Manifesti elettorali a Sarajevo (foto D. Kurić)

Manifesti elettorali a Sarajevo (foto D. Kurić)

Domenica 6 ottobre si terranno le elezioni comunali in Bosnia Erzegovina. Finora la campagna elettorale, come di consueto, è stata contrassegnata da irregolarità, vaghe promesse e opportunismo politico. Annunciata anche qualche novità

26/09/2024 -  Darko Kurić Sarajevo

Con le ultime modifiche della legge elettorale della Bosnia Erzegovina, introdotte nel marzo di quest’anno dall’Alto rappresentante Christian Schmidt attraverso il cosiddetto "pacchetto per il rafforzamento dell’integrità delle elezioni", si sono creati i presupposti giuridici per l’utilizzo delle nuove tecnologie nel processo elettorale in BiH. Tecnologie che sono ormai uno standard in molti paesi democratici.

I nuovi meccanismi saranno testati per la prima volta alle imminenti elezioni amministrative, in un numero limitato di seggi, attraverso l’attuazione di alcuni progetti pilota sostenuti da vari donatori.

Tra le procedure previste ci sono l’autenticazione e l’identificazione degli elettori, la trasmissione tempestiva dei plichi dai seggi alla Commissione elettorale della BiH (CIK), la scansione e il conteggio automatico delle schede elettorali, la videosorveglianza del processo di scrutinio delle schede.

La CIK e i finanziatori sono ottimisti e prevedono di applicare le nuove tecnologie in tutti i seggi elettorali alle prossime elezioni generali in programma nel 2026. Tuttavia, parte dell’opinione pubblica è scettica sulla possibilità di realizzare questo traguardo a causa del clima politico che regna nel paese, ma anche, e soprattutto, per il fatto che – come sottolineano gli analisti – molti leader politici in BiH vorrebbero evitare un processo elettorale più trasparente.

Violazioni della normativa e sanzioni

Anche questa tornata elettorale, come quelle precedenti, è segnata da numerose irregolarità e violazioni delle norme in materia elettorale. Nei mesi scorsi la CIK è intervenuta diverse volte, sanzionando alcuni attori politici per la violazione della normativa, in particolare per il mancato rispetto del divieto di fare propaganda prima dell’avvio ufficiale della campagna elettorale.

Questa è una delle nuove norme introdotte dall’Alto rappresentante all’inizio di quest’anno. Solo la scorsa settimana, la CIK ha sanzionato sei attori politici per propaganda elettorale anticipata e abuso delle risorse pubbliche per un importo complessivo di 39mila marchi (poco meno di 20mila euro).

Ad oggi la coalizione delle organizzazioni non governative “Pod lupom” [Sotto la lente], che si occupa del monitoraggio delle elezioni, ha sporto 265 denunce alla CIK. Sulla base di queste denunce sono stati sanzionati 51 soggetti per un importo complessivo di 86.300 marchi (circa 44mila euro) e 32 componenti dei seggi elettorali sono stati rimossi dai loro incarichi.

In due mesi di monitoraggio, sono stati individuati 42 attori politici che hanno violato la normativa elettorale. Si tratta perlopiù di grandi partiti, tra cui l’Unione dei socialdemocratici indipendenti (SNSD), il Partito socialdemocratico (SDS), il Partito di azione democratica (SDA), l’Unione democratica croata della BiH (HDZ BiH), il Partito del progresso democratico (PDP).

La coalizione “Pod lupom” è particolarmente preoccupata per le pressioni subite dagli elettori. Dei 33 casi registrati, la maggior parte riguarda il voto di scambio. In alcuni casi, sono state esercitate pressioni sui dipendenti pubblici per convincerli a votare determinati partiti politici.

Numerose irregolarità riguardano poi la composizione dei seggi elettorali, problema annoso su cui è intervenuto anche l’Alto rappresentante in BiH con il nuovo pacchetto di modifiche della normativa elettorale.

Ad agosto Transparency International BiH, grazie alle segnalazioni fatte dai cittadini, ha registrato numerosi casi di cittadini che si sono candidati a presidente di seggi elettorali pur essendo membri, attivisti, ex candidati o funzionari dei partiti politici. Queste candidature sono in contrasto con la legge elettorale della BiH e rischiano di compromettere l’integrità del processo elettorale e la fiducia dei cittadini nelle elezioni.

