Una ragazza mostra una mascherina con i colori della bandiera dell'Armenia

© au_uhoo/Shutterstock

In Armenia forte impatto della nuova ondata di Covid-19. Il governo approva nuovi vincoli e valuta la possibilità di introdurre un pass sanitario per entrare nei ristoranti e partecipare ai concerti

21/10/2021 -  Armine Avetisyan

Un’altra ondata di Covid sta colpendo l’Armenia. Secondo le statistiche ufficiali, si registrano all’incirca 1000 nuovi casi al giorno. Sale anche il numero dei morti: in questi giorni si sono registrati in media 30 decessi, numero molto alto rispetto alle cifre precedenti. Questo nonostante il paese di quasi 3 milioni di abitanti sia sottoposto a rigide misure per il contenimento della pandemia.

L’Armenia è in quarantena ormai da un anno. Nei luoghi chiusi devono essere indossate le mascherine, utilizzati termometri sia nei luoghi di lavoro che nei luoghi pubblici, e bisogna sempre disinfettarsi le mani. Gli addetti ai controlli - tra cui anche la polizia - effettuano numerose ispezioni nei luoghi pubblici - trasporti pubblici compresi - 7 giorni su 7. Chi viola le restrizioni viene multato. Un’attività economica che viola le norme, ad esempio, è multata tra i 100 e i 300 mila dram armeni (approssimativamente tra i 180 ai 545 euro), e in caso di violazioni ripetute tra i 150 e i 500 mila dram (approssimativamente tra i 270 e i 905 euro).

Il 1° ottobre è entrato in vigore un nuovo regolamento. Per ordine del ministero della Salute armeno, i lavoratori che non sono vaccinati senza avere sostanziali controindicazioni, ogni 14 giorni devono presentare un certificato che confermi il risultato negativo del test PCR COVID-19. In caso di mancanza di certificato vaccinale o di certificato di negatività, come nel caso di violazione degli obblighi di tenuta dei relativi registri, sanzioni amministrative sono applicate dall’organo di ispezione dal 14 ottobre. La violazione della presentazione di certificazione è punibile con una multa che va dai 10 ai 20 mila dram (tra i 18 e i 36 euro) per i lavoratori, mentre da 40 a 120 mila (tra 72 e 218 euro) per i datori di lavoro.

“Sono venuta al policlinico di prima mattina e ho fatto la fila per la vaccinazione: voglio recuperare per la mia sicurezza e per avere un certificato di vaccinazione entro il termine stabilito dal governo”, racconta Lilit, 40 anni, che non si era ancora vaccinata perché Moderna, il vaccino di sua scelta, non era disponibile in Armenia.

Lilit lavora in un’azienda privata; non sono in molti ed hanno opinioni differenti: per alcuni, la vaccinazione è molto importante, mentre altri ci stanno ancora riflettendo. Secondo Lilit, a parte questo, tutti stanno seguendo alla lettera le normative anti-covid, perché capiscono che attraverso queste semplici regole possono ridurre la probabilità di venire contagiati.

“Non ho mai avuto dubbi sul vaccinarmi” aggiunge Lilit che ha studiato le informazioni disponibili su internet riguardo i vaccini e ha aspettato che Moderna arrivasse in Armenia. 50 mila dosi del vaccino Spikevax dalla compagnia americana Moderna sono arrivate in Armenia il 4 ottobre, in dono all’Armenia dal governo lituano. Prima di questo, in Armenia venivano somministrati quattro tipi di vaccini anti-covid: il russo Sputnik V, il britannico-svedese Astra Zeneca, i cinesi CoronaVac e Sinopharm. Dall’inizio delle vaccinazioni in Armenia erano state effettuate - al 10 ottobre - 514.241 vaccinazioni, di cui 344.029 prime dosi e 170.212 seconde dosi, pari rispettivamente all'11.6% e al 5,7% rispetto alla popolazione.

Il numero di persone che hanno scelto di vaccinarsi è aumentato negli ultimi giorni, fatto evidenziato anche dalle code ai centri vaccinali, ma il governo armeno denuncia che non sono ancora sufficienti. Durante una delle ultime riunioni del consiglio dei ministri, il Primo ministro ha richiesto di utilizzare tutte le leve dello stato per questa battaglia. L’esecutivo armeno ha stanziato più di 2,4 miliardi di dram armene per la prevenzione, il controllo e la cura del Covid-19.

Se a settembre la media di persone vaccinate era di 6.000 al giorno, questo mese il numero è raddoppiato. Affinché le vaccinazioni non portino a lunghe code, i medici armeni effettuano anche vaccinazioni ambulatoriali. Inoltre, se lo si desidera, un gruppo di specialisti visita aziende, dipartimenti, istituzioni educative ed effettua la vaccinazione sul posto.

“L’intera infrastruttura è pronta per effettuare un gran numero di vaccinazioni. Aggiungo che la vaccinazione non esclude la malattia, ma riduce il rischio di contagio”, ha riferito la ministra della Salute armena Anahit Avanesyan durante una recente conferenza stampa, aggiungendo che l’entrata in vigore delle misure restrittive così tardi è stata una lacuna del suo dipartimento.

Secondo la ministra, al momento stanno valutando l’opzione di richiedere certificazione di negatività da Covid o di vaccinazione per entrare nei ristoranti e partecipare ai concerti.  

“Ci stiamo lavorando, raccogliendo esperienze sul funzionamento di questi meccanismi di regolazione. Il piano preliminare sarà pronto a breve, entro le prossime due settimane”.

Simili misure stringenti sono già in campo in un gran numero di paesi in tutto il mondo. L’obiettivo è lo stesso: superare l’emergenza pandemica e tornare a una vita normale. Secondo l’immagine fornita da Reuters, le tre migliori campagne vaccinali sono portate avanti dagli Emirati Arabi (96% di copertura), dal Portogallo (87,2%) e da Cuba (84,4%). Gli specialisti informano che da due settimane dopo la seconda dose, anche se la persona viene contagiata, i sintomi sono molto più lievi e il peggioramento delle condizioni è poco probabile. 


Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!