Il duo azero Ell e Nikki ha vinto quest'anno Eurovision, il principale concorso per la musica pop europea. Eurovision 2012 si terrà quindi a Baku. C'è chi crede che l'attenzione internazionale portata dall'evento possa spingere le autorità a maggiori aperture democratiche e chi invece è convinto che ne beneficerà solo il settore turistico
Quest'anno il 14 maggio non è stato un giorno qualsiasi per l'Azerbaijan. A quattro anni dalla sua prima partecipazione, l'Azerbaijan ha vinto Eurovision. Le strade di Baku si sono riempite di fan in festa che cantavano e sventolavano bandiere azere. Il presidente ha personalmente ricevuto e ringraziato il duo composto da Ell e Nikki, complimentandosi per l'eccezionale performance di Düsseldorf (quest'anno sede del concorso) e definendo il loro successo una vittoria di tutto il popolo. Tuttavia, nonostante le autorità azere e molti loro sostenitori festeggino, l'Azerbaijan rimane un Paese dove diritti umani e valori democratici godono di ben poca considerazione.
Euro Idol
Eurovision, giunto ormai alla sua 56ma edizione, è un patinato show alla “American Idol”, in cui i fan votano i loro cantanti e le loro canzoni preferite, ed è anche l'evento non sportivo più seguito in Europa, con milioni di spettatori. Allo stesso tempo, è anche famoso per la sua natura profondamente politicizzata, che porta i Paesi vicini a favorirsi a vicenda. Così fanno anche Turchia e Azerbaijan, che quasi ogni anno si attribuiscono reciprocamente il massimo dei voti (12 punti). E così è andata anche quest'anno, quando la Turchia ha dato all'Azerbaijan il massimo dei voti insieme ad altri Paesi, fra cui Russia, Malta, Ucraina, Grecia, Croazia, San Marino, Romania e Moldavia.
A rappresentare l'Azerbaijan erano Eldar Gasimov (21 anni) e Nigar Jamal (30), conosciuti come Ell e Nikki. La loro canzone, intitolata “Running Scared”, aveva già raccolto molti favori durante le performance preliminari. Scritta e musicata dal trio svedese composto da Stefan Örn, Sandra Bjurman e Iain Farguhanson, “Running Scared” parla di due giovani così innamorati da avere troppa paura per riunirsi.
“Sapevamo che avremmo vinto comunque”
Secondo funzionari come Ali Hasanov, capo del dipartimento politico della Presidenza, “la vittoria non era inaspettata”. Hasanov è convinto che sono state l'importanza e “grande attenzione” che l'Azerbaijan attribuisce ogni anno ad Eurovision ad assicurare al Paese il suo primo posto. Il coinvolgimento della first lady azera, Mehribat Aliyeva, icona della moda e custode della cultura azera, insieme alla fondazione Haydar Aliyev da lei generosamente diretta, va a parziale conferma di affermazioni così audaci. Il suo immediato incarico come capo della commissione organizzatrice per Eurovision 2012 a Baku non è che un'ulteriore conferma.
Nemmeno i generosi finanziamenti ai rappresentanti di Eurovision sono una novità per l'Azerbaijan. L'anno scorso, mentre il mondo stringeva la cinghia a causa della crisi economica, l'Azerbaijan spendeva oltre due milioni di dollari per la giovane cantante Safura. Per la sua apparizione a Eurovision ci sono voluti il coreografo di Beyonce, un video kitsch in stile MTV e una serie di costosissimi costumi di scena.
Sotto i riflettori
Avendo vinto il concorso, l'Azerbaijan ospiterà l'edizione 2012 di Eurovision, attualmente programmata per il 22-26 maggio. Secondo alcuni commentatori internazionali, questo potrebbe influire sullo stato dei diritti umani nel Paese, mentre gli osservatori azeri sono più interessati alle conseguenze per la promozione della cultura e del turismo, per non parlare dei potenziali benefici politici in chiave elezioni presidenziali del 2013. Altri sperano in una maggiore attenzione per il conflitto del Nagorno Karabakh, una disputa territoriale che ha visto un'escalation nel 1992 che ha causato migliaia di vittime, dispersi e profughi.
Roland Kobia, capo della delegazione UE in Azerbaijan, considera l'evento “un'occasione d'oro”. Poco dopo il concorso, Kobia ha dichiarato che l'Azerbaijan dovrebbe sfruttare questa opportunità per dimostrare al mondo il proprio impegno per la riforma e democratizzazione della società.
Molti attivisti per la democrazia e i diritti umani in Azerbaijan vorrebbero solo poter credere in questo ottimismo, specialmente vista la cattiva reputazione del Paese legata agli attacchi a giornalisti e attivisti, alla repressione dei media indipendenti e ad elezioni truccate, senza contare altri problemi sociali.
Ironicamente, la notte del 14 maggio migliaia di persone hanno festeggiato in Piazza della Libertà nella capitale di questo Paese ricco di petrolio, quella stessa piazza che è chiusa ad ogni manifestazione politica di protesta dal 2003, quando l'attuale governo conquistò il potere per mezzo di elezioni che secondo l'OSCE non soddisfacevano gli standard internazionali.
Una recente risoluzione del Parlamento Europeo ha condannato l'ondata di attacchi a giornalisti, avvocati e attivisti per i diritti umani. Questo non fa che provare la superficiale adesione dell'Azerbaijan a convenzioni e accordi internazionali. Negli ultimi quattro anni, il Paese non ha fatto che regredire nelle sue promesse riformatrici, arrivando ad accusare alcuni giovani attivisti di complottare per rovesciare il regime. La recente chiusura della Casa norvegese per i diritti umani è solo un ulteriore esempio di questa tendenza. L'Azerbaijan rimane l'unico stato membro del Consiglio d'Europa a respingere le visite del rappresentante speciale del Consiglio ai prigionieri politici.
E così, mentre Ell e Nikki continuano a scappare romanticamente l'uno dall'altra, molti attivisti e non continuano a scappare dalle autorità azere, in patria e all'estero. Ma a far loro paura non è certo la forza della passione…
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