Un nuovo piano urbanistico nella cittadina costiera di Himara sta riscaldando le relazioni bilaterali tra Albania e Grecia. Minoranze e speculazione edilizia in questo approfondimento
Un anno dopo gli attriti provocati dal caso ciamuriota, Albania e Grecia si trovano invischiate in problematiche causate dal piano urbanistico riguardante il comune costiero di Himara. La città dell’Albania meridionale è abitata da molti appartenenti alla minoranza greca, i quali lamentano la violazione dei loro diritti di proprietà da parte delle autorità di Tirana ed hanno chiesto l’intervento diplomatico di Atene a loro favore.
Il caso ha origine nel settembre 2016, quando il sindaco del comune della città costiera Jorgo Goro approvò un nuovo piano urbanistico, il quale prevedeva l’abbattimento di alcune proprietà immobiliari di abitanti dell’area. Secondo le autorità albanesi l’esproprio di queste proprietà era giustificato dall’interesse pubblico ed è stato ratificato da una delibera confermativa del Consiglio dei Ministri albanese emessa il 22 febbraio di quest’anno. La stessa delibera ha sancito anche il valore monetario del rimborso previsto per le proprietà degli espropriati. Il 30 agosto di quest'anno il consiglio comunale di Himara ha approvato in maniera definitiva il nuovo piano generale urbanistico, decisione ratificata a metà ottobre dal Consiglio Nazionale del Territorio (KKT), ente governativo. Il piano prevede che in sette zone urbanistiche vi siano investimenti strategici nel campo turistico e nello specifico prevede la costruzione di un nuovo boulevard, il rifacimento del manto stradale di molte vie, potature di alberi e la concessione di autorizzazioni per costruire edifici di più piani nella città di Himara e la costruzione di resort turistici nel comune. Alcune demolizioni di edifici all’interno delle zone individuate dal comune sono già cominciate.
La protesta
Gli himarioti toccati dalle demolizioni stanno però contestando per vie legali la validità giuridica degli atti che hanno portato all'approvazione del piano urbanistico e, conseguentemente, delle demolizioni e dei rimborsi previsti per i danneggiati. Per loro l’approvazione in prima lettura del piano urbanistico è stata fatta dal sindaco in forzatura delle sue competenze, che sarebbero spettate al KKT. La forzatura renderebbe illegali la delibera del Consiglio dei Ministri e gli appelli del comune agli espropriati ad evacuare le abitazioni da demolire. Inoltre viene contestata al comune la mancata consultazione degli abitanti toccati dal piano e, soprattutto, il valore dei rimborsi.
Questi ultimi sarebbero accordati per valori di superficie indicati arbitrariamente dal comune e che sono inferiori a quelli reali delle loro proprietà espropriate. Il mancato censimento e definizione catastale delle proprietà immobili in Albania è un problema vecchio di 26 anni, sin dalla caduta del comunismo, che aveva statalizzato queste proprietà. Più recentemente si è tentato di risolverla tramite una legge del 2012, la quale prevede la registrazione di questi immobili dietro il rilascio di un certificato di proprietà al possessore. La nuova registrazione si è incagliata a Himara e questo costituisce il più forte argomento giuridico degli himarioti nel contestare gli atti di pianificazione urbanistica e le demolizioni.
Politica e minoranze
Nel panorama politico albanese la causa di questi cittadini è sostenuta con forza dall’organizzazione OMONIA e dal Partito per l’Unione e i Diritti dell’Uomo (PBDNJ), entrambi rappresentanti della minoranza greca. Fredi Bejleri, esponente di OMONIA, ha dichiarato che la Grecia e Cipro bloccheranno l’adesione albanese nell’UE se continuerà la violazione dei diritti di proprietà degli himarioti. Per Vangjel Dule, segretario del PBDNJ, le azioni del governo Rama mirano a forzare la comunità autoctona greca di Himara a lasciare la città.
Nelle argomentazioni giuridiche a loro favore gli himarioti includono anche la loro appartenenza alla minoranza greca in Albania, la cui consistenza numerica e i cui diritti rimangono un pomo della discordia tra i due paesi vicini. Il regime comunista albanese mise in pratica il riconoscimento dello status di appartenenza a questa minoranza solo agli abitanti albanesi di nazionalità greca di alcune zone a ridosso del confine comune denominate “zone della minoranza”. In esse ad esempio venivano riconosciuti diritti in merito all'istruzione nella madrelingua, cosa che è continuata anche dopo la caduta del regime totalitario. Himara non rientra in esse, malgrado la presenza dei cittadini di etnia greca lì e in alcuni villaggi limitrofi (come Dhërmi) - numericamente indebolita dalla emigrazione post-1990 - sia una realtà indisputabile. Atene vorrebbe che venisse riconosciuta l’appartenenza alla minoranza greca anche a chi non vive nelle “zone della minoranza”.
Dopo aver revocato la cittadinanza greca al sindaco Goro, protagonista nella crisi del piano urbanistico, Atene appoggia con convinzione la richiesta degli himarioti di vedere almeno riconosciuto dall’Albania il loro intero patrimonio immobiliare. “Non si sta solo espropriando la proprietà degli himarioti ma lo si sta facendo senza la dovuta ricompensa” ha dichiarato il ministro degli Esteri greco Nikos Kotzias in una intervista TV lo scorso 28 settembre. In un duro comunicato stampa del 19 ottobre il suo ministero ha definito il piano urbanistico un modo per sradicare la storica presenza dell’ellenismo nella zona di Himara. La nota insinuava apertamente che Tirana vuole distogliere l’attenzione dallo scandalo Tahiri, l’ex-ministro degli Interni albanese accusato in patria di appartenere a una organizzazione criminale. Il ministero degli Esteri albanese ha reagto il giorno dopo, chiamando la nota ateniese “un intervento senza precedenti” e difendendo la legalità del piano urbanistico di Himara.
Atene ha espresso il suo disappunto anche sulla nuova legge albanese per la difesa delle minoranze etniche, approvata il 13 ottobre. Il portavoce del ministero degli Esteri greco ha definito la legge “un passo indietro per la più consistente minoranza dell’Albania”, che è quella greca.
Dialogo
Per fortuna delle relazioni di buon vicinato tra Albania e Grecia e delle aspirazioni albanesi per entrare nell'Unione europea (dove Atene possiede un diritto di veto sulle nuove adesioni) il dialogo bilaterale è sempre in piedi. Dal 10 al 12 novembre il ministro degli Esteri greco Kotzias ha ospitato a Creta per incontri ufficiali bilaterali il suo omologo albanese Ditmir Bushati per discutere tutte le problematiche bilaterali, tra cui vi è la richiesta di Tirana che Atene abolisca lo stato di guerra tra i due paesi (ineffettivo ma in vigore dal 1940 ) e la necessità di definire un comune confine marittimo. Al termine del vertice è stato diffuso un comunicato congiunto dove si annuncia che gli incontri proseguiranno a breve in Albania.
Malgrado il riannodarsi del dialogo diretto con Atene, sembra però difficile che il governo Rama desista dall’attuazione del piano urbanistico a Himara. Gli incontri del premier e dei ministri albanesi Mirela Kumbaro e Damian Gjiknuri con i rappresentanti himarioti e i loro legali non hanno prodotto segnali che fanno pensare all’abbandono del progetto dall’esecutivo albanese. Al momento il ricorso alle vie legali sta tentando di rallentare l'attuazione del progetto. Sul piano politico la più grande speranza degli himarioti è che Atene si impunti per difenderli con Tirana.
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