Una risoluzione del Parlamento europeo sottolinea l'avvicinamento dell’Armenia all’UE. L'Unione europea pensa che Yerevan potrebbe presentare domanda di adesione, ma rimangono molti interrogativi
Venerdì scorso, il portavoce dell'Unione europea Peter Stano ha annunciato che l'Armenia potrebbe presentare domanda di adesione. La dichiarazione segue una risoluzione non vincolante del Parlamento europeo del 13 marzo, che aveva invitato gli organi superiori a prendere in considerazione un'eventuale richiesta di adesione di Yerevan.
"Se l'Armenia fosse interessata a richiedere lo status di paese candidato e a continuare il suo percorso di consolidamento della democrazia tramite riforme durature, ciò potrebbe gettare le basi per una fase di trasformazione nelle relazioni UE-Armenia", si legge nella risoluzione.
Il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan si è mostrato più cauto: "Quando l'Armenia avrà intenzione di chiedere l'adesione all'UE, sarete i primi a saperlo", ha detto. Ciononostante, e sebbene la maggior parte degli analisti armeni respinga questa possibilità, la risoluzione ha evidenziato i crescenti rapporti tra Armenia e UE a fronte del peggioramento delle relazioni tra Yerevan e Mosca, il tradizionale partner politico, economico e di sicurezza dell’Armenia.
Tuttavia, la prospettiva di una richiesta di adesione all’UE rimane discutibile. La settimana scorsa il primo ministro Nikol Pashinyan ha incontrato i parlamentari del suo partito del Contratto civile per discutere la questione, ma alcuni nutrirebbero serie riserve.
Yerevan, si sa, è infastidita dalla posizione di Mosca nel conflitto armeno-azerbaijano, ma la diversificazione della sua politica di sicurezza è necessaria dato che la Russia, impegnata in Ucraina, è difficilmente in grado di fornire sicurezza o armi. L’economia, tuttavia, è un'altra questione. La Russia non solo possiede e controlla settori chiave in Armenia, ma è anche il principale mercato per le esportazioni.
Molte famiglie in Armenia fanno affidamento sulla Russia per le rimesse. In ottobre, in un discorso al Parlamento europeo, Pashinyan si era limitato a dichiarare che l'Armenia voleva avvicinarsi all'UE solo “nella misura in cui l'UE lo ritiene possibile”. La sua attuale adesione all’Unione economica eurasiatica (EAEU) guidata dalla Russia sarebbe un grosso ostacolo da superare.
Nel 2013, ad esempio, l’allora presidente Serzh Sargsyan scelse di non firmare un accordo di associazione con l’UE (AA UE) e un accordo di libero scambio globale e approfondito (DCFTA) a favore di uno con l’EAEU. Da allora, anche con Pashinyan, l’importanza della EAEU per l’Armenia non è cambiata. Pochi credono che l’UE potrebbe sostituirla nel prossimo futuro.
L’Armenia fa affidamento anche sul gas russo, fortemente sovvenzionato e venduto a prezzi ben inferiori a quelli di mercato, cosa che potrebbe rivelarsi impossibile da sostituire o compensare. Inoltre, il nuovo ministro dell’Economia armeno, Gevorg Papoyan, ha citato solo l’Egitto come esempio di potenziali nuovi mercati, e comunque senza dati a sostegno di tali affermazioni.
Secondo Eurasianet, lo scorso anno circa il 40% delle esportazioni armene è andato in Russia, che è anche il principale riferimento per le importazioni di grano e petrolio. Nel 2022, i trasferimenti di denaro dei lavoratori migranti dalla Russia all’Armenia hanno raggiunto i 3,6 miliardi di dollari.
Per ora, non è nemmeno chiaro se ci si aspetta che l’Armenia metta fine alle sue relazioni con l’EAEU prima, durante o dopo eventuali colloqui sullo status di candidato. C’è anche il fattore tempistiche. La vicina Georgia ha firmato l’accordo di associazione con l’UE nel 2014, ma solo alla fine dello scorso anno ha finalmente ricevuto l’ambito status di paese candidato, e anche con probabile riluttanza.
Tuttavia, Pashinyan ha accolto con favore la risoluzione non vincolante e annunciato l'intenzione di fare dell’adesione all’UE un “oggetto di discussione pubblica in Armenia”, cosa che sarà cruciale prima che si possa prendere qualsiasi decisione ora o in futuro.
L’ambasciatore dell’Armenia presso l’UE, Tigran Balayan, si è espresso in termini più chiari durante una conferenza a Bruxelles il 16 marzo. "La politica estera armena non è né una svolta verso l'Occidente, né una svolta verso l'Oriente", ha affermato. “La politica estera armena è una svolta verso gli interessi statali degli armeni”.
Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!