Promesse e messaggi vaghi

Durante la campagna elettorale, come ormai consuetudine, si parla poco di questioni che toccano direttamente la popolazione (infrastrutture, politiche giovanili, servizi pubblici, etc.) e di soluzioni che dovrebbero far parte dei programmi elettorali dei candidati.

A prevalere è la retorica della minaccia e della difesa del popolo (da presunti nemici interni o esterni, traditori, membri dei partiti avversari e simili). Dall’inizio della campagna elettorale sono state registrate numerose minacce, insulti, imprecazioni. In alcuni casi sono dovuti intervenire i vigili del fuoco , la polizia e l'ambulanza . Con l’avanzare della campagna elettorale, secondo gli analisti, l’offensiva dei partiti politici diventerà sempre più aggressiva, con colpi bassi e attacchi personali.

Il coinvolgimento dell’esercito e lo scontro con Dodik

Secondo la decisione del ministro della Difesa della BiH del 17 settembre, per la prima volta nella storia della Bosnia Erzegovina post-Dayton, il materiale elettorale per le imminenti elezioni locali sarà trasportato con veicoli delle forze armate della BiH.

La CIK si è rivolta al ministero della Difesa per chiedere aiuto dopo che due gare d’appalto per i servizi di trasporto erano fallite. La legge prevede che nella distribuzione del materiale elettorale venga coinvolta anche la polizia, che con ogni probabilità sorveglierà il trasporto del materiale elettorale affidato alle forze armate.

Le elezioni locali del 6 ottobre si terranno secondo la legge elettorale della BiH che si applica sull’intero territorio dello stato, quindi in entrambe le entità (la Federazione BiH e la Republika Srpska) e nel distretto di Brčko.

In precedenza, la leadership della Republika Srpska aveva annunciato che le elezioni in questa entità si sarebbero svolte secondo la nuova legge elettorale della RS. Tuttavia, giovedì 19 settembre la Corte costituzionale della BiH ha dichiarato incostituzionale e ha annullato la legge elettorale della Republika Srpska approvata all’inizio di quest’anno dalla leadership guidata da Milorad Dodik.

Motivando la sua decisione, la Corte costituzionale ha spiegato che con la controversa legge si è cercato di trasferire alla Republika Srpska alcuni poteri dello stato. La legge elettorale della Bosnia Erzegovina – come sottolineato dalla Corte – è frutto delle decisioni delle istituzioni dello stato ed entrambe le entità costitutive della BiH sono obbligate a rispettarla.

Nelle sue prime reazioni alla decisione della Corte Dodik, presidente della Republika Srpska, ha affermato che la legge elettorale della RS verrà comunque applicata avendo superato il vaglio della Corte costituzionale della RS.

Dodik, per l’ennesima volta, si è scagliato contro la Corte costituzionale della BiH, definendola un’istituzione politica e monca.

Un quadro politico variegato

Quanto alle alleanze pre-elettorali, prevale l’opportunismo politico. Non c’è una tendenza generale, ogni comune può essere osservato come una realtà a sé stante per quanto riguarda le rivalità politiche.

Capita che i partner di coalizione di lunga data – a prescindere dal fatto che provengano dalla FBiH o dalla RS, che siano al governo o all’opposizione – in alcuni comuni si sostengano a vicenda e in altri abbiano candidati avversari. Gli attori politici contrapposti a livello statale e a quello delle entità possono stringere forti alleanze a livello locale, e viceversa.

Alle elezioni del 6 ottobre parteciperanno 296 soggetti politici (110 partiti, 58 coalizioni, 76 candidati indipendenti, 43 rappresentanti indipendenti delle minoranze nazionali e nove liste indipendenti) per un totale di 26.089 candidati. Sono 3.400.204 i cittadini bosniaco-erzegovesi iscritti alle liste elettorali che saranno chiamati a votare.

In questa tornata elettorale, gli attori politici, per la prima volta, sono tenuti a presentare un rapporto sulle spese sostenute per la campagna elettorale tre giorni prima del voto. Poi la CIK, tre giorni dopo le elezioni, dovrà presentare all’opinione pubblica i rapporti ricevuti. Le risorse destinate al finanziamento della campagna elettorale possono essere ricevute e spese solo tramite un conto corrente appositamente predisposto.


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