Per il terzo anno consecutivo Trento è la città che, per la Giornata mondiale per la libertà di stampa, ha voluto ricordare i giornalisti uccisi, che vivono sotto scorta, o sottoposti a minacce. Nell'occasione, è stato inoltre riconosciuto il premio di Articolo 21 alla Fondazione Megalizzi e a OBC Transeuropa per il loro lavoro a difesa della libera informazione
Con un flash mob nel cortile interno di Palazzo Geremia, a Trento, è iniziata il 2 maggio la Manifestazione nazionale sulla libertà di informazione, che per il terzo anno consecutivo annuncia la Giornata mondiale della libertà di stampa, proclamata il 3 maggio del 1993 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Nei cartelloni tenuti in mano dai presenti - tra cui tanti giornalisti e cronisti trentini e altoatesini - i volti di giornaliste e giornalisti, tra i quali ucraini, bielorussi oggi in carcere e giornalisti russi, come Anna Politkovskaja voce critica e indipendente assassinata a Mosca nel 2006.
Un’iniziativa fortemente voluta dal sindacato dei giornalisti del Trentino-Alto Adige, del presidio regionale di Articolo 21 e che ha di nuovo goduto del patrocinio del Comune di Trento. Proprio il sindaco Franco Ianaselli, a nome di tutta la giunta comunale presente in sala, nel suo intervento di apertura ha sottolineato l’importanza della libertà di stampa, pilastro di uno stato democratico: “L’informazione o è libera o non è informazione. Parlare di informazione significa anche parlare di democrazia”. Ha aggiunto quanto sia importante anche per gli amministratori pubblici il lavoro dei giornalisti e di chi tiene accesi i riflettori su cosa accade nel nostro paese e all’estero: “Ed è per questo che il nostro impegno deve essere quello di difendere l’informazione indipendente e sempre più autorevole”.
Giornalisti che per poter svolgere il loro lavoro hanno bisogno però di essere difesi. A questo proposito forte la denuncia del presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, che ha anche ricordato la recente missione del consorzio europeo Media Freedom Rapid Response , di cui è parte anche Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, avvenuta in Italia in collaborazione con FNSI, Articolo 21 e Ordine dei giornalisti. “Tutti gli indicatori internazionali indicano una situazione pessima in Italia e di questo è stata testimone la delegazione europea venuta qui a monitorare lo stato della libertà di stampa. Ad esempio, stiamo ancora aspettando che si abolisca il carcere per i giornalisti, ma anche che si agisca con riforme che facciano da argine alle cosiddette querele bavaglio”. Oltre, ha aggiunto, al fatto che la tutela delle fonti viene assicurata solo ai giornalisti professionisti iscritti all’Albo.
L’Italia, ha poi sottolineato la presidente dell’Ordine regionale, Elisabeth Mair, è anche un paese dove vige precariato, mancanza di giusta retribuzione, basso riconoscimento della professionalità di giornalisti e giornaliste, e in cui non è assicurato il pluralismo a causa di concentrazioni editoriali.
Di grave mancanza di pluralismo sul territorio del Trentino Alto Adige, ha poi parlato Paolo Silvestri del comitato di redazione del quotidiano Trentino: giornale che a gennaio 2021 è stato chiuso dal gruppo Athesia, che controlla ora l’80% dei media locali, provocando quindi riduzione drastica del pluralismo dell’informazione, il taglio di 18 tra giornalisti e collaboratori e l’uscita solo su web. Sulla vicenda del Trentino, ha informato il segretario del sindacato dei giornalisti del trentino Rocco Cerone, nei prossimi giorni ci sarà un’ulteriore udienza dal Giudice del Lavoro, dopo 14 mesi di silenzio da parte dell’assessore al lavoro della Provincia. “La libertà di stampa locale è in pericolo, ma se da un lato una voce è stata spenta voglio aggiungere una nota positiva”, ha concluso Cerone, “e cioè che a ottobre attendiamo la nascita di una nova testata locale”.
Giuseppe Giulietti, presidente della FNSI, ha sottolineato che la giornata è per dare voce a tutti i cronisti e le croniste che sono stati imbavagliati, o uccisi, perché loro non possono esprimersi. “E non solo gli ucraini. Diamo voce anche alle decine di giornalisti in carcere in Bielorussia, ai giornalisti russi che oggi rischiano 15 anni di carcere se solo usano la parola ‘guerra’, alle colleghe e colleghi siriani”, ha aggiunto. Infine, ha ricordato il drammatico peggioramento dello stato di salute della libertà di stampa in Unione europea e in Italia: "Nel 2021 in Italia le aggressioni nei confronti dei giornalisti sono aumentate del 42%. In Italia ci sono 30 giornalisti sotto scorta, decine le querele bavaglio a carico di cronisti e croniste per mettere a tacere le loro indagini”.
Infine, a riconoscimento del loro lavoro, è stato assegnato dal portavoce locale di Articolo 21 un premio alla Fondazione Megalizzi - fondata dalla famiglia di Antonio Megalizzi giovane giornalista ucciso in un attentato a Strasburgo nel 2018 - e a OBC Transeuropa, oggi unità operativa del Centro Cooperazione Internazionale di Trento (CCI). “Osservatorio è nato 22 anni fa come piattaforma per raccontare alla cittadinanza un territorio, quello dei Balcani, che avevano conosciuto durante la guerra e che sentivano vicino”, ha dichiarato Chiara Sighele, direttrice del CCI, "ed anche per contrastare il buio informativo sugli esteri". Da tempo, ha precisato Chiara Sighele, “sosteniamo l'informazione sugli affari europei e facciamo lavoro di advocacy sul tema della libertà di stampa”. Attività che ha permesso a OBCT di costruire rapporti e alleanze con istituzioni europee. “Sono tornata da poco da Bruxelles, dove ho partecipato all’incontro della coalizione CASE - Coalition against SLAPPs - sul tema della direttiva europea in discussione e della raccomandazione della Commissione a contrasto delle querele bavaglio pubblicate il 27 aprile scorso", ha concluso la direttrice del CCI.
In chiusura, Ekaterina Ziuziuk, portavoce dell’associazione Bielorussi in Italia “Supolka ” e presidente regionale di Articolo 21, ha ricordato i 24 giornalisti in carcere in Bielorussia, tra i quali Aksana Kolb caporedattrice della testata indipendente Novy Chas arrestata la settimana scorsa con l'accusa di aver organizzato e preparato azioni "che violano gravemente l'ordine pubblico", solo per aver scritto delle proteste in corso nel paese e denunciato la repressione.