Lo scorso 8 marzo la cooperativa bosniaca "Insieme" ha partecipato ad un incontro presso Montecitorio con la presidente Boldrini, organizzato dal gruppo dei Parlamentari per la pace. Rada Žarković, fondatrice e presidente della cooperativa, ha in seguito inviato una lettera alla Presidente della Camera
Fonte: Sito di Laura Bondrini, presidente della Camera dei Deputati
Mi ha emozionato raccontare a Montecitorio l’esperienza delle donne bosniache della cooperativa "Insieme" lo scorso 8 marzo.
Siamo state invitate dal gruppo dei "Parlamentari per la Pace" e abbiamo incontrato la Presidente della Camera Laura Boldrini, che conosce bene questo territorio per averlo frequentato negli anni peggiori della sua storia recente.
E’ difficile comunicare i nostri sentimenti quando il lavoro che facciamo, ovvero coltivare lamponi, mirtilli, more e fragole, che commercializziamo dopo averli congelati e trasformati in confetture e nettari, ottiene dei riconoscimenti così importanti. Dicendo “nostro” non penso solo a noi che viviamo in Bosnia Erzegovina, ma alla rete di amicizia solidale, che abbiamo costruito negli anni, oltre i confini. Penso a un legame fondato sulla condivisione di valori e sulla loro pratica quotidiana. La nostra cooperativa agricola si chiama “Insieme“, in lingua italiana, anche per questo.
Senza questa amicizia, non sarebbe stato possibile realizzare il sogno collettivo: tornare a vivere in Bosnia Erzegovina, la terra da dove eravamo stati cacciati, ritrovare dignità attraverso il lavoro della cooperativa, ricucire il tessuto sociale strappato dalla guerra, tornare ad essere una comunità di donne e uomini capaci di crescere insieme. Non saremmo riusciti a farlo se non avessimo messo al primo posto l’offerta di un lavoro. Nella pratica del lavoro in comune abbiamo permesso alle persone di vivere insieme, non solo di stare le une accanto alle altre. Per questo ci piace definirci “pacifisti in pratica”, richiamandoci al “pacifismo concreto” del vostro e nostro Alex Langer. La determinazione che ci abbiamo messo, affonda le radici nella tradizione femminile contadina di Bosnia, che ci impone di alzarci e ricominciare, dopo ogni difficoltà, naturale o provocata dall’uomo.
L’invito a Montecitorio è stato un riconoscimento per tutte le persone con le quali abbiamo costruito un rapporto negli anni, dalla nostra fondazione ad oggi, ma anche prima, quando era difficile pensare al futuro. Non siamo venute a Roma per lamentarci o esporre il nostro dolore (che rimane custodito nei nostri cuori), ma per presentare il frutto del nostro lavoro, del quale siamo orgogliose e che ci ha restituito dignità e gioia di vivere.
Non posso elencare le persone che vorrei ringraziare. Sono tante, nei tredici anni dalla nostra fondazione e anche da prima. Volontari, istituzioni, associazioni, ong, persone singole che hanno messo professionalità e un pezzo del loro cuore in questo lavoro collettivo. Qualunque sia, o sia stato, il loro contributo, da noi ci sarà sempre un sorriso per loro. Ovunque si trovino, l’8 marzo saranno idealmente con noi.
Alla rete storica si sono aggiunti i nuovi amici e amiche che oggi si occupano di importare, distribuire e vendere i nostri prodotti in Italia. Al pari degli altri, hanno condiviso dal primo momento il valore etico del nostro lavoro, offrendoci la possibilità di essere apprezzati per la qualità e la bontà dei nostri prodotti. Perché un nostro prodotto può essere acquistato la prima volta per solidarietà, ma lo sarà la seconda (e la terza …) solo se sarà buono. Noi puntiamo su quello e, nel nostro piccolo, lavoriamo perché il nostro paese sia conosciuto anche per la sua bellezza e per i suoi buoni lamponi, more e mirtilli, piuttosto che per una guerra di vent’anni fa.
Un’ultima cosa, molto importante per noi: credo che questo sia un ottimo modo per ricordare il giorno della donna. Le nostre mamme e nonne contadine sono state sempre capaci di risollevarsi per far rinascere la vita. Così fanno da sempre le donne nel mondo. Un abbraccio speciale a tutte le donne!