La crescita dell'agricoltura bio nei Balcani è inevitabilmente legata alla crescita della consapevolezza dei consumatori. Uno strumento imprescindibile diventano allora le fiere di settore. E qualcosa inizia a muoversi. Un'intervista
Comunicazione e sensibilizzazione dei consumatori sono tra le componenti essenziali del biologico. Il consumatore ha spesso scarsa conoscenza rispetto ai metodi di produzione pertanto fatica a riconoscere quelle che sono le caratteristiche per cui il bio è preferibile rispetto all’agricoltura convenzionale. Questo lo rende anche meno disponibile a pagare quel qualcosa in più che spesso viene richiesto per i prodotti certificati.
Alle motivazioni legate a qualità e salubrità vanno infatti aggiunte quelle ambientali, come minor consumo di energia, rispetto dei terreni e contributo al mantenimento della biodiversità. Caratteristiche, sicuramente più complesse e difficili da identificare in modo diretto, che soltanto un consumatore estremamente attento e bene informato può riconoscere e che quindi rendono le strategie di informazione e comunicazione estremamente importanti per la crescita del settore.
Le fiere, pur nella loro diversità (locali, regionali o internazionali; professionali o generaliste), restano uno degli strumenti più utilizzati per mettere in contatto operatori e consumatori e per promuovere tra questi la creazione di un rapporto di fiducia, altro elemento indispensabile nel biologico.
Se a livello europeo le manifestazioni fieristiche di settore hanno ormai una storia consolidata (Biofach; Sana), nei Balcani stanno ancora muovendo i primi passi, con il biologico prevalentemente ospitato in sezioni dedicate negli eventi rivolti al settore agricolo o ai prodotti del territorio e talvolta in fiere di carattere più generale.
Una delle prime esperienze di fiera regionale dedicata al biologico è Bio Balkan Expo, organizzata per la prima volta a Belgrado nel 2010 e con in cantiere la seconda edizione per il settembre 2011. Ne parliamo con Branko Čičić, presidente della Serbian Organic Foundation.
Come nasce Bio Balkan Expo?
Se consideriamo anche la Turchia, il Sud Est Europa raccoglie circa 140 milioni di cittadini in un territorio estremamente diversificato con un potenziale significativo per quasi ogni tipologia produttiva: seminativi, orticultura, frutticoltura, allevamenti, piante medicinali, piccoli frutti, apicultura. E soprattutto interesse e consapevolezza dei consumatori stanno crescendo favorendo quindi lo sviluppo di un mercato potenzialmente importante, tanto per i produttori locali quanto per quelli stranieri.
Questi elementi sono stati riconosciuti anche dal Ministero dell’agricoltura e delle risorse idriche e forestali della Serbia, da IFOAM - International Federation of Organic Agriculture Movements, dalla Serbian Organic Foundation e da A & L Expo (uno dei principali operatori serbi nell’organizzazione di eventi), che si sono impegnati a sostenere questa iniziativa.
L’obiettivo principale dell’Expo?
Creare una piattaforma regionale per lo scambio di prodotti biologici, mettere in contatto produttori, distributori e consumatori, e promuovere la cultura del biologico, sia tra i produttori che tra i consumatori.
Quindi il target di riferimento non è solo professionale.
Diciamo che Bio Balkan Expo può essere definita multi-target: si rivolge tanto ai produttori, locali e internazionali, quanto ai consumatori. Nella nostra visione non ci può essere una netta separazione tra produttori e consumatori che invece devono essere legati dalla condivisione di una comune cultura del biologico.
Inoltre stiamo cercando di coinvolgere in modo più attivo anche i principali distributori, soprattutto attraverso l’organizzazione di incontri commerciali all’interno della fiera.
Una componente importante per il coinvolgimento di questi attori è ovviamente la comunicazione attraverso i mezzi di informazione: l’incoraggiante partecipazione dello scorso anno è dovuta soprattutto a una buona copertura mediatica dell’evento.
Restando sul tema servizi. Cosa offre l’Expo?
Sostanzialmente i servizi tradizionalmente offerti nelle fiere: allestimento di stand e spazi espositivi, realizzazione di un catalogo, promozione, organizzazione di incontri. Insomma visibilità e contatti.
Quali sono i numeri dell’edizione 2010?
