Alle ultime elezioni presidenziali romene, quasi un milione di elettori ha votato dall'estero. Un’esplorazione visiva dei dati relativi agli oltre 800 seggi sparsi in tutto il mondo, aperti dal venerdì alla domenica
Alle elezioni presidenziali del 2019, i cittadini romeni residenti all'estero hanno potuto partecipare ai due turni elettorali votando in oltre 800 seggi sparsi in tutto il mondo o per corrispondenza. Sia l’allungamento dei tempi di apertura dei seggi (si è potuto votare per 3 giorni), sia il voto per corrispondenza sono stati introdotti nel 2019, dopo che i lunghissimi tempi di attesa – che risultavano sostanzialmente nello scoraggiare la partecipazione - avevano caratterizzato le elezioni precedenti.
I romeni che vivono al di fuori dei confini nazionali hanno approfittato della possibilità di votare senza dover aspettare in fila per ore: in 940.000 – circa il 10% dei voti totali espressi – si sono recati alle urne per il secondo turno delle elezioni presidenziali del 24 novembre 2019. Un numero più che doppio rispetto all'analoga tornata del 2014 (quando votarono in quasi 400.000) e altissimo rispetto ai meno di 150.000 che espressero dall'estero la propria preferenza alle presidenziali del 2009. L’elevato numero di votanti ha fortemente influenzato il risultato delle elezioni, poiché il 94 per cento dei voti espressi dai residenti all’estero è andato a favore del presidente uscente Klaus Iohannis. A causa dell'attuale legislazione elettorale, tuttavia, l'impatto di questa porzione della popolazione è limitato alle elezioni presidenziali e ai referendum, mentre nel caso delle elezioni parlamentari il peso del voto estero è notevolmente minore, dato che può determinare solo quattro parlamentari e due senatori.
In quanti hanno votato? Chi sono gli elettori della “diaspora”?
L'Italia è stato il primo paese per numero di elettori romeni, ma in oltre 100.000 hanno votato anche nel Regno Unito, Germania e Spagna.
La distribuzione degli elettori per fasce d’età mostra alcune caratteristiche piuttosto interessanti dei flussi migratori dei cittadini romeni: chi vota nel Regno Unito e in Germania è molto più giovane di chi vota in Italia e Spagna.
Il lettore più attento avrà notato, però, alcune anomalie in queste distribuzioni (in particolare, il forte calo del numero di elettori di età superiore ai 52 anni). Queste non dipendono strettamente dall’andamento dei flussi migratori, ma riflettono i cambiamenti demografici improvvisi causati dalle politiche demografiche promosse dal regime di Ceaușescu .
Vale la pena notare, inoltre, che l'Italia è l'unico paese in cui hanno votato più elettori di sesso femminile che di sesso maschile.
Seggi elettorali facili da raggiungere
Uno dei fattori che ha permesso a così tanti cittadini romeni di esprimere il proprio voto dall'estero è stato il numero impressionante di seggi elettorali aperti da venerdì a domenica per entrambi i turni delle elezioni presidenziali. Che fosse offerta la possibilità di votare in un gran numero di stati non è di per sé un fatto particolarmente sorprendente, poiché molti altri paesi offrono la possibilità di recarsi alle urne nelle ambasciate o consolati. Ciò che sorprende, tuttavia, è la densità dei seggi elettorali aperti in Europa.
Il numero di seggi non era elevato solo nella Repubblica di Moldavia, dove molti residenti hanno ottenuto la cittadinanza romena, ma anche nelle parti più densamente popolate dell'Inghilterra, in Belgio, in alcune zone della Spagna e in tutta Italia – paese che è stato a lungo una delle principali destinazioni per coloro che decidevano di lasciare la Romania.
La maggior parte degli italiani vive a mezz'ora (o meno) da un seggio elettorale romeno
Localizzando i seggi elettorali romeni su una mappa che indica la densità di popolazione in Italia, si nota che molti di essi non sono stati aperti solo nelle città principali, ma anche in aree relativamente poco popolate.
Per valutare la vicinanza del residente medio italiano a un seggio elettorale romeno, abbiamo calcolato la distanza tra i seggi elettorali e ciascuna località abitata in Italia, ponderando il risultato in base al numero di residenti in ciascuna area (Eurostat pubblica un dataset che indica quante persone vivono in ogni chilometro quadrato del continente europeo: sono quasi 172.000 le celle nella griglia della popolazione italiana). Dopo un complesso processo di elaborazione dei dati (qui sono disponibili maggiori dettagli), è emerso che gli italiani vivono in media a circa 18 km (in linea d'aria) da un seggio elettorale romeno, e oltre il 50% di essi a meno di 13 km.
Considerando la distanza e il tempo di guida stimati, il risultato è piuttosto impressionante: in media, gli italiani avrebbero dovuto guidare circa 40 minuti per raggiungere un seggio elettorale romeno. La metà degli italiani avrebbe potuto raggiungerne uno in meno di 35 minuti e la stragrande maggioranza in meno di un'ora. Probabilmente la maggior parte dei cittadini romeni vive nei centri urbani piuttosto che in località remote, per cui le distanze effettive erano verosimilmente inferiori. D’altro canto, è altrettanto plausibile che alcuni elettori vivano a più di due ore di distanza da un seggio – ma, dopotutto, meglio avere la possibilità di esercitare il proprio diritto di voto in condizioni non ideali piuttosto che non poterlo fare affatto.
In generale, l'elevata densità di seggi elettorali è uno dei fattori che ha permesso a circa 190.000 romeni di votare in Italia e a quasi un milione in tutto il mondo.
Questo articolo è pubblicato in associazione con lo European Data Journalism Network ed è rilasciato con una licenza CC BY-SA 4.0
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