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Tutti i film sud-est europei che verranno presentati alla prossima Berlinale, che si apre giovedì 7 febbraio. Una rassegna del nostro inviato

06/02/2013 -  Nicola Falcinella

Massiccia presenza dell’Europa sudorientale all’imminente 63° Film Festival di Berlino (www.berlinale.de), in programma da giovedì 7 a domenica 17.

Concorso

La ricchissima offerta del Festival, integrata dal grande mercato del film dove si vendono e si comprano i film pronti e si delineano gli affair per il futuro, ha la sua punta nel concorso, nel quale concorrono 19 titoli (su 24 della selezione ufficiale),

Tra questi ci sono “Epizoda u životu berača željeza - An Episode in the Life of an Iron Picker” di Danis Tanović, una coproduzione Bosnia, Francia e Slovenia e il romeno “Poziţia Copilului - Child's Pose” di Călin Peter Netzer.

Il nuovo film di Tanović dopo “Cirkus Columbia” racconta la vera storia di una famiglia rom con i membri di questo nucleo come protagonisti.

Il terzo film (scritto con Razvan Radulescu, sceneggiatore che ha contribuito a molto del nuovo cinema romeno) di Netzer, dopo “Maria” (2003) e “Medalia de onoare” (2009), è basato sul rapporto tra un figlio ormai adulto e una madre un po’ invadente e conta su un cast di attori tra i maggiori della scena nazionale: Luminita Gheorghiu, Bogdan Dumitrache, Florin Zamfirescu, Natasa Raab, Vlad Ivanov e Mimi Branescu.

Fuori concorso e Panorama

Fuori competizione c’è la puntata ambientata in Grecia della coppia Ethan Hawke, Julie Delpy in “Before Midnight” di Richard Linklater, terza parte della trilogia romantica in giro per l’Europa dopo “Prima dell’alba” a Vienna e “Prima del tramonto” a Parigi.

In Panorama, in mezzo a 31 opere da 23 paesi, si parla un gran bene di “Chemi sabnis naketsi - A Fold in my Blanket” di Zaza Rusadze, sull’amicizia tra due uomini in una società in completo cambiamento.

Georgia, Grecia e i film tedeschi di registi immigrati o che raccontano storie meticce affollano le sue sezioni collaterali. In Panorama ci sono pure il turco “Soğuk – Cold” di Uğur Yücel e le produzioni tedesche “Lose Your Head” di Stefan Westerwelle e Patrick Schuckmann storia multiculturale con cast internazionale (Fernando Tielve, Marko Mandić, Sesede Terziyan, Stavros Yagulis, Samia Chancrin) e “Hayatboyu - Lifelong” del turco-tedesco Asli Ozge.

Forum

Molti i titoli balcanici e caucasici nel Forum, la sezione tradizionalmente più giovane, curiosa, aperta alle sperimentazioni e ai Paesi meno frequentati dal cinema. Qui vi è la produzione italo-greca “A Daughter” di Thanos Anastopoulos (già regista dell’importante “Diorthosi - Correction”).

Poi abbiamo “A Stranger”, secondo lungometraggio del croato Bobo Jelčić con Bogdan Diklić e Nada Djurevska, è centrato sulle divisioni della città di Mostar: un croato deve andare nella parte musulmana della città bosniaca per il funerale di un vecchio amico. “Krugovi – Circles” del serbo Srdan Golubović (“The Trap”), con Aleksandar Berček, Nebojša Glogovac e Leon Lučev, è stato invece premiato al Sundance nelle scorse settimane. Tre storie collegate tra loro che si svolgono dodici anni dopo un crimine avvenuto durante la guerra di Bosnia: un soldato serbo-bosniaco era stato ucciso mentre cercava di proteggere un amico musulmano.

“I kóri - The Daughter” è la storia di una ragazzina di 14 anni, un bambino di otto e una falegnameria piena di debiti, nell’Atene dei giorni nostri. Gli attori, Ornela Kapetani, Yorgos Simeonidis e Savina Alimani, sono gli stessi del precedente film di Anastopoulos.

“I aionia epistrofi tou Antoni Paraskeua - The Eternal Return of Antonis Paraskevas” di Elina Psykou è annunciato come un film grottesco su un presentatore tv che vede calare la sua stella. La coproduzione greco-francese “Sto lyko - To the Wolf” di Christina Koutsospyrou e Aran Hughes, cerca di raccontare in mondo allegorico e mischiando fiction e documentario la povertà che si diffonde in Europa.

Nana Ekvtimishvili e Simon Groß in “Grzeli nateli dgeebi - In Bloom” fanno riferimento alla grande tradizione del cinema georgiano per raccontare l’amicizia tra due ragazze nel 1992, in un Paese nel mezzo di una guerra civile. “Echolot” è debutto nella fiction di Athanasios Karanikolas, greco che lavora in Germania, sulle dinamiche che si instaurano in un gruppo di amici riuniti in una casa di campagna dopo il suicidio di uno di loro. Completa il quadro il greco-sudafricano “Fynbos” di Harry Patramanis.

Nel concorso cortometraggi c’è il documentario “When I Was a Boy, I Was a Girl” della regista serba Ivana Todorović su un travestito a Belgrado.


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