Si è svolta ieri la prima visita ufficiale in Serbia del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel suo discorso davanti all'Assemblea nazionale riunita in seduta plenaria ha dichiarato che il futuro del paese, come quello dell'Italia, è in Europa, alla quale entrambi appartengono per storia, cultura e valori e che l'Italia starà a fianco della Serbia nel suo percorso di integrazione europea
Fonte: AISE e Sito del Quirinale
Prima visita ufficiale in Serbia per Sergio Mattarella, da ieri mattina a Belgrado, dove è stato accolto dal Presidente della Repubblica, Tomislav Nikolić. Dopo l'esecuzione degli inni nazionali e gli onori militari i due capi di Stato si sono intrattenuti a colloquio, allargato poi alle delegazioni ufficiali. La visita ufficiale è proseguita con l'incontro con il Primo Ministro, Aleksandar Vučić.
Nel pomeriggio il Presidente Mattarella si è recato all'Assemblea Nazionale. Accolto dal Presidente Maja Gojković, il capo dello Stato ha pronunciato un discorso di fronte all'Assemblea Nazionale riunita in sessione plenaria. “Avverto l'onore di essere il primo Presidente della Repubblica italiana ad intervenire di fronte a questa Assemblea Nazionale, che rappresenta il fulcro della vita democratica della Serbia”, ha esordito Mattarella, prima di sottolineare che "i nostri popoli sono in primo luogo amici e su quest’amicizia potranno contare per costruire insieme il proprio futuro, nel solco di una ricreata condivisione di obiettivi e ideali".
“Il futuro della Serbia, così come il futuro dell'Italia, è in Europa, alla quale entrambe appartengono per storia, cultura, valori”, ha rimarcato il capo dello Stato, che ha ribadito il “sostegno, attento e convinto, del nostro Paese - in tutte le sue articolazioni, istituzionali, politiche, economiche e culturali - alle istanze più sentite dal popolo serbo” così come il dato che “il completamento dell'Unione Europea, con la piena integrazione, in essa, dei Balcani, costituisce certamente un traguardo”.
Mattarella ha quindi rimarcato come “libertà, pace e democrazia” siano “le fondamenta su cui poggia il futuro del nostro continente. Valori oggi, purtroppo, messi a rischio da eventi drammatici, di cui mai avremmo pensato di dover essere testimoni”, ha riconosciuto. “La Serbia, in un momento in cui sarebbe stato facile ascoltare le sirene dell'euroscetticismo e di anacronistici nazionalismi, ha saputo assegnare priorità assoluta al proprio percorso europeo, con un'evoluzione politica di grande portata. Le complesse riforme operate, anche a costo di difficoltà non lievi per il popolo serbo e l'avvio dello storico Dialogo per la normalizzazione delle relazioni con Pristina, ne sono la lampante e concreta testimonianza. Questi sforzi, tesi a riallacciare i legami profondi che uniscono la Serbia all'Europa, sono stati pienamente avallati con l'apertura formale dei negoziati di adesione all'inizio del 2014. Non nutro alcun dubbio – ha detto ancora il capo dello Stato – sul fatto che Belgrado saprà corrispondere alle aspettative e che non si farà attendere una risposta positiva dell'Unione Europea”.
L’Italia guarda “con fiducia alla tenacia e convinzione con cui la Serbia sta perseguendo l'obiettivo europeo, rinvigorendo lo slancio legislativo riformista e intessendo sempre più forti e proficue relazioni con tutti i paesi della regione”. Certo, “il cammino europeo della Serbia sarà impegnativo, ma è la via che conduce al progresso. Non è certo intenzione dell'Italia alimentare false aspettative”, ha annotato Mattarella prima di assicurare che “il sostegno dell'Italia, che, più di altri, ha a cuore la presenza della Serbia nella famiglia europea, non vi mancherà”.
Richiamati i molteplici legami tra Italia e Serbia – sia storici, che culturali, economici e di cooperazione militare – Mattarella, ha concluso il suo intervento citando, nel quarantennale della sua morte, Ivo Andrić, Premio Nobel per la Letteratura nel 1961. "Ovunque nel mondo, in qualsiasi posto il mio pensiero vada o si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai soddisfatto desiderio dell'uomo di collegare, pacificare e unire tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, affinché non ci siano divisioni, contrasti, distacchi”.
“È questo – ha sottolineato Mattarella – il futuro cui devono ambire il popolo serbo, quelli balcanici e l'Europa intera. Qui, all'incrocio del Danubio e della Sava, confluiscono le forze profonde di una storia millenaria, ma anche le correnti del futuro. Sono certo che Belgrado saprà solcarle. Dall'altra parte dell'Adriatico, che oggi più che mai non separa bensì unisce i nostri Paesi nella comune aspirazione alla pace, alla libertà al e al progresso, l'Italia – ha concluso – sarà al vostro fianco, con grande e sincera amicizia”.