90 espositori, 72 locali e 18 internazionali a rappresentanza di 12 paesi: Austria, Bosnia, Croazia, Germania, India, Italia, Olanda, Slovenia ed Ungheria. E un totale di oltre 1800 visitatori. Ovviamente sono numeri molto ridotti rispetto alle principali fiere europee, ma, come prima iniziativa regionale rivolta esclusivamente al biologico, credo siano risultati soddisfacenti. Per il 2011 ci aspettiamo oltre 150 espositori incluse alcune rappresentanze nazionali.
Considerando gli operatori, quali sono stati i prodotti più presenti all’Expo?
Su tutti ortofrutta, cereali, legumi, piante medicinali e alcuni trasformati.
E al di fuori dell’agroalimentare?
Ancora pochi, ma nel 2011 il numero dovrebbe crescere. Nel 2010 abbiamo avuto l’operatore indiano Ram Raj Clothing con abbigliamento in cotone biologico di alta qualità e produttori di oli essenziali da Bosnia e Croazia.
E guardando il mercato locale? Quali prodotti sono presenti?
Monitoriamo continuamente il mercato per capirne l’evoluzione e soprattutto quali sono i prodotti più richiesti e quelli disponibili. Secondo alcuni distributori c’è spesso carenza di prodotti come legumi (soprattutto fagioli, lenticchie e piselli), cereali (grano tenero, grano saraceno, orzo, miglio, segale) e pasta. Le scorte di prodotti locali vengono vendute molto rapidamente e i distributori rimangono senza prodotti per buona parte dell’anno. Inoltre c’è un problema di varietà, nel senso che la gamma disponibile è piuttosto limitata. Ad esempio olio di oliva, frutta secca e orticoli biologici sono stati introdotti sul mercato soltanto recentemente.
Spostandoci sui consumatori. Qual è il profilo del consumatore medio?
In generale direi giovane, istruito e attento alla famiglia. Ma ci sono buoni consumatori anche tra gli anziani. In qualche modo la disponibilità economica è relativamente meno importante, nel senso che influisce prevalentemente sulla varietà e sulla quantità, ma non allontana il consumatore dal biologico. Molto spesso al mercato all'aperto di Kalenić (a Belgrado), dove si possono trovare alcuni prodotti bio, capita di vedere giovani e anziani acquistare regolarmente quantità molto limitate. In questi casi la motivazione e la consapevolezza alla base delle scelte di acquisto sono decisamente molto forti.
Parliamo ovviamente di numeri ancora ridotti: il consumatore medio generalmente è poco attento e probabilmente ancora poco disponibile a recepire i principi ed i vantaggi del biologico. Il lavoro di sensibilizzazione è ancora lungo, ma i passi avanti fatti negli ultimi anni sono incoraggianti.
E sul lato dei produttori? Chi produce biologico?
Secondo una ricerca condotta dall’Agenzia tecnica di cooperazione allo sviluppo tedesca (ex GTZ, GIZ dal gennaio 2011), con il sostegno di AFC Consultants International e dell’Istituto di Ricerche sull’Agricoltura Biologica - FiBL, oltre il 60% delle aziende certificate bio ha una dimensione inferiore ai 6 ettari, mentre il 25% è invece compresa tra i 10 ed i 25 ettari. Data la dimensione, la conduzione è prevalentemente a carattere familiare con il 50% delle aziende che assume lavoratori stagionali per il periodo di raccolta.
Un dato da mettere in evidenza è la presenza di molti conduttori donna, spesso con esperienze estremamente positive, a testimonianza di un crescente avvicinamento del mondo femminile al biologico. Sensibilità materna e maggiore attenzione alla salute probabilmente. E magari anche gli effetti di una tendenza lanciata negli ultimi anni da alcuni testimonial di eccezione come la first lady americana, Michelle Obama, e la Regina d’Inghilterra.
Tornando a Bio Balkan Expo. Ci sono collegamenti con fiere italiane?
Purtroppo al momento non ci sono collaborazioni, ma stiamo cercando di avviarle anche considerando l’importanza dell’Italia nel biologico, sia come mercato sia come produttore. Credo che i produttori biologici italiani dovrebbero guardare al mercato serbo con interesse, anche data la forte richiesta di cereali, olio, frutta secca, pasta, sughi e trasformati in genere. Sostanzialmente è un invito a partecipare alla prossima edizione di Bio Balkan Expo che si svolgerà dal 21 al 24 settembre 2011 alla fiera di Belgrado.
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