La visita del primo ministro turco Tayyip Erdoğan in Azerbaijan ha lenito le ferite aperte dal recente riavvicinamento turco-armeno. Al centro degli incontri il Nagorno Karabakh e il prezzo del gas
"Frontiere chiuse fino a quando non finirà l'occupazione". Questa la dichiarazione del primo ministro turco Tayyip Erdoğan durante la sua visita alla capitale Baku lo scorso 13 maggio. Si è trattato della prima visita dopo l'accordo sulla "road map" per normalizzare le relazioni tra Turchia e Armenia. In Azerbaijan l'atmosfera si è fatta piuttosto tesa da quando si sono registrati degli sviluppi nei rapporti tra Turchia e Armenia. La posizione azera è chiara: solo quando l'Armenia si sarà ritirata dalle regioni occupate (Nagorno Karabakh e territori circostanti), la Turchia potrà normalizzare i suoi legami con Yerevan. Il soggiorno del primo ministro turco è stato breve, è arrivato il martedì sera e il giorno seguente ha avuto una scaletta piuttosto fitta. Ha tenuto un discorso al Parlamento, ha incontrato il presidente della Repubblica azera Ilham Aliyev, e insieme hanno tenuto una conferenza stampa congiunta prima che Erdoğan lasciasse il paese. Sembra che la sua visita abbia ricucito molti strappi.
Rassicurazioni
Uno dei temi più significativi della visita di Erdoğan a Baku è stata la questione delle frontiere e i passi che la Turchia ha compiuto in questa direzione. Erdoğan, però, ha spiegato che i confini con l'Armenia erano stati chiusi per via del conflitto del Nagorno Karabakh, e che lo rimarranno fino a quando i territori occupati non verranno restituiti. Il primo ministro ha sottolineato che la Turchia non ha mai preso alcuna decisione che potesse danneggiare gli interessi nazionali dell'Azerbaijan, e non ha intenzione di farlo in futuro. "Tutti i paesi di questa regione sanno che se la questione dei territori occupati non verrà risolta, la tanto desiderata normalizzazione delle relazioni non sarà possibile. Se non si faranno dei passi avanti nel problema del Nagorno Karabakh, non ci sarà pace nel Caucaso meridionale", ha affermato rivolgendosi al Parlamento.
Nel suo discorso al Parlamento, il primo ministro ha messo in evidenza i legami culturali e storici che esistono tra Turchia e Azerbaijan. "Durante la rivoluzione bolscevica del 1920, Ataturk affermò: il dolore azero è il nostro dolore, e la felicità azera è la nostra felicità", così Erdoğan nel suo discorso di apertura.
Prima di lasciare la Turchia, nelle dichiarazioni rilasciate alla conferenza stampa, Tayyip Erdoğan aveva commentato lo stato attuale delle relazioni tra i due paesi: "Vorrei evidenziare che il forte legame tra i nostri paesi si poggia su una cultura comune. Auspico che la mia visita in Azerbaijan possa chiarire i recenti malintesi che hanno interessato i nostri paesi."
In una conferenza stampa congiunta tenuta in seguito all'incontro dei due leader, il primo ministro turco ha dichiarato che "in questa situazione esiste una relazione di causa-effetto. L'occupazione del Karabakh è la causa e la chiusura delle frontiere ne è l'effetto. È impossibile per noi riaprire i confini prima che l'occupazione sia terminata". In seguito alle rassicuranti affermazioni di Erdoğan, Ilham Aliyev si è rivolto così alla stampa: "Oggi mi rivolgo alla nazione azera per dire che non c'è più spazio per speculazioni o dubbi".
Oltre alle relazioni tra Turchia, Armenia e Azerbaijan, durante la sua visita, Erdoğan, accompagnato dal ministro turco per l'Energia Taner Yildiz, ha anche sottolineato l'importanza dei rapporti economici tra i due paesi, tra cui il progetto del gasdotto Nabucco, sostenuto dall'Ue e del costo di 7,9 miliardi di euro, che dovrebbe essere aperto nel 2013. Il gasdotto serve per rompere la dipendenza dell'Europa dal gas della Russia. Una volta completato, porterà 30 miliardi di metri cubi di gas dalle riserve del Caspio e del Medio Oriente, rispondendo al 5% della domanda europea.
I due paesi hanno discusso anche il prezzo corrente a cui Ankara acquista il gas naturale dall'Azerbaijan. Ogni anno arrivano in Turchia 6 miliardi di metri cubi di gas naturale dal Caspio, dal giacimento azero di Shah Deniz (2007), e ora Ankara sta pensando di aumentare questo importo a 8 miliardi di metri cubi.
Parte dei colloqui si è concentrata sul prezzo a cui la Turchia paga il gas. Secondo Bulent Alirza, esperto del Centro Internazionale di Ricerca Strategica con base a Washington, i negoziati sul prezzo del gas non dovrebbero essere un problema una volta che Turchia e Azerbaijan stabilizzeranno le loro relazioni. "Anche l'incertezza nella sfera politica ha influenzato le trattative sul gas. Il primo ministro Erdoğan ha affermato che il prezzo richiesto è molto alto...Se i legami politici miglioreranno, allora, penso, anche la soluzione di questo tipo di problemi energetici sarà più semplice" ha dichiarato in un'intervista a radio Azaliq, la versione azera di radio Free Europe/Radio Liberty.
Soddisfazione
La visita di Erdoğan ha suscitato molti commenti positivi tra i politici locali. "Il suo discorso al Parlamento è stato importante" ha affermato il deputato Penah Huseyin, ai giornalisti che aspettavano fuori dalla Camera (era una sessione chiusa). Ali Ahmadov, deputato del Nuovo Partito Azero, la principale formazione al governo, ha aggiunto che il discorso del primo ministro turco ha risposto a tutte le sue domande". Altri commenti di soddisfazione sono stati raccolti tra i parlamentari; Qanira Pasayeva ha detto ai giornalisti di essere "contenta delle spiegazioni di Erdoğan " e di sperare che "le sue dichiarazioni e la sua posizione trovino posto nella road map".
"Già prima che il primo ministro turco arrivasse in Azerbaijan, non ho mai dubitato della posizione della Turchia nei confronti del nostro paese e dell'Armenia. Infatti, molte volte in passato il presidente Abdullah Gül e lo stesso Erdoğan hanno affermato che la principale condizione nel rapporto Turchia - Armenia è la fine dell'occupazione dei territori in Azerbaijan", ha dichiarato ai media locali la parlamentare Gultekin Hajiyeva.
Cosa accadrà ora?
Ora che sembra che le tensioni tra Turchia e Azerbaijan siano finite, è il momento per l'Azerbaijan di riconsiderare la sua posizione nei confronti di Turchia e Russia. Secondo l'analista politico Azer Rasidoglu, il governo azero deve comprendere l'importanza della Turchia per l'Azerbaijan, in particolare considerare che la Turchia è un paese membro della Nato. "I funzionari turchi hanno presentato le loro posizioni sull'apertura delle frontiere diverse volte, ma Baku si è rifiutata di ascoltare o accettare i fatti, e ha deciso invece di avvicinarsi alla Russia, voltando le spalle alla Turchia e all'Occidente. Visti i recenti sviluppi - la sparatoria alla Oil Academy, l'assassinio del generale Rail Rzayev - l'Azerbaijan dovrebbe pianificare attentamente la sua linea politica con la Russia".
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