10 maggio, foto di Arzu Geybullayeva

Nella capitale azera un gruppo di giovani è stato arrestato il 10 maggio scorso mentre portava dei garofani in segno di lutto in memoria degli studenti recentemente uccisi alla Oil Academy

12/05/2009 -  Arzu Geybullayeva Baku

Lo scorso 10 maggio, in Azerbaijan, in concomitanza con l'annuale Festa dei Fiori, si è festeggiato anche il compleanno del defunto presidente Heydar Aliyev. Migliaia di cittadini si sono riuniti per l'occasione al parco a lui dedicato, mentre altri nel paese erano ancora in lutto per la morte di 13 giovani studenti che hanno perso la vita lo scorso 30 aprile alla State Oil Academy dell'Azerbaijan. Si è posta così la questione se fosse opportuno avere dei festeggiamenti a soli dieci giorni dalla sparatoria all'università.

La tragedia

Lo scorso 30 aprile, Ferda Qadirov, un giovane azero è entrato alla State Oil Academy. Alle 9.30 del mattino, mentre gli studenti erano in aula per le lezioni, ha cominciato a sparare su chiunque gli si presentasse davanti. Alle 16 del pomeriggio, tredici corpi giacevano a terra inerti e molti altri erano rimasti feriti. Le notizie su quanto stava accadendo all'università si sono diffuse in tempo reale tramite Twitter e Facebook, ma le cause del gesto rimangono sconosciute.

La reazione dello stato è stata piuttosto lenta. I notiziari di quel giorno hanno aperto con la notizia della visita del presidente azero Ilham Aliyev a Bruxelles e solo successivamente i giornalisti hanno informato della sparatoria. Per tutto il giorno i canali televisivi hanno trasmesso concerti o video musicali. I soli canali che hanno comunicato informazioni precise sulla tragedia sono stati quelli stranieri, siti turchi di notizie come Hurriyet o canali russi. Tra quelli locali, invece, soltanto ANS (Azerbaijan News Service) e Radio Azadliq (versione azera di Radio Free Europe, la cui programmazione era stata proibita lo scorso gennaio come per BBC e Voice of America). Proprio questa debole reazione del paese ha suscitato la rabbia degli studenti. Il giorno successivo, circa 2000 studenti hanno marciato nella capitale chiedendo un giorno di lutto nazionale e la sospensione dei festeggiamenti per il 10 maggio, Festa dei Fiori. Le richieste sono rimaste inascoltate.

La pioggia non ha impedito alla gente di andare ad ammirare i fiori portati appositamente dall'Africa per le celebrazioni del 10 maggio. In un'intervista per Radio Azadliq, un alto ufficiale dell'esercito ha dichiarato che la gente ha bisogno di questa festa, perché si tratta del compleanno del "leader di tutti, della nazione, Heydar Aliyev". Al parco, un gruppo di giovani attivisti, ognuno con in mano due garofani, è rimasto seduto in silenziosa protesta ad osservare la folla. Alla manifestazione c'erano anche degli osservatori internazionali. Dopo esser rimasti seduti sui gradini della Music Academy, gli attivisti hanno deciso di portare i fiori alla Oil Academy, a due isolati dal parco, lasciandoli davanti all'università.

Gli arresti

Quando il gruppo ha iniziato a muoversi, dei poliziotti in borghese hanno iniziato a comunicare freneticamente con i loro cellulari. Il gruppo stava per attraversare la strada quando diversi poliziotti in uniforme e in borghese hanno circondato i giovani attivisti. Le macchine della polizia erano già lì e li hanno arrestati subito. Tra i fermati anche Arjen de Wolf, direttore generale di NDI (National Democratic Institute). Nessuno ha badato al fatto che fosse straniero e che fosse un osservatore. Una ragazzina di 15 anni che era lì alla fermata dell'autobus è stata portata al comando, apparentemente solo perché vestita di nero.

Fuori dalla stazione di polizia 22, dove si trovavano i detenuti, giornalisti, amici e membri del gruppo di giovani hanno aspettato impazienti di ricevere qualche informazione, ma invano. Nessuno sapeva perché fossero stati fermati e quando sarebbero stati rilasciati.

Contemporaneamente, un altro gruppo di giovani attivisti è stato fermato per aver alzato la voce apertamente contro la decisione di non dichiarare un giorno di lutto, per rispetto dei loro amici assassinati e contro i festeggiamenti. Questi ragazzi sono stati maltrattati dalla polizia, alcune ragazze sono state prese per i capelli o tirate per le braccia, alcuni video mostrano i poliziotti gridare contro la folla che attendeva fuori dalla stazione di polizia 39, un altro video mostra un ragazzo che viene picchiato dalla polizia.

Nel tardo pomeriggio, verso le 18, tutti i fermati sono stati rilasciati e non hanno riportato gravi ferite. Ma il danno più grave è stato quello psicologico, per chi ha assistito alla scena di quel giorno: dei giovani attivisti innocenti fermati e arrestati con in mano i loro garofani e con indosso degli indumenti neri. Per tutto il giorno i media non hanno parlato di questi episodi, ma solo dei festeggiamenti e della visita del presidente al nuovo parco della città. Ironia della sorte, quel giorno anche la first lady era vestita di nero.

Riguardo a questi episodi sono state rilasciate numerose dichiarazioni ed interviste. Emin Milli, anche lui tra i fermati ed uno dei fondatori di AN Network, un network di giovani che punta la sua attenzione sul processo di democratizzazione in Azerbaijan, ha affermato in un'intervista per il movimento giovanile OL! che la polizia non è nemmeno stata in grado di fornire delle motivazioni sulla loro detenzione.


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