Il 4 maggio si è tenuto a Bologna il seminario “L’Agenda Ue sulle migrazioni: un anno in rotta” che ha visto tra i numerosi relatori anche Andrea Oskari Rossini di OBC. Online i video degli interventi
Fonte: Regione Emilia Romagna
Fare il punto sugli eventi e sulle risposte istituzionali multilivello nell’ambito delle migrazioni in un periodo intenso come il 2015 e l’inizio del 2016 potrebbe sembrare un traguardo ambizioso, ma il seminario “L’Agenda UE sulle migrazioni: un anno in rotta” che si è tenuto mercoledì 4 maggio presso la Regione Emilia-Romagna è riuscito a raggiungere l’obiettivo che si era prefissato.
Davanti a un pubblico numeroso e variegato, i nove relatori si sono avvicendati per approfondire le numerose tematiche relative al fenomeno delle migrazioni che, mai come negli ultimi anni, è sotto i riflettori della politica non solo nazionale, ma soprattutto europea. I contributi della mattinata hanno avuto come obiettivo l’analisi degli accadimenti di questi ultimi diciotto mesi e le politiche e le pratiche disegnate e poi attuate sia dalla direzione di Bruxelles sia dai singoli Stati Membri dell’UE. Inoltre, grazie alla diretta streaming dell’evento si è data la possibilità anche a chi non fosse fisicamente presente di seguire il dibattito.
Dopo l’esaustiva introduzione sui risultati e sulle revisioni in itinere dell’Agenda Europea a un anno dalla sua stesura, Federica Toso dell’associazione Asilo in Europa – associazione organizzatrice dell’evento in sinergia con la Regione Emilia-Romagna – è intervenuta Nazzarena Zorzella dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’immigrazione. Zorzella ha iniziato sottolineando l’importanza del tenere in considerazione le origini e le cause del rinforzarsi del fenomeno migratorio degli ultimi anni, passando poi a illustrare la situazione all’interno degli hotspot italiani. Riccardo Clerici di Unhcr ha di seguito offerto al pubblico la prospettiva dell’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’ONU sulla cosiddetta “crisi migratoria” europea, ponendo l’accento sulla decisiva variabile politica degli Stati Membri nella gestione dei massicci flussi migratori odierni. In seguito, Bernardo Venturi dell’Istituto Affari Italiani ha fornito una visione delle migrazioni da una prospettiva che travalica i confini dell’Unione Europea, guardando anche alle influenze giocate da altri attori internazionali nei paesi di origine di molti migranti. Un ampio dibattito ha seguito gli interventi del mattino, con chiarimenti e approfondimenti stimolati dai numerosi commenti e domande del pubblico presente in sala.
La sessione pomeridiana ha visto, poi, succedersi una serie di panel dedicati a temi più strettamente legati a singoli Paesi Membri o ad azioni specifiche attuate a livello europeo o nazionale. Martina Tazzioli dell’Università di Aix-Marseille (Francia) ha raccontato le condizioni dell’hotspot, e più in generale della gestione degli ingenti arrivi di migranti sull’isola di Lesbo, in Grecia, passando poi la parola ad Andrea Rossini di Osservatorio Balcani Caucaso che, da esperto dell’area, ha analizzato il flusso di migranti sulla “rotta balcanica” dai primi mesi del 2015 fino al periodo successivo all’accordo di marzo 2016 tra la Turchia e l’UE. Nora Brezger, di Fluchlingsrat Berlin (Consiglio dei Rifugiati di Berlino), ha poi condotto una panoramica sul sistema di accoglienza tedesco, soffermandosi sulle risposte istituzionali date dal governo tedesco e dalle autorità locali ai significativi arrivi di richiedenti asilo nel 2015, senza tralasciare i sentimenti contrastanti del popolo tedesco a riguardo e le forme di razzismo che sempre di più si verificano nel paese.
Passando dalla Germania alla Svezia, Lorenzo Vianelli dell’Università di Warwick (Regno Unito) ha condiviso con il pubblico le sue ricerche sul sistema di accoglienza dei richiedenti asilo del paese scandinavo, offrendo un’analisi dettagliata di come tale struttura stia cambiando sotto il peso dei numeri ingenti e come probabilmente continuerà a cambiare nei prossimi mesi in seguito alla proposta di riforma del sistema di asilo. In chiusura, Suzana Abrahmsson dell’Università di Bologna e Linkoping (Svezia) ha narrato la sua complessa storia personale di figlia di richiedenti asilo iracheni in Svezia, criticando il sentire comune che porta i popoli che accolgono a considerare i richiedenti asilo e i rifugiati come vittime e raramente come persone armate di ottimismo e voglia di agire.
Una vera e propria giornata di formazione ospitata dalla Regione Emilia-Romagna che ha avuto il merito di fornire una visione d’insieme dettagliata e completa sugli eventi e le politiche europee e nazionali legate al fenomeno migratorio a tutti i partecipanti, coinvolti o meno nel campo dell’accoglienza e della ricerca sul diritto di asilo e sulle migrazioni.