Nata un anno fa dal sogno di un musicista albanese formatosi in Italia, l'Orchestra giovanile albanese si appresta ad "entrare in Europa". Lo farà il 4 luglio 2014, al termine di un viaggio della pace che porterà i suoi giovani musicisti da Tirana a Bruxelles
L'Orchestra giovanile albanese (OGA) è la prima orchestra giovanile del Balcani. Al di là della retorica con cui volentieri si esalta l'eccezionalità del legame tra Italia e Albania, questa nuova realtà musicale - la quale non esisterebbe senza l'esperienza e il sogno di un musicista albanese formatosi in Italia - è un progetto autenticamente misto, intrinsecamente italo-albanese.
Il debutto
L'OGA ha debuttato circa un anno fa, in occasione delle celebrazioni del centenario dell'indipendenza dell'Albania: era il 26 novembre 2012. Diretta dal Maestro Aldo Ceccato ed impreziosita dalla presenza di undici musicisti dell'Orchestra giovanile italiana, l'orchestra offrì al caloroso pubblico del Teatro dell'Opera di Tirana e alle autorità presenti due magistrali interpretazioni di Beethoven (un'Overture, il Die Weihe des Hauses e una Sinfonia, l'Eroica) e una splendida versione del Poema sinfonico su temi albanesi del Maestro e compositore albanese Pëllumb Vorpsi.
Un successo di musica e di pubblico che nel corso dello scorso anno ha avuto modo di replicare: il 7 maggio 2013, questa volta sotto la guida del Maestro Guido Corti e ospite del Teatro Nazionale, l'OGA ha dato vita ad una frizzantissima reinterpretazione del Pierino e il Lupo di Prokofiev; mentre lo scorso settembre, in occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, le due orchestre giovanili, italiana ed albanese, hanno eseguito per la prima volta in Albania la Messa da Requiem che il Maestro compose in memoria di Alessandro Manzoni: uno sforzo organizzativo colossale, poiché oltre agli ottantasei musicisti membri delle due orchestre giovanili (felicemente coordinati, ancora una volta, dal Maestro Ceccato), vennero coinvolti sessanta elementi del coro del Teatro dell'Opera e diversi solisti provenienti dall'Italia (la soprano Serena Daolio, la mezzosoprano Cristina Melis, il tenore Alessandro Liberatore e il basso Raffaele Costantini).
Come nasce
L'Orkestra Rinore Shqiptare nasce ben prima del suo debutto in grande stile. Nasce, anzitutto, nella mente di Arber Neziri, un cornista albanese diplomatosi al Conservatorio Boccherini di Lucca e perfezionatosi alla Scuola di Musica di Fiesole, dove ebbe modo di conoscere e di divenire egli stesso membro dell'Orchestra giovanile italiana – una creatura della realtà fiesolana.
La domanda che Arber si pose all'indomani del diploma è molto semplice: perché non dare vita ad un'orchestra giovanile anche nel mio paese? L'allievo spiegò ai suoi maestri il proprio sogno di rientro. Dapprima a Guido Corti, celebre cornista italiano, e successivamente a Pëllumb Vorpsi, il suo vecchio professore di armonia a Tirana. Uniti dalla musica e da un ex studente, questi due sconosciuti iniziarono a lavorare insieme.
Riprendendo ed ampliando lo spirito del proprio padre fondatore – Piero Farulli aveva fondato la Scuola proprio al fine di condividere la pratica e la passione musicale con i suoi concittadini – la Scuola di Musica di Fiesole decise infine di costruire in Albania un nuovo sistema didattico-musicale; aperto, s'intende, a tutti i paesi balcanici.
Per usare le parole del sovrintendente Lorenzo Cinatti: "Non si trattava solo di esportare il “metodo Fiesole”, ma di innescare quel circolo virtuoso che trasforma gli alunni di oggi negli insegnanti di domani".
Il progetto prese avvio nell'ottobre 2010. Con l'obiettivo di creare una vera e propria orchestra sinfonica, in due anni di lavoro i docenti dell’Orchestra giovanile italiana selezionarono attraverso masterclass intensive i migliori studenti di musica classica dell’Albania e dell’area balcanica. Nel luglio 2010 nasceva invece la Fondazione Idea: un'organizzazione no-profit che riproduce in buona sostanza il rapporto esistente tra la Fondazione Scuola di Musica di Fiesole e l'Orchestra giovanile italiana. Si calcola che dalle prime masterclass alle audizioni definitive abbiano partecipato circa 170 strumentisti da tutti i Balcani. Ad oggi fanno parte dell'OGA 73 strumentisti: 14 primi violini, 12 secondi violini, 10 viole, 8 violoncelli, 6 contrabbassi, 4 corni, 2 oboi, 3 flauti, 2 clarinetti, 2 fagotti, 3 trombe, 3 tromboni, 1 tuba, 1 timpano e 3 percussionisti.
