Albania: il primo ministro Rama contro Reporter senza frontiere
5 maggio 2022
Martedì, la pubblicazione da parte di Reporter senza frontiere (RSF) del proprio indice annuale della libertà di stampa nel mondo ha provocato la furia del primo ministro albanese. Edi Rama ha definito su Twitter la valutazione sul suo paese come una "bugia" e una "fantasia".
L'Albania, rispetto all’anno scorso, ha perso 20 posizioni, il calo maggiore nei Balcani, dopo la vicina Grecia (-38 posti).
Secondo l'ONG francese, l'Albania è 103° su 180 paesi classificati, e il suo punteggio complessivo è sceso di 13 punti, da 69,41/100 nel rapporto 2021 a 56,41 in quello 2022. Il rapporto critica la mancanza d'indipendenza dei media, "i più influenti dei quali sono nelle mani di una manciata di aziende legate al mondo politico". Ma segnala anche "l'insufficiente protezione della riservatezza delle fonti", così come "la pressione politica" e "l'impunità degli attacchi" contro i giornalisti.
Poco dopo la pubblicazione della classifica e del rapporto di RSF, Edi Rama ha fortemente criticato le sue conclusioni su Twitter. "Non c'è intimidazione dei media in Albania, né c'è alcun ostacolo alla libertà dei giornalisti", ha scritto. "Si parla di cause contro i giornalisti, quando non ce ne sono! Si critica una legge anti-diffamazione quando non esiste!”.
In realtà, in una settimana la proposta di legge anti-diffamazione che arriva dalla maggioranza governativa è stata citata in due rapporti, uno di Freedom House e l'altro di RSF. Per il momento, il progetto di legge è sospeso, ma non è stato mai rimosso dall'agenda parlamentare e può quindi essere votato dalla maggioranza in qualsiasi momento.
"Giornalisti vittime della violenza della polizia in Albania? Che bugia! I giornalisti che criticano il governo sono vittime di attacchi politici? Che fantasia!" ha continuato Edi Rama.
Vi sono molti casi documentati di attacchi fisici contro i giornalisti nell'ultimo anno, compresi molteplici aggressioni da parte della polizia stessa. E questi attacchi non sono mai stati deplorati dalle autorità albanesi.
Edi Rama ha anche negato l'esistenza di processi contro i giornalisti. Tra il 2018 e il 2020, il suo Partito Socialista ha intentato ben 35 cause contro i media e la società civile. Inoltre, ci sono molteplici cause SLAPP - cosiddette querele temerarie - pendenti davanti ai tribunali.
Paradossalmente, il primo ministro albanese ha riconosciuto nel suo thread di Twitter di essere consapevole che questi tweet saranno interpretati come un attacco e una pressione contro i media. "Ma è impossibile per me rimanere in silenzio quando vedo come alcune persone si prendono gioco della libertà di espressione e come la libertà di stampa divenga la libertà di opprimere, di violare fatti, persone e luoghi", si è giustificato.
Questa è una conclusione che assomiglia soprattutto a un'operazione di propaganda: è sfruttando questa argomentazione - e cioè che i media albanesi diffondono notizie false e disinformazione - che Edi Rama tenta di far passare la sua legge "anti-diffamazione". L'obiettivo è di mettere tutti i media online sotto il controllo di un organismo nominato dal governo. Questo ha spinto Reporter Senza Frontiere a chiedere all'Unione Europea, alla quale l'Albania spera di aderire, di esigere dal governo albanese un chiaro impegno a proteggere i giornalisti e la libertà dei media.
Link: Le Courrier des Balkans , Exit