Cinque storie tenute insieme dai mutati equilibri della scarsità dell'acqua: il podcast "Lungo le vie dell'acqua" racconta di un mondo dove le risorse idriche non regalano solo vita e ricchezza, ma provocano anche tensioni e conflitti, anche nei Balcani, esacerbati dal cambiamento climatico
Dall’Etiopia alla Turchia, passando per l’Europa Orientale, fino al confine tra Perù e Bolivia e al bacino del Mekong. Ovunque, nel mondo, l’acqua è allo stesso tempo fonte di vita e di storia, ma anche motivo di tensione e di conflitto, soprattutto in un’epoca dove l’umanità si confronta con la scarsità e l’accaparramento delle risorse idriche, già sotto attacco per causa del cambiamento climatico.
I conflitti per l’acqua raccontano di tensioni diplomatiche e drammatiche lotte di resistenza, mentre grandi interessi economici gravano sulla risorsa più preziosa, che genera profitti.
Questo podcast, realizzato nell'ambito del progetto "Lungo le vie dell'acqua ", nasce per raccontare alcune delle storie, tra centinaia, di situazioni in giro per il mondo che comportano – o comporteranno – il rischio di un conflitto aperto, mentre le comunità locali già conoscono sulla loro pelle gli effetti dell’accaparramento delle risorse idriche, del cambiamento climatico e dell’intervento umano sul corso dei fiumi.
La prima storia è quella di una diga in Africa, in Etiopia per l’esattezza, che genera da anni forti tensioni con l’Egitto e il Sudan, sempre più assetati, che temono che la diga GIBE (costruita da imprese italiane) possa cambiare per sempre le sorti dei paesi che dalle acque del Nilo traggono il loro sostentamento da millenni.
Sempre una diga, anzi un sistema di dighe, in Turchia, non genera solo tensioni con i paesi vicini, come Siria e Iraq, sottraendo forza e vita ai fiumi Tigri ed Eufrate, ma cancella la memoria del popolo curdo, sommergendo villaggi e storia, costringendo la comunità locale a una migrazione forzata.
Discorso differente, ma non meno invasivo, quello che riguarda i grandi progetti di mini centrali idroelettriche nell’Europa orientale, in particolare nei Balcani occidentali. In Bosnia-Erzegovina, in Albania, in Serbia e altrove le comunità locali si oppongono ai progetti – sostenuti dall’Unione europea – finalizzati alla produzione di energia che non serve ai residenti, ma che è pensata per essere venduta e sostenere le economie voraci di altri stati. Ma sono le comunità locali che pagano il prezzo di un impatto che non è affatto sostenibile e che si uniscono in una lotta che non conosce confini.
Una lotta come quella dei popoli nativi lungo le sponde del lago Titicaca, al confine tra Perù e Bolivia, che ogni anno è più colpito dal cambiamento climatico, rendendo per la prima volta dopo millenni impossibile uno stile di vita.
Per finire, si racconta la situazione del bacino del Mekong, un fiume mondo che nasce dall’altopiano del Tibet e attraversa Cina, Birmania, Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam.
L’inquinamento industriale, i progetti di dighe e il cambiamento climatico rendono il fiume Mekong il campo di battaglia virtuale di molti conflitti, tra diplomazia e ambiente, modelli di sviluppo e convivenza e sussistenza di decine di milioni di persone.
Sono cinque storie, cinque contesti differenti, cinque problematiche distinte, ma tenute assieme dai mutati equilibri della scarsità dell’acqua. Mostrando come non si possa risolvere queste tensioni senza una cooperazione internazionale che tenga conto dei diritti e dei doveri di tutte e tutti noi.
Un mondo nel quale il bene più prezioso, l’acqua, sia tutelato e preservato per le future generazioni, nel rispetto del bene degli esseri umani, sia fisico che spirituale, perché devastare fiumi e laghi non è solo un danno per le comunità interessate e per la loro memoria, ma per tutti noi, perché l’acqua è di tutti e non conosce confini.
Storie che ci raccontano equilibri globali e regionali, che fanno riflettere su come l’acqua da fonte di vita può diventare fonte di conflitti e tensioni internazionali.
Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell'Acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 con l'obiettivo di sensibilizzare le istituzioni mondiali e l'opinione pubblica sull'importanza di ridurre lo spreco di acqua e di assumere comportamenti volti a contrastare il cambiamento climatico. Il podcast che invitiamo ad ascoltare ricalca il tema scelto dall'ONU quest'anno, "Water for Peace ", in cui viene evidenziato quanto l'acqua può essere una risorsa capace di portare la pace ma anche essere fonte di conflitti.
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