Domenica 9 novembre è andata in onda su Rai 1 una puntata di Linea Verde dedicata all’Albania, al suo mondo agricolo, alle sue bellezze nascoste, paesaggi e patrimonio culturale. In trasmissione si è raccontato di alcune iniziative di cooperazione realizzate dall'Italia nel settore agricolo
Fonte: Notiziario Cooperazione Italiana n.34 Ottobre 2014
Domenica 9 novembre è andata in onda su Rai 1 una puntata di Linea Verde dedicata all’Albania, al suo mondo agricolo, alle sue bellezze nascoste, paesaggi e patrimonio culturale.
La trasmissione, attraverso la missione sul campo dei conduttori Patrizio Roversi e Daniela Ferolla, affiancati dal personale dell’Unità tecnica locale e dalla troupe RAI, ha raccontato alcune delle tante iniziative della Cooperazione italiana e delle Ong italiane in Albania. Un viaggio intenso e affascinante, pieno di piccole e grandi sorprese lungo le strade sterrate che si snodano tra le montagne mozzafiato del nord Albania, verso zone rurali e villaggi che rimangono completamente isolati durante il periodo invernale a causa dell’inagibilità delle strade.
Qui la Cooperazione italiana è presente da anni con progetti che favoriscono il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, attraverso l’avvio e lo sviluppo di attività produttive tradizionali e la rivitalizzazione del territorio, al fine di sostenere la diversificazione economica e il benessere degli abitanti.
Le riprese sono iniziate nell’estremo nord dell’Albania, al confine con Montenegro, alla scoperta di paesaggi incontaminati tra le Alpi, arricchiti dagli antichi ed autentici sapori della cultura montana. La troupe ha poi proseguito il viaggio nelle aree confinanti il meraviglioso Lago di Scutari, ricche di castagneti e coltivazioni di salvia, il cosiddetto oro verde dell’Albania, per scendere poi fino alla vasta pianura di Myzeqe. Negli ultimi decenni, l’Albania ha visto un lento ma continuo processo di spopolamento e deruralizzazione dovuto a massicce migrazioni verso i grossi centri urbani e, soprattutto, verso i vicini paesi europei, con un picco registrato a seguito dei tumulti civili degli anni ‘90. L’abbandono delle campagne e dei territori montani più svantaggiati, unito a una riforma agraria che è all’origine della frammentazione del territorio agricolo, hanno condizionato in modo significativo la capacità produttiva agricola del Paese e, soprattutto, la gestione dell’assetto paesaggistico e il mantenimento della vitalità dei territori.
Con uno share superiore al 18% del Pil e con il 55% della forza lavoro nazionale impiegata in questo settore economico, l’agricoltura albanese ha dinanzi a sé grandi sfide, legate alla necessità di ammodernare e rendere conformi i prodotti e i processi produttivi agli standard dell’Unione Europea, pur mantenendo pratiche e saperi tradizionali. Si tratta, per l’agricoltura albanese, di rivolgersi verso modelli che permettano una produzione intensiva ma allo stesso tempo qualitativamente elevata, sostenibile sotto l’aspetto socio-economico ed ambientale. Questa agricoltura rinnovata dovrà affiancare sempre più alla funzione produttiva primaria quelle, altrettanto fondamentali, di salvaguardia ambientale e di veicolo di benessere sociale, sia a livello educativo e ricreativo, che terapeutico.
L’Albania offre grandi opportunità nel settore agricolo, grazie al suo clima favorevole e al basso costo della forza lavoro rurale, all’uso di metodi tradizionali, a un utilizzo contenuto di additivi artificiali, prodotti chimici o pesticidi, e alla sua varietà e diversità di specie coltivate. L’Albania è così in grado di diventare uno dei principali produttori ed esportatori di alimenti biologici di qualità destinati ai mercati regionali, europei e nordamericani. Il Governo albanese ha stanziato circa 12 milioni di euro nel 2013 a sostegno diretto all’agricoltura e all’agroindustria. Nel 2012, la produzione agricola è leggermente aumentata, grazie all’apporto fornito dal settore degli alberi da frutto e olivicolo.
Parte della crescita è inoltre legata agli effetti positivi promossi dagli schemi di sostegno governativo che hanno favorito la messa in produzione di nuove piante. In linea con le priorità date dal Governo albanese al settore, la Cooperazione italiana è tra i principali donatori attivi nel settore dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. Il programma di modernizzazione agricola prevede, infatti, la realizzazione di tre iniziative in partnership con il ministero dell’Agricoltura albanese, per un totale di 10 milioni di euro a credito d’aiuto. Queste mirano all’allineamento agli standard Ue del sistema di gestione e controllo dei contributi agli agricoltori, alla costituzione di un sistema assicurativo, attualmente inesistente nel paese balcanico, per la copertura dei rischi agricoli a rafforzare l’intera filiera olivicolo-olearia.
Un altro esempio significativo è l‘iniziativa promossa dalla Ong Lvia, attiva nel nord del Paese con un progetto di sviluppo del settore vitivinicolo dal titolo “Modernizzazione delle aziende agricole in viticoltura nelle zone rurali svantaggiate”, finanziato dal Programma italo-albanese per la conversione del debito. Questo progetto è fortemente innovativo per il sistema albanese, poiché mira collegare e rafforzare le attività economiche agricole, in particolare la viticoltura, con attività economiche non agricole, come il turismo eno-gastronomico. La Cooperazione italiana sostiene inoltre il prezioso lavoro svolto dalle Ong italiane con il finanziamento del progetto “Bukë, Kripë e Zemër – cibo, tradizione e cultura: processi di co-sviluppo in aree marginali del Nord e Sud dell’Albania attraverso la valorizzazione dei saperi e dei prodotti tradizionali biomediterranei”, realizzato dalle Ong Vis - Volontariato per lo sviluppo e Cesvi.
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