E' morto Zdravko Grebo, intellettuale antinazionalista

29 gennaio 2019

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Oggi a Sarajevo è morto all’età di 71 anni Zdravko Grebo, intellettuale punto di riferimento fin dagli anni ‘90 dell’opposizione ai nazionalismi che portarono la ex Jugoslavia alla dissoluzione violenta. Docente di diritto all'Università di giurisprudenza di Sarajevo, nel 2002 fu uno dei primi firmatari dell’appello di Osservatorio Balcani “L’Europa oltre i confini”.

Zdravko Grebo, Media Center Belgrade CC

Zdravko Grebo (Media Center Belgrade CC )

La notizia della morte di Zdravko Grebo, data dai media bosniaci questa mattina, è stata immediatamente accompagnata da commenti e ricordi di tantissime persone, tra intellettuali, giornalisti, attivisti locali come di altri paesi confinanti, in memoria di una persona che con le sue lotte e la sua posizione antinazionalista assunta fin dal 1990 ha lasciato il segno.

Nato a Mostar il 30 luglio del 1947, si è laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Sarajevo e poi ha conseguito il dottorato all’Università di Belgrado. Nel 1992 ha fondato a Sarajevo – in pieno assedio - Radio Zid (Radio Muro). Attraverso le onde della radio, 24 ore su 24 è stata raccontata la vita quotidiana dei cittadini, è stata data voce alle critiche ad ogni forma di nazionalismo e alla resistenza, anche culturale, della città. “Scoppiata la guerra, recisi i collegamenti postali e telefonici tra le diverse repubbliche, vengono messi a punto nuovi strumenti di informazione e di contatto, veicoli di cultura antimilitarista, antinazionalista... - scrive Marco Abram, ricercatore di OBCT - fu soprattutto la radio, tradizionale mezzo di comunicazione alternativo, a rappresentare lo strumento più sfruttato ed efficace… come Radio Zid”.

Una delle iniziative che Grebo, assieme alla rete che ruotava attorno a Radio Zid, ha realizzato a Sarajevo in guerra e che gli allora giovani della città non hanno mai dimenticato, è stata l'organizzazione del concerto "Radio Zid - Rock Under The Siege " il 14 gennaio del 1995 al quale parteciparono centinaia di giovani, nonostante l'assedio e poi, nel 1996, la realizzazione del CD sul concerto .

Nel 1993, lo European Rectors Club (CRE) ha conferito a Grebo il premio “For peace, and against racism and xenophobia” e nel 1994 ha ottenuto il prestigioso premio “The Franklin Four Freedoms Award-medal ”. Ha poi fondato la casa editrice Zid, è stato membro dell’Executive board dei Corpi civili di Pace della Bosnia, membro del CDRSEE (Center for Democracy and Reconciliation in Southeast Europe); ha fondato l’Helsinki Citizens' Assembly e l'Open Society Foundation di BiH; è stato direttore del Center for Interdisciplinary Postgraduate Studies di Sarajevo e presidente dell’ERMA (European Regional Master's Programme in Democracy and Human Rights in South East Europe).

Fin dagli anni ‘90, molte delle realtà del movimento di solidarietà italiano con le popolazioni della ex Jugoslavia hanno avuto modo di conoscerlo e di incontrarlo nelle diverse iniziative organizzate in Italia o nei territori dei Balcani. Tra queste l’appello “L’Europa oltre i confini ” per un'integrazione rapida, certa e sostenibile dei Balcani nell'Unione europea, di cui Zdravko fu uno dei prim firmatari e che Osservatorio ha presentato a Sarajevo il 6 aprile del 2002 in presenza dell’allora presidente della Commissione europea, Romano Prodi.

A distanza di 15 anni da quell'appello la Bosnia Erzegovina è ancora molto lontana dal processo di integrazione europea. Come ha dichiarato lo stesso Zdravko Grebo in una delle sue ultime interviste televisive (Face Tv ): "In base a tutte le statistiche noi siamo il paese più povero d'Europa, lo dimostrano i fatti. Le persone vivono al limite della soglia della povertà mentre il 20% della popolazione nella povertà assoluta. (...). Una delle possibilità di cambiamento è che le diverse anime della sinistra, il blocco civile, i leader indipendenti manifestino, facciano insurrezione insieme... perché, pensando alle manifestazioni del 2014, è dimostrato essere una delle poche vie per la lotta contro usurpatori ed estremisti nazionalisti".