Il libro #Žene BiH [Donne della Bosnia Erzegovina], realizzato da Amila Hrustić Batovanja, Hatidža Gušić e Masha Durkalić, raccoglie oltre 50 biografie illustrate di donne bosniaco-erzegovesi che hanno spostato i confini della libertà femminile, scrivendo nuove pagine della storia della Bosnia Erzegovina
(Originariamente pubblicato da Phralipen, voce della minoranza rom in Croazia )
“Questo libro – si legge nell’introduzione – è dedicato alle prime artiste, scrittrici, operatrici umanitarie, eroine popolari, scienziate, musiciste, dottoresse, attiviste, professoresse e altre straordinarie donne bosniaco-erzegovesi. Abbiamo intrapreso questo progetto spinte dal desiderio di contribuire alla visibilità delle donne bosniaco-erzegovesi e di incoraggiare simili iniziative educative. Il libro #Žene BiH rende omaggio alle donne che hanno deciso di studiare in un’epoca in cui alle donne veniva impedito di farlo; alle donne che sono state (e sono tuttora) ambasciatrici dell’arte e della cultura bosniaco-erzegovese nel mondo; alle donne che hanno lottato per i diritti femminili all’epoca in cui le donne non godevano di alcun diritto; alle donne che hanno perso la vita combattendo contro il fascismo; alle donne che hanno raggiunto un successo mondiale nel proprio campo di attività e a tutte quelle donne che hanno rappresentato, e rappresentano tuttora, una delle più preziose risorse della Bosnia Erzegovina”.
Sfogliando questo libro ci si imbatte spesso in informazioni che non è possibile trovare né su Internet né nei libri di testo. Così scopriamo la storia di Staka Skenderova, operatrice sociale, scrittrice e insegnante di Sarajevo che nell’ottobre 1858 aprì la prima scuola per ragazze in Bosnia Erzegovina e che, insieme alla sua amica Miss Irby, era impegnata nel promuovere l’istruzione femminile. Vi troviamo anche la storia di Vesna Ljubić, la prima donna regista in Bosnia Erzegovina; poi quella di Žarana Papić, sociologa, antropologa, professoressa e pioniera del movimento femminista in Jugoslavia; quella di Bisera Alikadić, la prima scrittrice impegnata nella promozione della letteratura femminile in Bosnia Erzegovina. Continuano a susseguirsi i nomi di donne meritevoli, così leggiamo di Fatima Mušić Manojlović, la prima donna pilota in Bosnia Erzegovina; di Bahrija Nuri Hadžić, cantante lirica sarajevese di fama mondiale; Ševala Zildžić Iblizović, la prima donna musulmana laureata in medicina in Bosnia Erzegovina; Vera Šnajder, scienziata, matematica e la prima donna a ricoprire l’incarico di preside di una facoltà in Bosnia Erzegovina, e nell’intera Jugoslavia. Il libro contiene anche le biografie di alcune grandi donne del nostro tempo, tra cui Amira Medunjanin, Šejla Kamerić, Zilka Spahić Šiljak, Jasmila Žbanić e Selma Spahić.
“Non ci sono molte informazioni su queste donne, né su Internet né in altre fonti. Ce ne siamo rese conto dopo una prima ricerca, durante la quale abbiamo cercato di raccogliere alcune informazioni di base su queste donne. Allora abbiamo deciso di adottare una strategia di ricerca che consisteva letteralmente nel bussare a tutte le porte: abbiamo rovesciato ogni pietra, abbiamo chiamato tutti i numeri possibili, siamo andate ovunque, abbiamo contattato le donne che sono ancora vive e gli amici e i familiari di quelle che non sono più tra noi, ci siamo anche recate nei cimiteri per verificare le date di nascita e di morte. Questa è stata la fase più lunga del progetto e ha richiesto il maggior impegno di tempo e di energia. Abbiamo investito molto tempo nel fact-checking, perché in una situazione così difficile, di fronte ai dati non sistematizzati, volevamo essere sicure che le informazioni di cui eravamo entrate in possesso fossero vere. Crediamo che siano vere, ma siamo sempre disponibili ad aggiornarle e correggerle”, racconta Masha Durkalić, una delle autrici del libro, aggiungendo che la parte più impegnativa del progetto è stata proprio la ricerca di informazioni.