In viaggio verso l'Europa
Alla luce dei risultati conseguiti, il prossimo 4 luglio l'OGA entrerà a far parte della Federazione delle Orchestre Giovanili Europee: a consacrare l'integrazione musicale dell'Albania sarà un concerto tenuto presso il Parlamento europeo di Bruxelles. Per raggiungere le pianure belghe, l'Orchestra ha scelto un pullman metaforico: le tappe di questo “viaggio verso l'Europa” saranno infatti cariche di ricorrenze e significati storici.
Si parte da Tirana, con un concerto la sera del 26 giugno, e due giorni dopo si approda a Sarajevo, per un “concerto della pace” nel giorno in cui ricorrono i cento anni dall'inizio della Prima Guerra Mondiale – essa prese avvio proprio nell'odierna capitale bosniaca dall'uccisione dell'arciduca Francesco Ferdinando. Dopodiché sarà la volta di Trieste – una terra di confine che tanta parte ha avuto nelle vicende belliche italiane e balcaniche – di Salisburgo – città che diede i natali a Mozart e che attualmente ospita l'Università Mozarteum, partner delle Orchestre Giovanili italiana ed albanese – poi di Colonia ed infine di Bruxelles, dove proprio il 4 luglio l'Italia assumerà il Semestre di Presidenza europea – il concerto al Parlamento costituirà altresì un gentile omaggio di quest’orchestra sorella al contributo che l'Italia ha fornito e sta fornendo alla sua nascita e al suo sviluppo.
Il repertorio scelto dagli organizzatori per questo viaggio d'eccezione coinvolgerà tre grandi compositori diversamente europei: Gioacchino Rossini, di cui verrà eseguita la celebre Overture del Guglielmo Tell; Ludwig van Beethoven di cui è stata scelta la Settima Sinfonia, ed infine Antonín Leopold Dvořák, con la sua Nona Sinfonia detta Dal nuovo mondo. Un italiano, un tedesco ed un ceco a ricordare come l'unità della civiltà europea non sia mai a discapito delle singole identità – valori, questi, che l'Orchestra giovanile albanese incarna meglio di qualsiasi altro progetto europeista. L'idea di un'orchestra multietnica in viaggio verso la pace europea è in effetti di una potenza inedita, ineguagliabile. A ben vedere, l'unicità dell'Orchestra giovanile albanese risiede nel fatto che essa non colloca i valori dell'integrazione in un futuro indeterminato ma li pratica felicemente in sé stessa, costituendone un esempio reale. Come dice Arber Neziri, "nello stesso leggio siedono un kosovaro e un serbo, un albanese e un greco, un bosniaco e un serbo. E non per questo non vanno a ritmo. Anzi".
L'intervista ad Arber Neziri, fondatore dell'Orchestra giovanile albanese:
Come ha iniziato a suonare? E perché proprio il corno?
All'età di dieci anni mia madre mi iscrisse al liceo di musica di Tirana. Mi piaceva ma ero indeciso sullo strumento: all'inizio pensavo chitarra, poi viola... Un giorno un professore mi chiese di partecipare alle classi di corno. Conoscevo lo strumento di vista, ma non avevo mai sentito un concerto per corno. Ricordo che decisi non appena il professore cominciò a suonare. Da allora ho sempre e solo studiato corno. Sono diventato solista dopo soli tre anni di studio: Ferdinand Deda mi scelse per suonare il suo concertino per corno e orchestra. In quei giorni in Albania c'erano dei musicisti dalla Scala e dell'Orchestra Regionale della Toscana; un cornista, Paolo Faggi, mi ha sentito e mi ha detto: "Devi venire in Italia". Sono partito all'età di 15 anni.
Dopo più di dieci anni, come ti è venuta l'idea di ritornare?
Ho un difetto – ammette Arber, sinceramente contrito – sono un po' idealista. Spesso e volentieri gli albanesi di successo non tornano. Io in Italia avevo tanto: lavoravo in diverse orchestre, facevo il solista, avevo vinto tanti concorsi, insegnavo... In effetti ho deciso contro tutto, contro i miei famigliari, i miei amici, i professori... Ho deciso di tornare per dare spazio ai nostri ragazzi.
In Albania abbiamo tantissimi talenti ma pochi professionisti. Ho esposto il problema ai miei maestri, italiani e albanesi, che mi hanno capito perfettamente: io, il Maestro Corti e il Maestro Vorpsi non siamo tre persone, siamo un trio. Abbiamo cominciato a lavorare. Corti non era mai stato in Albania, ma dal giugno 2010 ha cominciato a venire a Tirana, tenendo le prime masterclass all'Accademica per vedere il livello, il contesto... Dopodiché abbiamo deciso di buttarci. Io stesso ho viaggiato l'Albania in lungo e in largo, non era possibile per tutti gli studenti venire a Tirana. Sono stato anche in Kosovo, Macedonia, Montenegro...
Al di là del tuo coinvolgimento personale, qual è il tuo giudizio tecnico sull'Orchestra? Avete già raccolto i frutti del vostro lavoro?
