Contro la guerra in corso in Ucraina, attivisti e attiviste in Bosnia Erzegovina e Serbia, scendono in piazza. A Sarajevo oggi, 25 febbraio, a Belgrado domani. Chiedono si fermi il conflitto e alzano la voce in solidarietà con le persone che in Ucraina, come in Russia, vogliono la pace
“Stop alla guerra in Ucraina”, scrivono le Donne in Nero di Belgrado , chiamando cittadini e cittadine a partecipare alla manifestazione di domani 26 febbraio. Una protesta, proseguono a scrivere, “che organizziamo nell’ambito della campagna internazionale di pace promossa anche dalle Donne in Nero in Italia”.
Sottolineano le Donne in Nero di Belgrado, “dietro all’aggressione all’Ucraina, che la Russia sta realizzando via terra, aria e mare, ci sono gli obiettivi militari imperialistici del regime russo con a capo il presidente della Federazione russa, Vladimir Putin.”
Esprimendo piena solidarietà con i movimenti per la pace in Ucraina come nella Federazione russa, chiedono: che si fermino immediatamente le operazioni militari e si effettui il ritiro dell’esercito russo dal territorio ucraino; si aumentino le sanzioni già decise dall’Unione europea; si avvii un’indagine del Tribunale internazionale per i crimini di guerra sui crimini perpetrati sui civili dalle forze russe che hanno bombardato obiettivi civili; che la Serbia rispetti le leggi che vietano l’invio di volontari dalla Serbia a combattere in Ucraina, come nella Federazione russa.
La protesta di Sarajevo si terrà invece oggi pomeriggio , davanti al monumento dedicato ai bambini uccisi nella guerra degli anni ‘90. “Noi che conosciamo la guerra, sappiamo che cos’è un’aggressione, che da decenni cerchiamo di guarire dalla guerra e che ogni giorno viviamo sotto la minaccia di un nuovo conflitto”, scrivono attivisti bosniaci, “siamo solidali con i cittadini ucraini che giovedì si sono svegliati sotto le bombe”.
“Come tutti gli aggressori”, proseguono nell’appello, “Putin ha usato la narrativa del nazionalismo, e nessuno meglio di noi sa quanto i nazionalismi portino alla distruzione dell’umanità e alla polarizzazione tra le persone”. Anche in questo appello si ricordano le proteste per la pace che si sono svolte in Russia: “In Russia giovedì c’è chi ha protestato contro la guerra, ma hanno fatto i conti con una pesante repressione.”
Per cui oggi, venerdì, si manifesterà a Sarajevo, “per essere accanto alle persone in Ucraina che sono direttamente colpite dall’aggressione di Putin e accanto alle persone in Russia che lottano contro il suo regime. Ci saremo per la Pace”.