“Ci aspettavamo che sarebbe stata una grande sfida, vista l’assenza delle donne nella storiografia bosniaco-erzegovese, ma non ci aspettavamo che ci fossero così poche informazioni disponibili e che i dati fossero così mal sistematizzati e non adeguatamente verificati. Ci siamo rese conto che la storia delle donne a tutt’oggi resta ancora invisibile, già solo per il fatto che non è così facilmente disponibile come la storia degli uomini. È su questo punto che dobbiamo intervenire, come società, e capire che la storia fatta dalle donne deve essere riconosciuta e documentata, al pari di quella degli uomini”, spiega Durkalić.
Per quanto riguarda i criteri che le autrici hanno seguito nella scelta delle donne da includere nel libro, Masha Durkalić precisa che le donne sono state scelte innanzitutto sulla base del loro ruolo pionieristico nella società.
“Quasi tutte le donne incluse nel libro sono state pioniere nel proprio campo. Quindi, le prime artiste, registe, attrici, insegnanti, operatrici sociali, scienziate, etc. Inoltre, abbiamo voluto dare spazio anche alle donne che hanno combattuto nella Seconda guerra mondiale, alle partigiane che hanno lottato contro il fascismo, fianco a fianco con i partigiani, e hanno perso la vita in quella lotta. Infine, abbiamo incluso nel libro anche alcune donne contemporanee che oggi stanno creando una nuova storia, stanno scrivendo nuove pagine di storia, e con il loro impegno stanno rovesciando la visione patriarcale della società, lottando contro il patriarcato e per l’uguaglianza di genere. Precisiamo sempre che la scelta delle donne da includere nel libro è stata una scelta soggettiva e molto personale. Si tratta di donne che ci hanno ispirato, e ci sembrava doveroso omaggiarle con un libro come questo. Ci sono molte altre donne che hanno meritato di essere incluse in questo libro, e speriamo che in futuro avremo l’occasione di rendere un omaggio anche a queste donne”.
Con l’approssimarsi della Giornata internazionale delle donne molte organizzazioni in tutto il mondo stanno organizzando diverse iniziative per celebrare questa importante ricorrenza. Alcune di queste iniziative dureranno per l’intero mese di marzo, come ad esempio una campagna lanciata recentemente per la raccolta di informazioni sulle strade intitolate a donne nei paesi dell’UE. Abbiamo chiesto a Masha Durkalić quante strade, piazze e scuole in Bosnia Erzegovina sono intitolate a donne.
“Non esistono dati precisi e sistematizzati al riguardo, questo è un altro problema che abbiamo dovuto affrontare. La ricerca dei luoghi pubblici intitolati a donne in Bosnia Erzegovina richiederebbe l’avvio di un progetto a sé stante; sarebbe un’impresa molto impegnativa perché molte strade e altri spazi pubblici hanno cambiato nome nel corso della storia per rispondere alle circostanze politiche del momento. Per quanto riguarda le donne incluse nel nostro libro, siamo riuscite a trovare informazioni sulle poche strade in Bosnia Erzegovina dedicate ad alcune di queste donne. Sappiamo che nel cantone di Sarajevo, su un totale di 1300 strade, solo 18 sono intitolate a donne. Questo è un dato davvero sconfortante, ed è assolutamente necessario cambiare questo stato di cose, intitolando più strade a donne che hanno meritato di essere ricordate, al pari degli uomini”.
Infine, abbiamo toccato il tema delle donne rom che hanno lasciato un’impronta importante nella società bosniaco-erzegovese, ma che, a causa dell’impossibilità di reperire informazioni sufficienti, non sono state incluse nel libro: “Durante la realizzazione di questo libro ci siamo imbattute in molti ostacoli, tra cui la mancanza di risorse adeguate che ci avrebbero permesso di dedicare più tempo a tutti gli aspetti dei contributi portati dalle donne bosniaco-erzegovesi, comprese le donne rom che hanno dato e continuano a dare un contributo alla società. Tra queste donne pioniere c’è anche Hedina Tahirović Sijerčić; conoscevamo già da tempo il suo lavoro, ritenendolo stimolante. In Bosnia Erzegovina la comunità rom è ancora oggi marginalizzata e le donne rom sono doppiamente discriminate. Speriamo che avremo l’occasione di scoprire qualcosa di più sulle donne rom, e intanto cerchiamo di raccogliere quante più informazioni possibili sul contributo delle donne rom. Pertanto invitiamo tutti coloro che dispongono di informazioni interessanti sulle donne meritevoli, a prescindere dalla comunità a cui appartengono, a condividerle con noi”.
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