Aveva scritto dell'attacco sul teatro di Mariupol in Ucraina, raccontando dei civili sterminati e per questo ad aprile era stata arrestata e detenuta a San Pietroburgo. Ora la giornalista russa Maria Ponomarenko è stata trasferita in un ospedale psichiatrico in Siberia
Fonte: Articolo 21
La giornalista russa Maria Ponomarenko, in carcere per aver detto la verità sui civili sterminati al teatro di Mariupol e detenuta a San Pietroburgo dallo scorso aprile è stata trasferita in un ospedale psichiatrico che si trova nel circondario federale della Siberia, come riferito dal suo avvocato il 2 luglio.
L’avvocato Sergei Podolsky ha detto che Maria Ponomarenko era stata trasferita al nosocomio per una visita psichiatrica ospedaliera ed invece la giornalista trascorrerà un periodo di 28 giorni e verrà valutata presso l’Altai Clinical Psychological Hospital per 28 giorni.
Ponomarenko, che vive e lavora nella regione dell’Altai, è madre di due bambini piccoli, ed è stata trasferita da San Pietroburgo a Barnaul alla fine del mese scorso.
Prima di essere arrestata, la giornalista aveva coperto le proteste contro il conflitto a San Pietroburgo e a Novosibirsk.
Un’attivista della città siberiana, Yana Drobnokhod, si è recata in ospedale per visitare Ponomarenko: «Siamo andati a trovarla oggi. Sono vietate lettere, incontri con i parenti. Ma le sarà possibile incontrare un avvocato», ha dichirato a RusNews .
La Ponomarenko, giornalista e reporter di RusNews, era stata arrestata dopo aver parlato di un «presunto attacco aereo russo» al teatro Drama di Mariupol . Dopo le sue dichiarazioni, il ministero della difesa russo lo scorso 16 marzo aveva detto che le accuse di Kiev di un attacco aereo russo sul teatro Mariupol, nell’Ucraina orientale, non erano in linea con la realtà.
Al contrario le autorità ucraine, affermarono che il teatro, dove circa 1.500 persone erano rifugiate, era stato colpito da un missile russo, uccidendo circa 300 persone.
La Ponomarenko, era stata accusata ai sensi dell’articolo 207.3.2.e del Codice Penale che vieta la diffusione di informazioni false sulla base di “odio politico, ideologico, razziale, nazionale o religioso”, secondo tali notizie, se giudicata colpevole, rischia fino a 10 anni di carcere.
Le autorità affermano che fosse collegata al canale di notizie Telegram, ormai chiuso, “No Censorship“, che ha pubblicato la copertura dell’attentato russo alla città ucraina di Mariupol, secondo quelle notizie sul suo caso.
Ponomarenko ha negato qualsiasi affiliazione con tale canale e ha affermato che le autorità non avevano dimostrato di essere collegata ad esso.