Pacchetto allargamento: nulla di nuovo sul fronte orientale

20 ottobre 2021

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La Commissione europea ha presentato ieri, 19 ottobre, al Parlamento europeo nella sede di Strasburgo il cosiddetto Pacchetto allargamento (Enlargement Package) corredato di dettagliati progress report per i sei Balcani occidentali più la Turchia, nei quali è indicato lo stato di avanzamento di ciascun paese verso l’integrazione europea e le prospettive di riforme future.

Nessuna grossa novità in questo Pacchetto allargamento rispetto a quanto era emerso durante il summit tra l’Ue e i Balcani occidentali tenutosi il 6 ottobre in Slovenia e durante la recente visita della presidente della Commissione Ursula von der Leyen nella regione. Confermata la strategia dell’allargamento e la prospettiva europea per questi paesi ma nessun passo avanti concreto.

“Con la relazione odierna, forniamo una valutazione dettagliata dei progressi compiuti nei Balcani occidentali e in Turchia, dove resta ancora del lavoro da fare. Dobbiamo mantenere un processo di allargamento credibile. Questa è una strada a doppio senso: la nuova metodologia è un approccio basato sul merito. Pone una maggiore attenzione sulle riforme fondamentali, come lo stato di diritto, le libertà fondamentali, l’economia e il funzionamento delle istituzioni democratiche. I nostri partner devono affrontarli, nell’interesse dei loro cittadini e per avanzare sulla strada dell’UE. E hanno bisogno di mettere da parte le loro differenze. Da parte dell’UE, dobbiamo mantenere i nostri impegni. L’UE non è completa senza i Balcani occidentali. È tempo che ci uniamo e ci uniamo per costruire un’Europa più forte", ha dichiarato ieri l’Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell.

Un approccio quindi che le istituzioni europee insistono si focalizzi sul merito, mediante la nuova metodologia dei cosiddetti “sei cluster” (sei gruppi tematici in cui sono raggruppati i 35 capitoli negoziali), come indicato anche dal Commissario all’allargamento e alle politiche di vicinato Olivér Várhelyi: “È un processo basato sul merito, rispetto al quale garantiamo una valutazione fattuale ed equa, nonché una chiara tabella di marcia per accelerare e approfondire le riforme nei paesi nostri partner. Ciò è in linea con la nostra metodologia di allargamento rivista, che rafforza la credibilità del processo. E siamo al fianco dei Balcani occidentali e della Turchia con un significativo sostegno finanziario attraverso il nuovo strumento di assistenza preadesione (IPA III)”.

30 miliardi di euro, precisa il Commissario all’allargamento, “di finanziamento per il piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali , che mira a promuovere lo sviluppo economico della regione e la convergenza con l'UE, nonché la ripresa post-pandemia a lungo termine”.

Riguardo i singoli paesi la Commissione rileva che il Montenegro continua ad essere il quello più avanti nel percorso europeo, con tutti i capitoli negoziali aperti. Ci si aspettano però sostanziali progressi per i capitoli 23 e 24 riguardanti lo stato di diritto: le autorità montenegrine devono intensificare gli sforzi riguardo a libertà di espressione e libertà dei media, lotta alla corruzione, lotta alla criminalità organizzata.

Secondo la Commissione la Serbia deve proseguire e accelerare le riforme sull'indipendenza della magistratura, la lotta alla corruzione, la libertà dei media, la gestione interna dei crimini di guerra e la lotta alla criminalità organizzata. In particolare, le autorità serbe dovrebbero portare a termine il processo di riforma costituzionale nel settore giudiziario entro la fine di quest'anno. I progressi della Serbia sullo stato di diritto e la normalizzazione delle relazioni con il Kosovo sono essenziali e determineranno il ritmo generale dei negoziati di adesione. La Serbia deve anche migliorare il suo allineamento con la politica estera e di sicurezza dell'UE. La Commissione si compiace del fatto che la Serbia abbia soddisfatto i parametri di riferimento per l'apertura dei cluster 3 e 4 (Competitività e crescita inclusiva, agenda verde e connettività sostenibile).

Nessuna novità sostanziale per l'Albania e la Macedonia del Nord, le quali continuano a soddisfare le condizioni per l'apertura dei negoziati di adesione ma che ancora attendono il via libera degli stati membri. Entrambi i paesi sono pronti per avviare le prime conferenze intergovernative per i negoziati di adesione che la Commissione auspica si tengano entro il semestre di presidenza slovena. Prioritaria per la Macedonia del Nord è la soluzione dei rapporti bilaterali con la  Bulgaria che sta di fatto ponendo un veto all’avvio dei negoziati con Skopje. La Commissione non nasconde nei progress report che i ritardi nell'avvio ufficiale dei negoziati di adesione con questi due paesi stanno avendo un impatto negativo sulla credibilità dell'UE. 

La Bosnia Erzegovina ha mancato l’obiettivo strategico di completare le 14 priorità individuate ed approvate nel 2019 dal Consiglio europeo, priorità che la BiH deve raggiungere per poter ottenere lo status di paese candidato. Tra queste sono comprese la riforma elettorale e della costituzione. La Commissione sottolinea alcuni passi compiuti come lo svolgimento delle elezioni a Mostar dopo 12 anni, ciononostante rimane alta la preoccupazione per lo stallo politico e istituzionale del paese che impedisce di fatto le necessarie riforme. 

Riguardo al  Kosovo la Commissione conferma la sua valutazione del luglio 2018 secondo cui il Kosovo ha rispettato tutti i parametri di riferimento per la liberalizzazione dei visti, ma la proposta è ancora in sospeso al Consiglio e dovrebbe essere trattata - secondo la Commissione - con urgenza. Un accordo di normalizzazione giuridicamente vincolante completo con la Serbia è urgente e cruciale in modo che il Kosovo e la Serbia possano avanzare sui rispettivi percorsi europei. 

La Turchia, infine, è un paese candidato da parecchi anni e partner strategico per l’Unione in settori essenziali di comune interesse come migrazioni, la lotta al terrorismo, l'economia, il commercio, l'energia e i trasporti. Secondo il rapporto l'UE è pronta ad impegnarsi con la Turchia in modo graduale, proporzionato e reversibile per rafforzare la cooperazione in una serie di settori di interesse comune, a patto che non vi siano azioni unilaterali o provocazioni in violazione del diritto internazionale da parte turca. Un appello viene fatto al rispetto dello stato di diritto, dei diritti fondamentali e dell'indipendenza della magistratura: settori chiave nel dialogo tra UE e Turchia e nei quali la Turchia ha dimostrato un progressivo deterioramento.

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Parlamento dei diritti 3", cofinanziato dall'Unione europea (UE) nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo (PE) per la comunicazione. Il PE non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è di OBC Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'UE. Vai alla pagina “Il Parlamento dei diritti 3”.