Arber sorride e fa una lunga pausa di riflessione – Se vuoi proprio saperlo, secondo me l'Orchestra giovanile albanese è la prima orchestra dell'Albania. Questo per due motivi: le forze giovani di cui dispone e la professionalità del metodo Fiesole messo a disposizione di quei giovani, talentuosi e selezionati. Purtroppo c'è molta gelosia a riguardo, da parte della vecchia guardia, di colleghi di altre orchestre in cui suono. Li posso capire, ma che noi suoniamo bene è un fatto, riconosciuto anzitutto dal pubblico.
Dal punto di vista musicale, mi permetto di dire che il Requiem di Verdi che abbiamo realizzato a settembre non ha precedenti nel paese. Meritiamo pienamente l'ingresso in Europa, non si tratta assolutamente di un passo azzardato. Anche perché altrimenti non saremmo stati accettati!
Che cos'è esattamente la Federazione delle Orchestre Giovanili Europee?
È come l'Unione europea, ma al posto degli Stati integra le orchestre. Ovviamente non tutti possono entrarci, ci vogliono dei requisiti precisi, un certo livello tecnico e musicale: c'è bisogno anzitutto di un'organizzazione che rispetti tutti i criteri, nel nostro caso questa è la Fondazione Idea. Altre condizioni sono la qualità dei professori preparatori, dei direttori, dei concerti. E su questo Fiesole ci sta dando una grande mano.
I concerti che abbiamo tenuto fino ad oggi sono stati sentiti da una giuria. Dal punto di vista burocratico, il progetto e l'application sono già stati accettati. Con questo tour europeo esprimeremo il nostro massimo livello e finalmente, a Bruxelles, verremo accolti nella famiglia europea. Attendiamo quel giorno con un'apprensione che è difficile da esprimere, se non con la musica infatti...
Il vostro è un viaggio splendido perché metaforico, carico di molteplici significati.
È vero. Con un solo tour celebriamo diverse ricorrenze e passaggi storici, il passato e il presente. Ma in fondo il significato è un solo: unione, pace, nel nome della musica e dei valori europei. L'idea è nata a cena: eravamo io, il Maestro Corti, il Maestro Vorpsi, Lorenzo Cinatti; ma anche Francesco Matera e il Dott. Zamir Ndroqi.
Tengo a specificare che la nostra sarà una vittoria di tutti i Balcani: l'Albania è l'unico paese ad avere un'orchestra giovanile, ma nella nostra orchestra sono rappresentati tutti i paesi balcanici in viaggio per l'Europa. Questo vale anche a livello organizzativo: i finanziamenti per il tour verranno sì dal governo albanese, ma anche dalle singole città che ospiteranno i nostri concerti.
Per quanto riguarda la prima qui a Tirana il sostegno verrà dal nostro ministero della Cultura ma anche dall'Ambasciata italiana e dall'Istituto Italiano di Cultura. L'Italia è ovviamente in prima linea nel sostenerci, sia dal punto di vista musicale vista la partnership con Fiesole e l'Orchestra giovanile italiana, sia a livello istituzionale attraverso l'Ambasciata ed il ministero degli Affari Esteri, i quali ci sosterranno per tutto il viaggio.
Anticipo volentieri che questa nostra esperienza produrrà un film. Abbiamo già cominciato le riprese, in archivio abbiamo diversi materiali video che risalgono ai tempi delle masterclass: affiancandoli a quelli che produrremo durante il tour speriamo di realizzare un vero e proprio film. Grazie all'aiuto dei registi Francesco Matera e Gjergj Xhuvani contiamo di presentare “In viaggio verso l'Europa” a Venezia o a Cannes. Credo che la nostra storia abbia i numeri per partecipare...
Se hai 27 anni significa che hai iniziato a studiare musica in anni difficili per il tuo paese... Ne hai qualche ricordo?
Ero entusiasta, studiavo dieci ore al giorno, per me c'era solo il corno. Però sì, sono entrato alla scuola di musica nel '97, l'anno del caos. Mi ricordo benissimo quel momento, la guerra civile dopo le finanziarie. Una situazione difficile e surreale, impossibile da spiegare. Era uno Stato che non c'era. L'Albania era in mano a bande di criminali, si spartivano diverse zone. È stato un momento pesantissimo e due anni dopo lo scoppio della guerra in Kosovo.
Anche per questo io credo nell'Orchestra Giovanile e nel suo viaggio europeo. L'Albania è una zona cruciale per la pace nei Balcani. E senza dubbio la musica è più avanti della politica: ad ogni concerto, io metterò sullo stesso leggio un serbo e un kosovaro, sono certo che saranno in perfetta armonia. Vedi, per me l'orchestra riproduce in piccolo la migliore società possibile: si suona tutti allo stesso ritmo, nella stessa tonalità, ma quando uno ha il tema, quando qualcuno ha qualcosa da dire, gli altri accompagnano, piano: lo ascoltano. Non sempre gli uomini si rispettano in questo modo, in società. Ma nelle orchestre sempre.
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