BiH 2014: Domovina
29 settembre 2014
Emir Suljagić, l'autore di “Cartolina dalla fossa ”, diario dell'assedio e caduta di Srebrenica tradotto e pubblicato in Italia dall'editore Beit, è il candidato del Fronte democratico alla presidenza della Bosnia Erzegovina, per il seggio bosgnacco.
Il suo partito, nato da una scissione del partito socialdemocratico (SDP), non ha connotazioni etniche ed è guidato da Željko Komšić, attuale presidente del paese per i croato bosniaci. Obiettivo del Fronte democratico è quello di occupare le posizioni dei socialdemocratici raccogliendo voti anche tra quanti, delusi dagli altri partiti che hanno governato insieme all'SDP in questi anni, potrebbero essere tentati dall'astensione.
L'obiettivo principale di Suljagić, tuttavia, come da lui dichiarato in una recente intervista , non riguarda la corsa presidenziale ma la Republika Srpska (RS), la parte del paese a maggioranza serbo bosniaca dove lui è nato e da cui è stato espulso nel luglio di 19 anni fa, salvandosi la vita solo per essere stato dipendente delle Nazioni Unite.
Suljagić è infatti uno dei leader della coalizione Domovina, un'alleanza di partiti che cerca di attrarre i voti di tutte le minoranze non serbe che sono rimaste o che oggi sono ritornate a vivere nella RS. La formazione della coalizione nasce dal successo ottenuto da Suljagić e dal movimento Primo Marzo nel convincere i bosniaco musulmani di Srebrenica a registrarsi in quella città alle recenti amministrative (2012), ottenendo la sconfitta del candidato sindaco serbo.
Domovina [patria], che raggruppa 7 partiti tra cui, oltre al DF, anche SDA, SBB, Stranka za BiH e HSP, non ha evidentemente alcuna possibilità di vincere le elezioni nella RS. Lo scenario politico dell'entità a maggioranza serba è infatti dominato dal partito dell'attuale presidente, Milorad Dodik, (SNSD) che cerca di difendere le proprie posizioni dall'agguerrita concorrenza del partito democratico serbo, SDS, oggi in coalizione con PDP, NDP e altre formazioni minori.
Se però, come previsto da alcuni analisti, la corsa tra SNSD e SDS dovesse concludersi sul filo di lana, con una vittoria di piccolo scarto, il ruolo di Domovina come ago della bilancia diventerebbe cruciale.
Questo potrebbe anche significare, per Suljagić e i suoi alleati, entrare in coalizione con l'SDS, il partito al potere quando avvenne il genocidio a Srebrenica, o con l'SNSD, il partito che a più riprese ha minacciato di proclamare l'indipendenza della RS e la fine della Bosnia Erzegovina. Uno scenario che potrebbe aprire la strada a compromessi inediti per la politica locale.