Il punk rock e la new wave nacquero verso la metà-fine degli anni ’70 principalmente nel Regno Unito e negli Stati Uniti per poi diffondersi anche in altri Stati europei. Tra questi anche la Jugoslavia dove i giovani accolsero le due correnti con entusiasmo
Nel secolo scorso il punk rock e la new wave furono due correnti sociali e musicali assai significative per il loro carattere ribelle e innovativo rispetto alla musica del passato. In un epoca in cui il rock and roll, diventato ormai un fenomeno mondiale, aveva perso la propria vena sovversiva e rivoluzionaria, nacquero nuove subculture con lo scopo di dar voce ai malesseri giovanili.
Fu così che, nella prima metà degli anni ’70, nacque un nuovo movimento: il punk rock. Nato da un forte sentimento di rabbia, ribellione e senso di alienazione rispetto alla società tradizionale in cui si viveva, il punk incarnava perfettamente i sentimenti dei giovani dell’epoca i quali, attraverso giri di chitarra veloci, canzoni dalla breve durata e testi blasfemi, aggressivi e profani, provavano un malessere esistenziale non indifferente. Come affermavano gli stessi esponenti di questo movimento non si trattava, perlomeno esclusivamente, di un genere musicale bensì di un atteggiamento e di un approccio alla vita.
Nel punk rock non era importante distinguersi per particolari abilità o virtuosismi e non era nemmeno indispensabile saper suonare bene uno strumento (e per questo si può parlare di ribellione nei confronti della concezione della musica che c’era fino agli anni ’70 del secolo scorso): ciò che contava era avere un atteggiamento comune alimentato dal ripudio nei confronti del rock and roll, che ormai aveva perso le note rivoluzionarie che lo caratterizzavano fino a metà ‘900, e di una società che invece di presentarsi piena di promesse per il futuro appariva invece come una minaccia.
Le canzoni dei gruppi punk parlavano di un senso di non appartenenza alla società e di un’angosciante assenza di speranza provato da numerosi giovani, specialmente da coloro che provenivano dai ceti medio - bassi (basti pensare al celebre verso cantato da John Lydon, cantante dei Sex Pistols: “no future”).
Verso la fine degli anni ’70 dal punk rock si sviluppò una nuova tendenza sociale, musicale e artistica: la new wave. Questa nuova corrente, che si presentava come la naturale evoluzione del punk, si caratterizzava per la mescolanza di diversi generi musicali, come il rock progressivo, il funk, il reggae, lo ska, il pop rock, la disco e l’elettronica. La new wave, inoltre, si distinse soprattutto per la particolare attenzione rivolta al cinema, allo spettacolo, alla letteratura, al teatro e all’arte in generale.
Le tematiche affrontate nei testi dei gruppi new wave erano simili a quelle trattate dai gruppi punk: dal male di vivere al ripudio della cultura dominante, dal disprezzo nei confronti della società alla rabbia verso le autorità. Il punk rock e la new wave nacquero verso la metà-fine degli anni ’70 principalmente nel Regno Unito e negli Stati Uniti per poi diffondersi anche in altri Stati europei. Tra questi Paesi ci fu la Jugoslavia dove i giovani accolsero fin da subito queste due correnti con grande entusiasmo.
Caratterizzata da una maggiore apertura verso Occidente, la Jugoslavia si differenziò dall’URSS e dagli altri Stati dell’est Europa per permettere alle persone di ascoltare questa nuova musica. I giovani jugoslavi fecero proprie queste due nuove tendenze culturali, sociali, musicali e artistiche fino a fondare delle band autoctone: fu così che in breve tempo nacquero numerosi gruppi punk e new wave in tutta Jugoslavia.
Le band cominciarono la propria attività ispirandosi e prendendo spunto dai gruppi punk e new wave britannici e americani fino a trovare una propria dimensione, cantando nella propria lingua e trattando tematiche specifiche come la vita dei giovani nella Jugoslavia degli anni ’70 e ’80.
Fu così che pure la Jugoslavia sviluppò una propria scena musicale e che i gruppi, come Pankrti, Električni orgazam, Prljavo kazalište, Azra e molti altri suonarono in tutta la nazione, condividendo valori, esperienze e amicizie ignorando ciò che di lì a poco avrebbe brutalmente fatto cessare l’esistenza dello Stato jugoslavo e annientato molti dei valori di fratellanza e comunità trattati dalle band.
Ancor’oggi, a distanza di anni, il punk e la new wave hanno lasciato un segno indelebile non solo in coloro che hanno vissuto in prima persona quei fenomeni ma pure nei giovani appartenenti alle repubbliche dell’ex Jugoslavia che conoscono e sono fieri di ciò che le band jugoslave degli anni ’70 e ’80 hanno rappresentato.
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