturali che da sempre costituiscono la grande ricchezza della montagna, e che oggi sono ancora più minacciate dai cambiamenti climatici.

Connessioni

Si è poi affrontato il tema delle “connessioni” declinato nell’ottica di diminuire i divari con le aree urbane. Partendo dal problema dei collegamenti stradali, fino alla questione della cooperazione interregionale e alla necessità di adottare approcci che tengano conto delle specificità dei territori.

In questo ambito un appello ricorrente è stato fatto alla cooperazione interregionale, il supporto tra regioni permetterebbe lo sviluppo di progetti più ambiziosi di quelli esclusivamente locali e di avere maggiore peso rispetto agli attori nazionali. In Francia un progetto di ecoturismo sviluppato grazie alla partnership tra più regioni ha dato buoni risultati nonostante le sfide legate alla sua complessità amministrativa.

Più relatori hanno sottolineato il problema di come i vari fondi europei non abbiano una natura adeguata a sostenere progetti in aree montane: in Romania ad esempio la maggior parte degli investimenti va a finire nelle contee più sviluppate. Per questo si è parlato dell’importanza che la gestione dei fondi veda come protagonista anche l’ambito regionale, come già avviene in Francia. 

Stando all’intervento di Wallis Goelen Vandebrock, della DG Regio della Commissione Europea, si intende inoltre semplificare e ridurre i requisiti per l’attivazione dei progetti permettendo a un'amministrazione locale di richiedere l’attivazione di politiche di coesione semplicemente presentando un progetto che sia basato sul proprio territorio e al contempo integrato con altre strategie di sviluppo europee.

La conferenza ha permesso di illustrare le maggiori criticità che tuttora soffrono le aree montane europee, ed il confronto tra i progetti dei vari paesi ha dato modo di verificare i diversi successi - e carenze - che le riguardano. Un passo fondamentale per migliorare le cose, a partire dal settennato di coesione in corso, partito nel 2021 e che terminerà nel 2027.

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Work4Future"