Il premio PEN a Khadija Ismayilova
6 maggio 2015
Ieri 5 maggio il PEN American Center di New York ha consegnato i premi 2015. Tra questi il premio "Barbara Goldsmith per la libertà di espressione" conferito alla giornalista investigativa azera Khadija Ismayilova. La giornalista non ha potuto ritirare il premio perché da dicembre è in carcere.
Il PEN American Center, fondato nel 1922 e succursale del PEN International con sede a Londra, è una prestigiosa associazione che promuove nel mondo la letteratura, la libertà di espressione e la difesa di intellettuali e giornalisti perseguitati per le loro opinioni.
Khadija Ismayilova, giornalista di Radio Free Europe, ha realizzato negli anni diverse inchieste volte a smascherare gli affari di corruzione e discutibili connessioni tra le élite al potere in Azerbaijan, alti funzionari del governo, familiari del presidente azero Aliyev e società off-shore. Tra le più recenti le due inchieste realizzate nell'estate scorsa: nella prima evidenziava i collegamenti tra le due figlie del presidente Aliyev ad un'azienda telefonica, nella seconda svelava gli affari di Ali Hasanov, a capo del dipartimento socio-politico dell'amministrazione presidenziale dell'Azerbaijan.
Nel febbraio del 2014 viene accusata di essere una spia degli Stati Uniti dopo aver incontrato a Baku alcuni esponenti del senato americano. A ottobre viene poi denunciata per diffamazione da un ex esponente dell'opposizione e, pur avendo dimostrato l'infondatezza dell'accusa, le è stato vietato di uscire dal paese. Già da tempo bersaglio di attacchi da parte dei media di regime, intimidazioni via web e minacce fisiche, il 5 dicembre è stata arrestata con l'accusa di "incitamento al suicidio".
In seguito, come lei dichiara in un articolo pubblicato nel marzo scorso su Agoravox, la presunta vittima è sparita e l'indagine non è proseguita: "Così il governo ha avuto bisogno di un nuovo caso contro di me e lo hanno creato. Ho passato tre mesi e mezzo in prigione ad aspettare un processo che non è arrivato. Ora ne parte un altro. Vediamo se i pubblici ministeri produrranno qualcosa di più intelligente di quello che sono riusciti a fare finora." Infatti, come scritto nella pagina dedicata dal PEN America Center al premio conferito alla Ismayilova, dal suo arresto di dicembre si sono aggiunte altre accuse: "Ora è accusata anche di appropriazione indebita, evasione fiscale, abuso di potere, organizzazione di attività illegali. Rischia più di 12 anni di carcere."
A sostegno di Khadija Ismayilova, con la richiesta di immediata scarcerazione, nel dicembre scorso è partita una campagna sostenuta da un gruppo di 40 eurodeputati - di cui molti italiani - che avevano inviato un appello alle autorità azere. Inoltre, nella lettera si richiamava il paese al rispetto degli obblighi derivanti dalla membership in organizzazioni internazionali quali l’OSCE e il Consiglio d’Europa in materia di diritti umani e rispetto della libertà di espressione.
Intanto, Khadija Ismaylova continua a scrivere dal carcere di Kurdakhani, vicino a Baku, inviando appelli a difesa della sua innocenza e a difesa del diritto alla verità e alla libertà di opinione: "La vita è molto complicata, ma qualche volta siamo fortunati e ci viene offerta una scelta chiara, tra la verità e la menzogna. Scegliete la verità e aiutateci".
Si veda il video prodotto dal PEN New York dedicato alla carriera e al coraggio di Khadija Ismayilova.
Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto
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