Nicola Pedrazzi 25 gennaio 2018
Aleksandar Vučić

“In Serbia tutti hanno il diritto di dire quello che vogliono, e tutti hanno il diritto di rispondere. Non priverò mai nessuno, compreso me stesso, del diritto a rispondere”. Con queste parole il Presidente serbo Aleksandar Vučić ha salutato Mogens Bjerregård, presidente della Federazione europea dei giornalisti (EFJ ), alla guida della missione internazionale che tra il 18 e il 19 gennaio scorsi ha visitato il paese per verificare le condizioni della libertà di stampa.

La delegazione ricevuta da Vučić comprendeva il Segretario generale dell'Organizzazione dei media per l'Europa sudorientale (SEEMO ) Oliver Vujović, il vice direttore dell'Istituto internazionale della stampa (IPI ) Scott Griffen, la Presidente del sindacato dei giornalisti serbi (SINOS ) Dragana Čabarkapa e i rappresentanti delle Associazioni dei giornalisti serbi (UNS e NUNS ).

Nei giorni caldi che hanno seguito l'omicidio di Oliver Ivanović – politico serbo-kosovaro critico nei confronti del governo di Belgrado – le opposizioni avevano accusato la presidenza e il governo di monopolizzare il mondo dell'informazione e di mettere il bavaglio ai media e alle personalità ritenute scomode. In un clima teso e dinanzi a una delegazione di alto profilo, Vučić ha ammesso di essere consapevole della necessità di migliorare le condizioni in cui operano i giornalisti serbi, e ha aggiunto che cercherà di rispondere concretamente a tutte le osservazioni mosse dai rappresentanti di EFJ, nel tentativo di promuovere la libertà di espressione.

Dal canto suo, Bjerregård ha ringraziato il presidente Vučić per il suo interesse su tutte le questioni sollevate dalla delegazione e ha insistito sull'importanza del sostegno presidenziale al miglioramento della situazione dei media, perché questo darà “un segnale a tutte le istituzioni statali”. Nel corso dei colloqui, il presidente di EFJ non ha mancato di sottolineare il sentimento di preoccupazione raccolto tra gli operatori dell'informazione e la società civile nel corso della missione e ha posto l'accento sulla necessità di invertire la tendenza: “Il presidente deve dimostrare quanto sia importante per le autorità risolvere tutti i casi di violenza e di pressione sui giornalisti, perché sono i casi irrisolti a costituire un invito a continuare con la violenza”.

In attesa di un report dettagliato, EFJ ha già pubblicato una lista sintetica delle raccomandazioni. Nove punti operativi che mettono al primo posto la garanzia della sicurezza per chiunque lavori nel campo dell'informazione: "Numerosi giornalisti e editori intervistati nel corso della missione - si legge nel rapporto - hanno espresso preoccupazione per quello che hanno descritto come un ambiente sempre più difficile per il giornalismo critico, un ambiente in parte dovuto alle reazioni ufficiali, ostili alle critiche e al giornalismo investigativo in particolare. I funzionari del governo serbo a tutti i livelli devono astenersi da azioni, comprese le molestie verbali, che hanno l'effetto di delegittimare i giornalisti critici e il loro lavoro. I funzionari devono dire forte e chiaro che i giornalisti hanno il diritto di indagare sulle attività di coloro che sono al potere. I programmi di finanziamento pubblico per i media - soprattutto a livello locale - devono essere realizzati in modo trasparente e indipendente e in linea con i criteri stabiliti".

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto

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