Si apre giovedì 9 febbraio il Festival di Berlino. Con il debutto alla regia di Angelina Jolie, in chiave balcanica. Tra i 18 film in concorso anche molti altri lungometraggi del sud-est Europa
Sarà l’anteprima del chiacchieratissimo “In the Land of Blood and Honey” di Angelina Jolie l’elemento di maggior richiamo, in chiave balcanica ma non solo, del 62° Film Festival di Berlino in calendario dal 9 al 19 febbraio prossimi.
Di nuovo Balcani ai festival quindi, dopo che l'appena concluso Festival di Rotterdam ha premiato il serbo “Klip – Clip” di Maja Miloš, ritratto di famiglie e di giovani della generazione “mobile” visti con i telefoni cellulari.
Debutto
Il primo film da regista dell’attrice americana sarà presentato l’11 a Berlino nella sezione “Berlinale Special”, mentre il 14 la Jolie e il marito Brad Pitt saranno a Sarajevo per la prima bosniaca. Il film, racconta una storia d’amore interetnico tra il soldato serbo Danijel (Goran Kostić) e la mussulmana Ajla (Zana Marjanović) sullo sfondo della guerra di Bosnia ed è stato oggetto di polemiche fin da prima delle riprese.
Per l’opposizione dei serbo-bosniaci le riprese si sono svolte a Budapest e altre località dell’Ungheria e non a Sarajevo dove la Jolie (anche autrice della sceneggiatura) aveva svolto dei sopralluoghi. “In the Land of Blood and Honey – Nella terra del sangue e del miele” è già stato distribuito negli Usa con esiti modesti ed è stato mostrato due mesi fa a Sarajevo in una proiezione a porte chiuse per le vittime della guerra che lo hanno definito ''eccellente, obiettivo e sincero''. Gli altri protagonisti della storia sono Rade Šerbedžija nel ruolo del padre, Nikola Djuricko, Branko Djurić e Vanesa Glodjo.
Co-produzioni greco-tedesche
Tra i 18 film in concorso (per l’Italia c’è “Cesare deve morire” girato in carcere da Paolo e Vittorio Taviani) spicca “Metéora – Meteora” del trentatreenne di Tessalonica Spiros Stathoulopoulos, già autore nel 2007 del curioso “PVC-1” girato in Colombia. Si tratta di una coproduzione greco-tedesca con Theo Alexander (visto in alcune serie tv americane come “CSI” e “True Blood”) e Tamila Koulieva-Karantinaki attori principali.
In Panorama da segnalare “Parada - The Parade” di Srđan Dragojević e “The Woman Who Brushed Off Her Tears” della macedone Teona Strugar Mitevska, entrambe coproduzioni con tanti partner: in uno Serbia, Croazia, Macedonia e Slovenia, nell’altro Macedonia, Germania, Slovenia, Belgio. Per il regista serbo autore dell’ormai mitico “Lepa sela lepo gore” (1996) si tratta di una sorta di ritorno sulla scena internazionale dopo “Mi nismo andjeli 2” (2005) e “Sveti Georgije ubiva azdahu” (2009) che hanno avuto risonanza solo in patria. Nikola Kojo (ma nel cast c’è anche Dejan Acimović) è il protagonista di una storia tragicomica su un argomento sempre attuale in Serbia come l’omofobia.
La Mitevska, al terzo film dopo “Kako ubiv svetec” e “I’m from Titov Veles”, presenta le storie di due madri (Victoria Abril e Labina Mitevska), una a Parigi e una in Macedonia, in modi diversi imprigionate e alle prese con eventi tragici.
Da ricordare anche “Diaz – Non pulite questo sangue” di Daniele Vicari, che ha dovuto girare a Bucarest una ricostruzione dei fatti della scuola Diaz a Genova durante le proteste contro il G8 del luglio 2001. Il regista italiano si è basato sui documenti processuali per raccontare l’ingiustificabile assalto notturno della polizia ai manifestanti alloggiati nell’edificio scolastico. A fianco di Claudio Santamaria ed Elio Germano c’è un cast internazionale, compresa la romena Monica Barladeanu vista in “Francesca” e “La morte del signor Lazarescu”.
In Forum opera prima si segnala “Tepenin Ardı - Beyond the Hill” di Emin Alper, una produzione in questo caso tra Turchia e Grecia.
L'omaggio
E non mancherà l’omaggio al da poco scomparso Theo Angelopoulos. Il regista greco è stato diverse volte ospite della Berlinale dove ha presentato, tra gli altri gli ultimi suoi lungometraggi. Del grande cineasta sarà proposto, il 16 in proiezione speciale, “Trilogia: To livadi pou dakrisi - Trilogia: La sorgente del fiume” (in versione originale con sottotitoli tedeschi) alla presenza di Petros Markaris, sceneggiatore che ha lavorato con lui in diversi film e della vedova Phoebe Economopoulos, anche produttrice di alcune pellicole di Angelopoulos.
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