Tirana: Piazza Skanderbeg s'attraverserà a piedi!

25 maggio 2017

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Alberi da frutto, fontane zampillanti, pietre naturali. La nuova Piazza Skanderbeg, ha promesso il giovane sindaco socialista Erion Veliaj, sarà il nuovo polmone verde di Tirana. Un "centro ecologico" appartenente a tutti gli albanesi, visto che a lastricare l'immenso spazio pedonale attorno alla statua dell'Eroe a cavallo saranno pietre  provenienti da tutte le regioni etniche, dentro e fuori i confini dello stato.

Un progetto ambizioso e delicato, perché coinvolge  i più importanti edifici storici dell'Albania: la floreale Moschea Ethem Bey costruita in epoca ottomana, i cosiddetti "ministeri italiani" che oggi ospitano la sede del Municipio; il razionalissimo Palazzo della Cultura, la cui prima pietra venne posata da Krusciov quando ancora l'Albania era filosovietica; il Museo Nazionale di Tirana, esito monumentale di un regime comunista ormai al tramonto.

La piazza simbolo dell'Albania - non tanto per la bronzea presenza di Skanderbeg (in sella dal 1968), ma per la stratificazione storica riassunta nei suoi 40.000 metri quadrati - è da sempre al centro delle congetture delle amministrazioni comunali, indipendentemente dal colore politico. Solamente sei anni fa anche Lulzim Basha, il sindaco democratico che sostituì Edi Rama al governo della capitale, scelse di aprire il suo mandato rivoluzionando "il centro". L'immensa rotonda impasseggiabile che ne venne fuori fu aspramente criticata dalla cittadinanza, ed è proprio su quel malumore che la nuova amministrazione socialista ha deciso di ricostruire, promettendo silenzio e fresche camminate al verde.

Su quale snodo sfogherà il soffocante traffico della capitale non è ancora chiaro; nel dubbio un enorme parcheggio sotterraneo è già in costruzione. L'inaugurazione della nuova Piazza è prevista per il prossimo 10 giugno, ma i lavori di "perfezionamento" andranno avanti anche una volta chiuso il cantiere principale. Come sempre, sullo sfondo, si agita la polemica politica: sui costi, sugli appalti, sul consueto decisionismo architettonico del premier Rama, che, stando alle accuse di voci indipendenti miste a malelingue, continuerebbe ad affidare lavori colossali a studi ed aziende amiche.

Alla fine, però, il valore degli spazi pubblici si misura sulla partecipazione dei suoi abitanti. Al momento, attorno a quest'ennesimo cantiere tiranese, si respira più speranza che disillusione.