Era il fiore all’occhiello dell’industria albanese. Lì si trovavano le principali aziende della capitale Tirana. Poi si è trasformato in una periferia, degradata e dimenticata dalle istituzioni. Una recensione
La prima domanda che ti potrebbe venire in mente, mentre vedi un libro sul quartiere Kombinat di Tirana, è questa: “Che c’entra un professore italiano con un quartiere periferico della capitale albanese?”. Infatti, il volume appena pubblicato dal titolo “Kombinat” porta il nome dello studioso Luigi Za. Ma la domanda evidentemente è mal posta. Si dovrebbe riformulare così: “Come mai un quartiere periferico di Tirana ha attirato l’attenzione di uno studioso italiano?”. La risposta si intravede parzialmente nel sottotitolo del volume: “Storia e vita quotidiana di un quartiere simbolo di Tirana”. Kombinat, quindi, si affaccia in qualità di simbolo di Tirana e forse di tutta l’Albania, dalla industrializzazione degli anni cinquanta fino ai giorni nostri.
Non c’è dubbio, il libro contiene uno sguardo insolito. Perfino controcorrente, se si pensa ai soliti turisti e “conoscitori” dell’Albania moderna, che si soffermano nel centro città, nei ristoranti moderni, presso i bar vetrina, negli hotel lussuosi e si accontentano di souvenir stanchi. “Kombinat” si spinge oltre, nelle viscere della storia e della vita quotidiana albanese degli ultimi decenni, per esplorare ciò che nessun rapporto internazionale ti dirà, ciò che nessun giornale ti farà sapere. Ma Kombinat, come storia e simbolo, potrebbe essere anche una chiave di lettura della storia recente d’Albania, del suo popolo, dei suoi desideri. Così come la società attuale albanese, risulta più comprensibile, dopo aver studiato la gente di Kombinat.
La ricerca presentata nel libro offre una visione a 360° della vita del quartiere di Kombinat. Sotto la lente analitica finiscono puntualmente le sue mille sfaccettature: la situazione socio-economica, il territorio, l’istruzione, il controllo sociale, la sicurezza, il ruolo della donna, i giovani, le migrazioni, la famiglia, i valori della comunità, la percezione del proprio territorio, i servizi sociali, ecc...Non manca ovviamente la dimensione storica, a cominciare dalla nascita del quartiere e del complesso industriale, per continuare con la formazione, le condizioni di lavoro, la vita in fabbrica, e per finire con la crisi degli anni Novanta e la situazione attuale.
Si tratta di un grande strumento di conoscenza, corredato da storie di vita, che regalano al volume una freschezza particolare. Kombinat viene raccontato da molteplici punti di vista, che permettono una ricostruzione a tre dimensioni della sua esistenza. La ricerca si presenta ricca anche per le fonti utilizzate: foto, filmati, interviste, studi, documentazione. Dal punto di vista culturale questo volume tenta di strappare l’attenzione alla visione centripeta ed egocentrica che predomina oggi a Tirana e in tutta l’Albania; dal punto di vista pratico i risultati della ricerca sono estremamente utili per le istituzioni che disegnano le politiche territoriali.
Qualcuno potrebbe scorgere dei lampi di nostalgia nel libro su Kombinat. Specialmente nelle interviste piene di vita e di ricordi. Si tratta solo di un’illusione ottica. Sicuramente non nelle intenzioni degli autori, a cui sta a cuore la ricostruzione della memoria, individuale e collettiva, l’unica via per conoscere e conoscersi, l’unica strada verso il domani. In questo senso “Kombinat” è un ritorno al passato per progettare il futuro.
Ci sono tante foto in bianco e nero riprodotte nel volume. Sprazzi di vita quotidiana. Donne immortalate mentre lavorano in fabbrica, uomini e bambini. Sembrano foto arrivate da un’altra epoca, da un altro pianeta, sebbene quelle facce abbiano qualcosa di familiare, che va al di là dell’origine di ognuno di noi. Nello sfogliare le pagine, il lettore potrebbe tentare di attribuire una faccia alle numerose interviste contenute nel libro. Cercare persone, voci, sentimenti, comunità. Curiosare tra tessere vocali e iconiche di un puzzle sociale: interviste di oggi e foto di ieri per ritrovare le radici comuni.
Il libro “Kombinat. Storia e vita quotidiana di un quartiere simbolo di Tirana” è interessante per tutti, non solo per gli albanesi, non solo per i kombinats ai quali per la prima volta viene dedicato un libro: “Ai kombinats di ieri e di oggi”, recita la dedica dell’autore, che tradisce rispetto e amore.
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