Anche se i giornalisti lavorano in un ambiente relativamente sicuro in Europa, e soprattutto nei paesi Ue, a volte rischiano la vita, come dimostra il recente assassinio della giornalista anticorruzione maltese Daphne Caruana Galizia
Il brutale omicidio della reporter maltese Daphne Caruana Galizia nell’esplosione in stile mafioso della sua auto il 16 ottobre è stato il primo di questo genere a Malta e il primo dopo molto tempo in Europa occidentale.
53 anni e tre figli, era tra i giornalisti più in vista dell’arcipelago, in particolare per la sua lotta per la trasparenza e contro la corruzione che attanaglia la politica e la società maltese. Si era fatta numerosi nemici all’interno della classe dirigente maltese a causa delle sue indagini e delle sue rivelazioni, pubblicate sia sui giornali per i quali scriveva sia sul suo blog , uno dei più seguiti del paese. Aveva ricevuto molte minacce e di recente aveva sporto denuncia per questo motivo.
Il suo assassinio ricorda che anche se nell’Unione europea i giornalisti lavorano in condizioni globalmente buone, la libertà di stampa non deve essere data per scontata.
La maggior parte dei delitti contro i giornalisti finiscono impuniti. Secondo il Committee to Protect Journalists (Cpj), sugli 805 casi di giornalisti assassinati dal 1992 nel mondo, 695 non sono ancora stati risolti . L’impunità rappresenta una tendenza preoccupante anche a livello europeo , dove si registrano casi di omicidi di giornalisti non risolti dalla Croazia alla Spagna alla Polonia.
La mappa qui sotto mostra il numero di giornalisti uccisi nell’esercizio della loro professione in Europa dal 1992 per ogni paese. I dati sono forniti dal Committee to Protect Journalists , dalla Fédération Internationale des Journalistes e dall’International Press Institute e sono stati aggiornati al 23 ottobre 2017. Queste cifre non tengono conto dei giornalisti dell’Unione europea deceduti fuori dall’Europa, ad esempio nelle zone di guerra.