Tre grandi artisti per descrivere lo stato dell'arte della chitarra classica nei Balcani. Una rassegna a cura del nostro critico musicale

23/01/2018 -  Gianluca Grossi

Siamo abituati al linguaggio della chitarra classica, ma solo se appannaggio della Spagna, dove lo strumento per antonomasia ha avuto origine, o comunque di un paese occidentale. Eppure, sussiste un'interessante varietà musicale che riguarda l'est, paesi che dalle rive dell'Adriatico si spingono verso quelle del Mar Nero. Non sarebbe possibile fare un elenco degli artisti che con le loro pennellate classiche hanno ridato vita agli splendori di Isaac Albeniz, Fernando Sor e Dionisio Aguado (solo per citare qualche nome illuminante), tuttavia è plausibile soffermarsi su tre figure imprescindibili del panorama classico internazionale: Ana Vidović, Miloš Karadaglić e Bogdan Mihailescu.

Ana Vidović (1980) è una chitarrista croata, nata a Karlovac, centro di cinquantamila abitanti, a una cinquantina di chilometri da Zagabria. È una bambina prodigio e strimpella la chitarra da quando aveva cinque anni. È grazie al fratello Viktor, di qualche anno più grande, che sceglie la sei corde, benedetta dal padre, che, pur a livello dilettantistico, ha un debole per il mondo chitarristico; mentre l'altro fratello è un pianista. A sette anni inizia i suoi primi concerti.

A 13 anni bussa alle porte della National Musical Academy di Zagabria. È il tempio della musica croata, destinata ai super talenti; lei è certamente uno di questi, tenuto anche conto del fatto che non vi erano mai stati allievi così giovani prima di lei. La affianca Istvan Romer, esponente di spicco della chitarra classica balcana; famoso in tutto il mondo, membro del Zagreb Guitar Trio, con Darko Petrinjak e Goran Listes. La ragazza studia poi con Manuel Barrueco, proveniente da Santiago de Cuba, ma stabile negli Usa dal 1967. "Sono ancora oggi le mie più grandi influenze", dice Ana, "insieme ad artisti come Martha Argerich, Placido Domingo e Sviatoslav Richter". Da qui parte il suo perfezionamento che le permetterà di diventare una delle rappresentanti più in vista della chitarra classica mondiale. Dal 1988 a oggi ha affrontato centinaia di concerti: New York, Parigi, Londra, Vienna, Roma, Salisburgo, Budapest, Dallas, Austin, sono solo alcune delle città che ha visitato con la sua musica.

Un bell'esempio della sua attività live è fornita da Guitar Artistry in Concert, un dvd uscito nel 2009 che testimonia le sue qualità e la confidenza con compositori del calibro di Torroba, Piazzola, Villa Lobos. Dvd altrettanto interessante è Guitar Virtuso con performance dedicate a Paganini, pubblicato nel 2006. Nel 2010 calca per la prima volta i palchi della Polonia e subito dopo parte per una tournée nelle isole dell'Oceano Indiano. Nel frattempo colleziona premi su premi: l'Albert Augustine International Competition, a Bath, in Inghilterra, e il Ferdinando Sor Competition, a Roma. Oggi vive negli Usa e oltre all'attività di concertista, svolge quella di insegnante. Un disco dal quale non riesce a prescindere? "Molti, per la verità, a partire dagli show di Jacqueline du Pre".

Miloš Karadaglić è l'alter ego maschile di Ana Vidović che l'Indipendent riassume così: "Star della chitarra, non solo un mago, ma anche un musicista serio e compiuto". Nasce in Montenegro, nel 1983. A otto anni imbraccia la chitarra per la prima volta, con le idee molto chiare: "Ho sempre voluto essere diverso dagli altri e suonare la chitarra come se avessi cinquecento dita", rivela in una recente intervista. Aggiungendo che la scelta venne in seguito all'ascolto di un disco di Segovia, che trasformò il suo desiderio di diventare una rockstar nel sogno di poter suonare con le dita, come l'immenso chitarrista spagnolo.

C'è anche molta Italia nel suo background. In Montenegro vedeva il Festival di Sanremo e la nonna gli cantava canzoni come "Non ho l'età" di Gigliola Cinguetti, ricordi dai quali non si staccherà mai. Il Montenegro viene risparmiato dagli episodi più cruenti della guerra nei Balcani degli anni Novanta, tuttavia si trova ad essere un paese isolato dal mondo. Miloš comunque ci prova e vince una borsa di studio che gli consente di volare a Londra dove studia presso la Royal Academy of Music (e dove tuttora vive). Debutta discograficamente nel 2011 con il disco Mediterraneo. Vince il prestigioso Gramophone Young Artist of the Year e subito dopo (nel 2012) è la volta del secondo album, Latino. Parte per una lunga tournée che lo vede impegnato in Francia, Inghilterra, Svizzera, Stati Uniti, Australia e Giappone. L'ultimo lavoro è del 2016, Blackbird: The Beatles Album. Come indica il titolo si tratta di un omaggio ai Beatles (qui un assaggio).

Il terzo talento della chitarra classica dell'est è, infine, Bogdan Mihailescu, ventenne originario della Romania. Studia alla George Enescu Music School, con Liviu Georgescu (il più importante maestro di chitarra romeno), prima di trasferirsi a Parigi dove si perfezionerà al fianco di Judicael Perroy (prestigioso chitarrista di origine parigina). Si fa notare a 17 anni con il Concerto in do maggiore di Antonio Vivaldi, con la National Radio Orchestra di Bucarest. Oggi è riconosciuto come uno dei più grandi interpreti mondiali della chitarra classica, anche per via dei numerosi traguardi ottenuti fra cui il primo premio all'International Competition Jose Tomas, in Spagna. Ecco una bella prova su un Notturno di Chopin.


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