Dopo l'attacco a "Charlie Hebdo" diviene ancora più forte il bisogno di protezione da parte dei giornalisti. Se ne parlerà il 26 e 27 marzo a Belgrado in un convegno promosso dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Fra gli esperti di vari paesi invitati a discuterne anche Alberto Spampinato, di Ossigeno per l’Informazione
Fonte: Ossigeno Informazione e OSCE
La Presidenza serba dell’Osce – Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa con il sostegno della Rappresentante per la libertà dei media dell'Osce, Dunja Mijatović, ha organizzato, il 26 e 27 marzo 2015 a Belgrado una conferenza dedicata alla protezione dellla sicurezza e dell’integrità dei giornalisti nell’area dei 57 paesi rappresentati all’interno dell’organizzazione internazionale con sede a Vienna.
Il convegno si aprirà con i saluti del Primo ministro e ministro degli Affari Esteri, Ivica Dačić, dal ministro della Cultura Ivan Tasovac e dalla Rappresentante dell'Osce per la libertà dei media, Dunja Mijatović.
Nel pomeriggio del 26 marzo si terranno due sessioni parallele e in una di queste si terrà il confronto pubblico fra esperti di vari paesi sul tema: “La sicurezza dei giornalisti dopo Charlie Hebdo: la sfida degli attacchi violenti contro i media”. Il punto di vista italiano sarà espresso dal direttore di Ossigeno per l’Informazione, Alberto Spampinato. Il giorno successivo si terranno due sessioni parallele: una dedicata alla sicurezza digitale e all'alfabetizzazione dei media e dei giornalisti per l'uso di internet e una dedicata alla protezione legale e all'integrità professionale dei giornalisti. Nel pomeriggio, la conferenza si chiuderà con una sessione plenaria dal titolo "Impunità della violenza subita dai giornalisti".
L’attentato del 7 gennaio 2015 contro i giornalisti e gli altri operatori di Charlie Hebdo rappresenta in assoluto il più grave attacco contro i giornalisti nella regione dell’Osce da quando è stato istituito l’ufficio del Rappresentante per la libertà dei mezzi di informazione, attualmente affidato a Dunjja Mijatović. Poche settimane dopo l’attentato di Parigi, un altro attacco simile è avvenuto a Copenaghen.
Al di là di quanto terribili e senza precedenti siano, questi attentati sono la manifestazione più recente di un problema contro il quale combattiamo da decenni: l’intolleranza per le idee e le opinioni altrui. Il ricorso a pressioni indebite, a molestie, a violenze e perfino all’omicidio pur di impedire che si possano esprimere e diffondere idee ed opinioni non condivise purtroppo è un fenomeno presente a livello globale e all’interno dell’area Osce. Alcune di queste azioni repressive provengono da autorità pubbliche, altri provengono da terroristi e criminali. Questo tipo di azioni criminali non prende di mira soltanto i singoli giornalsti, ma i giornalisti in generale, creando un clima di intimidazione e di insicurezza.
La conferenza di Belgrado farà il punto sull’impatto degli ultimi attentati, sull’effetto che gli attachi ai giornalisti possono avere sulla loro libertà e sullo svolgimento della loro attività informativa e sulle misure più urgenti che gli stati democratici devono adottare per proteggere i giornalisti e, insieme, il diritto dei cittadini di esprimere e di ricevere idee, opinioni, informazioni di pubblico interesse.
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