10 giugno 2014

In un editoriale Heather Grabbe, direttrice dell'Istituto sulle politiche europee di Open Society, ragiona sulle possibili conseguenze del voto europeo in alcuni campi legati a diritti umani e minoranze

“In Europa un elettore su tre ha scelto partiti di protesta o candidati contro il sistema”, afferma Heather Grabbe di Open Society in un recente editoriale e questo rischia a suo avviso di avere serie conseguenze in particolare in 5 aree che sono state al cuore della attività della Fondazione Open Society in questi anni.

“Il parlamento sino ad ora ha sostenuto maggiormente i diritti dei rom e dell'inclusione sociale rispetto a quanto hanno fatto gli stati membri e i commissari. Il parlamento ha esercitato pressione sulla commissione e sui governi nazionali ad esempio per realizzare iniziative sull'inclusione della comunità rom ed in particolare sulle Strategie nazionali per l'integrazione dei rom. Ha inoltre reso disponibili fondi Ue per le Ong affinché monitorassero l'implementazione delle strategie nazionali e per programmi per promuovere l'uguaglianza. I parlamentari populisti potrebbero bloccare queste iniziative”.

Altro tema riguarda le missioni di monitoraggio elettorale al di fuori dei confini dell'Unione: “Attraverso le missioni di osservazione elettorale e i comitati parlamentari congiunti i parlamentari europei hanno potere d'influenza non solo all'interno dell'Ue ma anche al di fuori dei suoi confini. I parlamentari populisti hanno recentemente utilizzato le loro posizioni ad esempio per dare il loro via libera alle contestate elezioni presidenziali in Azerbaijan (la dichiarazione in merito all'esito del monitoraggio della missione del Pe delle elezioni presidenziali in Azerbaijan è stata in realtà sottoscritta da parlamentari di tutti i maggiori gruppi politici europei, ndr). Un aumento del numero di parlamentari populisti rischia di minare ulteriormente la credibilità dell'Ue e la sua capacità nel promuovere i diritti umani nel resto del mondo”.

Inoltre il Parlamento europeo dovrà approvare il proprio ingresso sotto il cappello della Convenzione europea per i Diritti Umani: “Se le istituzioni europee entrassero sotto la giurisdizione della Corte europea per i Diritti Umani diverrebbero più 'responsabili' di fronte ai cittadini. Ciononostante i parlamentari anti-Ue potrebbero percepirlo come un rafforzamento delle istituzioni europee e dei diritti delle minoranze e potrebbero quindi bloccarlo”.

Poi ovviamente la questione del budget: “Il Parlamento condivide la responsabilità dell'approvazione del budget dell'Unione. I parlamentari populisti potrebbero tentare di togliere risorse da attività di promozione di uguaglianza, equità e inclusione delle minoranze”.

Infine per Heather Grabbe i populisti potrebbero contestare elementi chiave delle infrastrutture europee poste a protezione di società aperte che dovranno essere riviste durante la prossima legislatura quali ad esempio le direttive sui richiedenti asilo, il mandato della Agenzia per i diritti fondamentali e quello dell'Agenzia di frontiera Frontex.

A chiosa del pezzo un'ultima considerazione da parte di Heather Grabbe: a suo avviso in risposta alla minaccia populista Popolari, Social-democratici e Liberali è probabile formino una grande coalizione. Questo implicherebbe a suo avviso più accordi a porte chiuse tra i principali gruppi politici presso il Parlamento piuttosto che decisioni prese e votate dopo dibattiti pubblici. "E questa non è una buona notizia per la democrazia".

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament