Albania: ambientalisti e comunità scientifica contro la diga sul fiume Vjosa
27 febbraio 2020
Save the Blue Heart of Europe, campagna di sensibilizzazione nei confronti delle tematiche ambientali lanciata nel 2013 da una coalizione di ONG europee, è solo una nelle svariate iniziative che negli anni ha visto protagonisti i movimenti ambientalisti nei Balcani.
Grazie a questa campagna le ONG “EuroNatur” e “RiverWatch”, che l'hanno promossa in collaborazione con svariati partner locali, hanno portato alla luce le numerose aree a rischio ambientale della penisola balcanica: il fiume Vjosa in Albania, il Parco Nazionale di Mavrovo in Macedonia, il fiume Sava in Slovenia ed altre zone in Croazia, Bosnia Erzegovina e Serbia.
La più recente delle iniziative intraprese da Save the Blue Heart of Europe si è tenuta il 15 febbraio scorso a Tirana. La capitale albanese è stata l’arena di un‘importante conferenza stampa durante la quale numerosi esponenti della comunità scientifica albanese, sostenuti da colleghi europei, hanno denunciato pubblicamente gli ingenti danni che la costruzione della diga di Kalivaç, sul fiume Vjosa, causerebbe.
Una petizione datata novembre 2019, firmata da oltre 700 scienziati della comunità internazionale, aveva già portato alla luce l’unicità e l’importanza del fiume Vjosa come patrimonio europeo. Quest’ultimo assieme ai suoi affluenti forma il sistema fluviale più intatto del continente al di fuori della Russia. Lungo il suo corso di 270 chilometri, il fiume Vjosa è a flusso libero - in alcune zone il letto del fiume si espande per oltre 2 km di larghezza - e anche i suoi affluenti sono in gran parte incontaminati.
Criticata anche la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) condotta dal governo albanese col fine di individuare le conseguenze possibili del progetto idroelettrico: per gli esperti di Save the Blue Heart of Europe sarebbe qualitativamente scarsa, il periodo di tempo nel quale è stata redatta è stato troppo breve (solo mesi invece di 2-3 anni) e non è stato valutato alcun impatto transfrontaliero.
Tra chi è intervenuto lo scorso 15 febbraio anche il professore Klodian Skrame, del politecnico di Tirana, che oltre a rimarcare il fatto che il fiume Vjosa è l’unico fiume del tutto naturale rimasto in Albania, e per questo valore unico per le generazioni future, ha evidenziato l’enorme rischio sismico dell’area. La regione di Kalivaç, dove si trova il bacino del Vjosa, è caratterizzata infatti da una faglia attiva nella parte meridionale. La costruzione della diga rappresenterebbe dunque un duplice problema: all’evidente danno ambientale si sommerebbe anche il rischio per le comunità che vivono a valle della diga nel caso di movimenti sismici del territorio interessato.
Save the Blue Heart of Europe si propone di preservare i corsi d'acqua ed i fiumi dei Balcani, sia tutelandone ecologia e biodiversità che valorizzando le comunità che abitano lungo le loro rive e sponde.