Il 15 febbraio in Senato, con 93 voti favorevoli e 61 contrari, è stato approvato definitivamente il ddl di convalida del protocollo stipulato tra il primo ministro albanese Edi Rama e la sua omologa Giorgia Meloni a Roma lo scorso novembre, in base al quale l’Italia creerà a proprie spese centri di “accoglienza” per migranti e procedure di rimpatrio in Albania. Secondo Amnesty, una ratifica "vergognosa e pericolosa".
Dal 30 dicembre scorso l’ex premier e presidente albanese Sali Berisha è agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione passiva a favore di suo genero Jamarber Malltezi, relativa alla privatizzazione dell’ex campo sportivo “Partizani”.
In vista del prossimo Consiglio Europeo del 14-15 dicembre prossimo, sta aumentando la pressione del governo greco guidato da Kyriakos Mitsotakis su Tirana. Atene minaccia l’uso del diritto di veto contro l’inizio dei negoziati tra l’Albania e l’Ue sui primi capitoli dedicati alla democrazia e stato di diritto. La procedura prevede che per tale passo sia raggiunta l’unanimità tra gli stati membri dell’Unione.
L’Albania ha assunto la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza lo scorso 20 settembre. La seduta presso il Palazzo di Vetro dell'ONU è stata dedicata al mantenimento della pace e della sicurezza in Ucraina.
Lo scorso 9 settembre, il giovane regista Erenik Beqiri ha segnato la storia del cinema albanese, vedendosi assegnare da La Biennale di Venezia il prestigioso premio Orizzonti per il miglior cortometraggio, insieme alla nomina per il European Film Awards 2023, in programma a Berlino il 9 dicembre prossimo.
La Commissione europea ha sospeso il pagamento dell’ultima richiesta di rimborso da 450.000 euro all’Albania nell’ambito dei fondi per l’agricoltura IPARD II per presunte irregolarità e pratiche di corruzione.
Tre quarti dei cittadini dei Balcani occidentali sostiene la cooperazione regionale perché la considera positiva per le rispettive economie e concorda sul fatto che ciò che unisce i cittadini dell'area è più importante di ciò che li divide, secondo i risultati dell’edizione di quest'anno del Barometro balcanico, pubblicato dal Consiglio per la cooperazione regionale (RCC).
Lo scorso 6 e 7 luglio il premier albanese Edi Rama ha intrapreso un tour di visite nelle capitali della regione balcanica, in vista del summit annuale del Processo di Berlino che avrà luogo a Tirana il 16 prossimo ottobre.
Le autorità federali tedesche hanno comunicato al Bundestag che tra gennaio e giugno 2022 sono stati espulsi 6198 cittadini stranieri. Le informazioni sono state rivelate in risposta a un'interrogazione dei deputati di Die Linke.
Lunedì sera si è svolta una nuova manifestazione nel centro di Tirana per denunciare la colpevole inazione del governo di fronte al crescente numero di morti sulle spiagge albanesi.
"Oggi, l'Albania e la Macedonia del Nord aprono i negoziati di adesione con l'Unione Europea. Questo momento storico è il vostro successo. Il risultato del vostro duro lavoro. La Commissione europea vi ha sostenuto fino in fondo. Continueremo a farlo". Con queste parole la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato ieri l'apertura dei negoziati per l'adesione dei due paesi
Martedì, la pubblicazione da parte di Reporter senza frontiere (RSF) del proprio indice annuale della libertà di stampa nel mondo ha provocato la furia del primo ministro albanese. Edi Rama ha definito su Twitter la valutazione sul suo paese come una "bugia" e una "fantasia".
Le attiviste del Collettivo Femminista di Tirana hanno intrapreso un'azione simbolica e di sensibilizzazione, come reazione al dramma delle donne uccise dalla violenza patriarcale in Albania.
Le truppe tedesche abbandonano l'Albania sul finire del novembre 1944, nell'ambito della più vasta ritirata nazista dalla penisola balcanica. Da allora l'Albania festeggia la Liberazione il 29 novembre, un giorno dopo la più importante festa dell'indipendenza, proclamata il 28 novembre 1912.
“Sono arrivati stamattina alle sette i primi cittadini afghani che attendevamo da giorni. Sono 121 e li abbiamo trasferiti in strutture alberghiere a Durazzo”. Così ci informa Bruno Prifti, coordinatore in Albania dell’organizzazione italiana Vento di Terra, dopo giorni di attesa snervante.
Un passo importante in direzione di Bruxelles, o la vittoria rassegnata della logica della “fatica da allargamento”? Lo scorso 29 luglio i premier di Albania, Macedonia del nord e Serbia hanno firmato a Skopje gli accordi che danno vita ad “Open Balkan”.
Mercoledì, il parlamento ha votato per la destituzione del Presidente Ilir Meta dal suo incarico per "gravi violazioni" della Costituzione avvenute durante la campagna per le elezioni parlamentari del 24 aprile scorso.
La denuncia arriva da Lapsi , portale web albanese di giornalismo investigativo. Il Partito socialista albanese sarebbe entrato illegalmente in possesso dei dati personali di 910.000 cittadini di Tirana, dai 19 ai 99 anni.
Lunedì scorso Albania e Serbia hanno sottoscritto un accordo che permetterà ai loro cittadini di entrare nei due paesi con la sola carta di identità. Non avranno quindi più bisogno, come accadeva sino ad ora, del passaporto.
Il governo albanese ha obbligato alla chiusura la scuola Hafiz Abdullah Zëmblaku, aperta nel 2002 a Korça, la scuola Ali Korça, aperta dal 1996 a Kavaja e la Memorial International School di Tirana (MIST) con la motivazione che sarebbero “collegate alle strutture dell'organizzazione terroristica Fëto in Albania ”. Lo ha riferito l'agenzia di stampa turca Anadolu.
Save the Blue Heart of Europe, campagna di sensibilizzazione nei confronti delle tematiche ambientali lanciata nel 2013 da una coalizione di ONG europee, è solo una nelle svariate iniziative che negli anni ha visto protagonisti i movimenti ambientalisti nei Balcani.
Sarà la volta buona? Dopo la proposta della Commissione UE di rivedere le procedure sull'allargamento e le parziali aperture della Francia, che lo scorso ottobre aveva bloccato l'apertura dei negoziati con Albania e Macedonia del Nord, l'UE e i paesi dei Balcani occidentali provano a reintrecciare i fili del dialogo.
Il presidente francese Emmanuel Macron si è fortemente opposto ieri durante il Consiglio europeo sul via libera per Albania e Macedonia del Nord alle negoziazioni per l'ingresso nell'Ue. Alla fine ha prevalso su altri leader, tra cui il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e la cancelliera tedesca Angela Merkel, che invece erano favorevoli.
Resta tutta in salita la strada verso l’avvio dei negoziati di adesione all’Unione europea per Albania e Macedonia del Nord. I ministri degli affari europei dei 28, riuniti ieri a Lussemburgo, hanno rimandato la decisione a data da destinarsi, essenzialmente per il rifiuto della Francia che vuole ridiscutere i criteri per entrare nell’UE. La questione finisce ora anche sul tavolo dei capi di stato e di governo, nel vertice di domani che già si annuncia molto pieno.