Il giornalismo investigativo in Albania è un settore che versa in condizioni difficili, come emerso dal training tenutosi a Scutari nell'ambito del progetto "Partnership Against Corruption Together – PACT"
Fonte: Shqiptarja.com
L'11 e il 12 luglio scorsi si è svolto a Scutari un seminario sul giornalismo investigativo, dedicato ai professionisti del settore e alle associazioni dei media di quattro circoscrizioni dell'Albania settentrionale quali Scutari, Lezhe, Kukes e Diber.
Il seminario si inserisce nell'ambito del progetto europeo dal titolo "Partnership Against Corruption Together – PACT", iniziato a gennaio del 2016 con il coordinamento del Centro Nazionale di Training e dell’Assistenza Tecnica – ANTTARC e realizzato in partenariato con la Fondazione Albanese per lo Sviluppo delle Capacità Locali (ALCDF) e il centro Agisci per la Società (AfS), ANTTARC.
L'obiettivo cardine del seminario è avviare la condivisione delle problematiche, la ricerca di soluzioni e l'avvio di iniziative dedicate al buon governo e all'anti-corruzione a livello locale nel settore dell'informazione.
E' seguito l'intervento di Iris Luarasi, docente del Dipartimento di Giornalismo presso l’Università di Tirana e nota attivista a difesa dei diritti umani nel paese, dedicato al giornalismo investigativo. Luarasi ha sottolineato l'importanza della costruzione di dialogo tra i partecipanti e i relatori: “Il mio intento non è tenere una classica lezione, ma avviare un dibattito comune su ogni questione che emergerà durante il seminario di questi due giorni, facendo emergere le criticità”.
I partecipanti al seminario hanno espresso unanimità nel definire l'Albania come un paese che ha bisogno di sviluppare e sostenere il giornalismo investigativo, considerato innanzitutto l'alto livello di corruzione che persiste nel paese. Iris Luarasi ha evidenziato tre ambiti in cui il giornalismo investigativo ha la possibilità di operare: scoprire scandali, controllare il funzionamento del governo e delle amministrazioni pubbliche ma anche denunciare le illegalità del settore produttivo privato o del settore no-profit.
Nella seconda parte del seminario alcuni dei giornalisti presenti hanno riportato l'esperienza personale e i problemi a cui sono andati incontro dopo aver pubblicato servizi investigativi di grande portata. I giornalisti dell'area di Scutari hanno messo l'accento sulle difficoltà del fare giornalismo investigativo senza un adeguato training e senza le basilari risorse a disposizione, ad esempio, dei colleghi di paesi europei.
Una forte denuncia è stata poi sollevata da alcuni tra i più importanti giornalisti investigativi del paese riguardo alla penetrazione internazionale nelle emittenti televisive di Tirana, con pseudo-giornalisti i quali o hanno dimostrato basse capacità investigative o, addirittura, sono stati assunti con la chiara indicazione di seppellire e mettere a tacere verità compromettenti degli ultimi 26 anni. A questo proposito, uno dei partecipanti ha raccontato, in base alla sua diretta esperienza, il funzionamento di questo sistema: “Questi 'specchietti per le allodole' spostano l'attenzione del pubblico dai più seri casi investigati nel paese, mettendo oltretutto in ombra il mancato perseguimento giudiziario e facendo in modo che vengano così seppelliti. Ecco perché assieme alla riforma della giustizia, in Albania è urgente arrivare ad una riforma delle leggi che regolamentano il sistema dei media”.
In conclusione dell'intervento riassuntivo della giornalista e lpolitologa Mimoza Kociu - Jaupi, Coordinatrice di APJ Albania, il seminario è proseguito con una sessione pratica: dalla creazione e al mantenimento dei rapporti dei giornalisti con le fonti, fino allo studio e all’analisi di un articolo investigativo.
Il Training di 2 giorni si è concluso con una sessione dedicata alla legislazione e all'accesso alle informazioni concesse dalla legislazione albanese, attraverso concrete esercitazioni di investigazione su casi suggeriti dai giornalisti presenti.
Alla buona realizzazione dei due giorni di training hanno contribuito Arjana Haxhiu e Jerina Stamo, dello staff di PACT ANTTARC, con il monitoraggio di Vesna Salaj, valutatrice del Progetto PACT finanziato dall’Unione Europea.
Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto
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