Onur Hamzaoğlu si trova in prigione dallo scorso febbraio per aver sottoscritto una dichiarazione contro l'operazione militare turca ad Afrin. Il caso del professore pacifista che ha dedicato la carriera alla salute pubblica
Il prossimo 19 luglio si terrà la prima udienza del processo al professor Onur Hamzaoğlu, noto medico e co-portavoce del Congresso democratico dei popoli (HDK), che si trova in prigione dal 9 febbraio 2018. Hamzaoğlu, figura conosciuta per l’impegno sociale e le importanti ricerche riguardanti l’impatto dell’industria sulla salute pubblica e già “accademico per la pace” è stato arrestato in seguito ad una dichiarazione stampa rilasciata da diverse organizzazioni socialiste e filo-curde all’inizio dello scorso febbraio contro l’operazione militare turca ad Afrin. Il comunicato prendeva una posizione apertamente contraria all’intervento dell’esercito e ne sottolineava le pesanti conseguenze sulla popolazione civile. La procura ha risposto avviando un’indagine contro 11 membri delle organizzazioni firmatarie, accusati di aver “apertamente incitato il popolo all’odio e all’inimicizia facendo propaganda a favore di un’organizzazione terroristica”, nella fattispecie il PKK e la sua consorella siriana, lo YPG.
Tuttavia 9 degli 11 indagati sono stati rilasciati, mentre per il professor Hamzaoğlu e Fadime Çelebi, vicesegretaria del Partito socialista degli oppressi e (ESP) e portavoce del Consiglio socialista delle donne (SKM) l’arresto è stato confermato. Tuttavia, data l’assenza di condizioni che giustificano la custodia cautelare lo stesso procuratore ha successivamente chiesto che Hamzaoğlu venisse rilasciato. Ciononostante la corte ha deciso di trattenerlo ulteriormente in prigione.
Hamzaoğlu, originario della regione del Mar Nero, è considerato un luminare della ricerca medica in Turchia. È stato per oltre 15 anni capo del dipartimento di Sanità pubblica dell’Università di Kocaeli, fino all’espulsione per decreto avvenuta nel settembre 2016. La figura di Hamzaoğlu era divenuta particolarmente nota nel 2011, dopo aver reso pubblici i risultati di una ricerca condotta a Dilovası nella provincia di Kocaeli - area tra le più intensamente industrializzate della Turchia - nella quale aveva messo in luce i tassi elevati di metallo pesante riscontrato nelle feci dei neonati, che iniziavano ad assorbirlo già nel grembo materno e poi con l’allattamento. Già allora le autorità e la direzione dell’università avevano avviato un’indagine su Hamzaoğlu “per aver informato la cittadinanza in maniera errata, incitandola al panico”, ma un lungo iter processuale concluso nel 2016 ha dato ragione al professore.
Hamzaoğlu si è distinto anche per la posizione ferma a sostegno dei colleghi a capo dell’Unione dei medici turchi (TTB), fermati a loro volta a gennaio per una dichiarazione critica nei confronti dell’operazione di Afrin. Nella deposizione rilasciata alla procura Hamzaoğlu ha affermato che il documento sottoscritto si pone contro la guerra e vuole ribadire che questa rappresenta un problema di salute pubblica creato per mano dell’uomo e dunque evitabile. Il professore ha anche ricordato di aver tenuto tra il 2011 e il 2016 corsi sul tema della guerra e della salute e che sarebbe vano attendersi da lui una posizione favorevole alla guerra.
L’udienza del professor Onur Hamzaoğlu si terrà presso il Tribunale Sıhhiye di Ankara, presso l’11sima Corte penale il prossimo 19 luglio alle 10. L’hashtag su Twitter per supportare la campagna per la liberazione del professore è #FreeOnurHamzaoglu.