Lo scorso anno è aumentata sensibilmente la presenza di immigrati moldavi in Italia. Nonostante le difficoltà che incontrano, dichiarano di non voler tornare nel paese di origine. Una ricerca racconta della loro comunità

17/03/2009 -  Iulia Postica

Oggi un terzo della forza lavoro moldava si trova fuori dai confini della repubblica. L'Italia è al secondo posto, dopo la Russia, tra i paesi in cui gli emigranti moldavi sperano di trovare un impiego.

«Secondo i dati del governo italiano ci sono 132.000 cittadini della Repubblica di Moldavia ufficialmente registrati sul territorio italiano», ha affermato alla fine dello scorso anno il nuovo ambasciatore italiano a Chişinău, Stefano de Leo.

Tuttavia, i sistemi illegali e spesso pericolosi che la maggior parte dei moldavi sceglie per lasciare il proprio paese rendono difficile l'esatta stima del loro numero. Questa è la ragione per cui rifiutano di registrarsi al consolato moldavo in Italia, nonostante questa procedura risulti estremamente importante in caso di incidenti, malattie, morti o altre fatalità.

Inoltre, a scoraggiare i migranti moldavi fino a pochi anni fa era una tassa di circa 30 euro per la registrazione, poi cancellata. I registri del consolato sono comunque semivuoti, mentre il numero reale dei moldavi che vivono in Italia potrebbe attestarsi intorno alle 300.000 persone.

Rapporto sulle migrazioni

L'ultima edizione del rapporto dell'Osservatorio romano sulle migrazioni, pubblicato annualmente dalla Caritas diocesana di Roma, include per la prima volta un capitolo sui moldavi immigrati in Italia, con una particolare attenzione a coloro che vivono nella provincia di Roma.

Gheorghe Rusnac, l'ambasciatore della Repubblica di Moldavia in Italia, ha assistito alla presentazione del XVIII rapporto Caritas-Migrantes, tenutasi a Roma in febbraio. «I curatori hanno parlato in modo convincente del fenomeno delle migrazioni, considerandolo positivo sia per coloro che arrivano in Italia sia per gli italiani. Come ha ripetutamente affermato anche il presidente Napolitano, gli stranieri portano un nuovo flusso di energia e il fenomeno dell'immigrazione è benefico per il rinnovamento della società» ha sottolineato Rusnac.

Il rapporto si propone l'obiettivo di approfondire la conoscenza degli immigrati e di offrire un utile strumento agli operatori sociali e alle amministrazioni pubbliche. «Alcuni pensano che il flusso di immigrati irregolari possa essere arginato esclusivamente con l'irrigidimento delle norme», sottolineano i curatori del rapporto. Gli autori esprimono invece un diverso punto di vista rispetto al fenomeno migratorio e sostengono sia fuorviante considerare solo gli aspetti negativi dell'immigrazione, sottovalutando gli altri.

Le tendenze presentate nel rapporto mostrano un incremento della seconda generazione di immigrati, cioè dei bambini nati in Italia da genitori immigrati. Ad esempio, in provincia di Roma studiano 1.301 alunni moldavi. Il totale di moldavi nella provincia è di 5.913, la maggior parte dei quali (il 69,7%) lavora nel settore dei servizi, mentre il 27,7% è impiegato nell'industria. Vi sono anche 134 moldavi che nella capitale italiana portano avanti delle attività in proprio.

Il questionario "Le condizioni degli immigrati moldavi a Roma" ha rivelato inoltre i maggiori problemi che incontrano i moldavi in Italia: le difficoltà nell'ottenere il visto d'ingresso, i permessi di soggiorno, il riconoscimento degli studi, l'impossibilità di esercitare la propria professione, le discriminazioni e gli abusi sul luogo di lavoro, etc. Nonostante tutte le difficoltà e la crisi economica, non hanno comunque intenzione di tornare nel loro paese d'origine.

Moldavia e Italia: relazioni bilaterali

La Repubblica di Moldavia ha avviato relazioni diplomatiche con l'Italia il 21 febbraio 1992 e da allora ha firmato 29 trattati bilaterali. Nel 1998 ha aperto la sua ambasciata a Roma e nel 2009 il Consolato Generale a Bologna, mentre si è atteso più a lungo per l'apertura dell'ambasciata italiana a Chişinău. Sebbene i moldavi abbiano iniziato ad arrivare in Italia già nei primi anni '90 e nel paese si sia stabilita un'importante comunità, l'Italia ha aperto un servizio consolare a Chişinău solo nel gennaio di quest'anno.

All'apertura dell'ambasciata nella capitale moldava sono direttamente legate le aspettative di migliaia di moldavi di ottenere il ricongiungimento familiare. La separazione delle famiglie infatti è un fenomeno diffuso e un serio problema sociale in Moldavia e questa situazione è divenuta sempre più visibile negli ultimi anni. L'apertura dell'ambasciata a Chişinău potrebbe facilitare sia il rilascio dei visti sia il riconoscimento dei titoli di studio permettendo idealmente ai migranti moldavi di esercitare le loro professioni.

L'Italia è tra i partner commerciali di primo piano della Moldavia. Tra i membri dell'Unione Europea è il secondo partner per importanza dopo la Romania, essendo il terzo paese per le esportazioni e il quinto per le importazioni.

La Moldavia esporta in Italia tessuti e articoli tessili, cuoio e pellicce, scarpe, cinture, ombrelli, attrezzature elettriche e prodotti vegetali. Lo scorso anno l'ammontare delle esportazioni è stato di 167 milioni di dollari mentre il volume delle importazioni dall'Italia ha raggiunto, secondo i dati dell'Ufficio nazionale di statistica della Moldavia, i 306,2 milioni di dollari.

Dall'Italia vengono importati tessili, attrezzature elettriche e macchinari, metalli, cuoio e pellicce, prodotti di industria chimica, materiali plastici. Il volume totale degli investimenti italiani nell'economia moldava ammontava, il 1 luglio del 2008, a 123,4 milioni di euro e oggi sono 372 le aziende a capitale italiano che lavorano nel paese est-europeo.

La conoscenza reciproca è il prossimo investimento urgente.


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