Il Consiglio nazionale giovanile della Serbia (KOMS) ha pubblicato nelle scorse settimane il suo consueto sondaggio annuale sui giovani in Serbia. Dall'indagine, condotta tra aprile e maggio 2024, emerge che il 49% degli intervistati intende lasciare il paese.
Mercoledì 10 aprile il Parlamento europeo ha approvato i testi legislativi che riformano la politica europea sulla migrazione e l'asilo. Il Nuovo Patto viene considerato da attivisti e organizzazioni che si occupano di migrazione come una pagina buia e vergognosa della politica europea dell’asilo, nonché il fallimento della solidarietà europea.
Oggi, a Sarajevo, Banja Luka, Mostar, Tuzla, Gradačac, Zenica Lukavac e Bijeljina, cittadine e cittadini scenderanno in piazza a protestare e dire “Basta!” ai femminicidi, alla violenza sulle donne e sulle minori, e chiedere alle istituzioni misure concrete a tutela delle vittime.
Il 29 maggio di trent'anni fa Agostino Zanotti era parte del gruppo di volontari pacifisti partiti da Brescia con un convoglio di aiuti umanitari verso Zavidovići in Bosnia centrale. Vennero assaliti da una banda militare nei pressi di Gornji Vakuf. Tre di loro, Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni, vennero uccisi, Agostino Zanotti e Christian Penocchio si salvarono scappando nei boschi. L'eccidio non ha però fermato la volontà di proseguire senza interruzioni la cooperazione tra i due territori italiano e bosniaco, come dimostra il prossimo viaggio ufficiale.
È morta a Tuzla, all'età di 69 anni, Irfanka Pašagić tenace attivista e neuropsichiatra impegnata ad aiutare donne, uomini e bambini fin dal 1992 allo scoppio della guerra in Bosnia Erzegovina.
La rete di donne "Nisam tražila" (Non me la sono cercata) nata nei Balcani a seguito della denuncia di violenza sessuale da parte dell’attrice Milena Radulović a carico di un suo ex docente, Miroslav Aleksić, oggi pomeriggio scenderà in piazza in diverse città della Bosnia Erzegovina, dopo l’ennesimo femminicidio, al grido di "Naš bol je vaš sram".
Il Nobel per la Pace è stato assegnato quest'anno all’attivista dissidente bielorusso Ales Bialiatski, all’organizzazione per i diritti umani russa "Memorial" e all’associazione per i diritti umani ucraina "Center for Civil Liberties".
Il 22 agosto il consiglio municipale di Tuzla ha votato per assegnare ad Alexander Langer la cittadinanza onoraria post-mortem e ha proposto di dedicare spazio alla memoria del suo impegno per la pace, nell’ambito della iniziative relative agli anni 1992-1995.
Dal 1991 le Donne in Nero di Belgrado sono state, e continuano ad essere, minacciate da fascisti, ex paramilitari, leader politici come Vojislav Šešelj, condannato per crimini di guerra nel 2018 dal Tribunale dell'Aja. Sotto attacco perché attive contro la guerra, perché denunciano i crimini perpetrati e la mancanza di giustizia per le vittime civili. Contro l’emarginazione delle minoranze e ogni violazione dei diritti umani, le Donne in Nero hanno organizzato in trent’anni più di 2.500 proteste.
A ridosso dell’anniversario del genocidio di Srebrenica, avvenuto l'11 luglio del 1995, si svolgono due serate piemontesi a sostegno della Cooperativa agricola “Insieme” di Bratunac. Una cooperativa che con i suoi "frutti di pace", e grazie al lavoro degli ultimi vent'anni, ha ricostruito ciò che la guerra aveva lacerato.
L'organizzazione femminista e antimilitarista "Donne in Nero" di Belgrado, dall'inizio dei conflitti di dissoluzione della Jugoslavia rappresenta una delle più coraggiose e importanti voci della società civile della Serbia. Con un comunicato stampa denuncia l'ennesimo attacco subito pochi giorni fa per mano di ignoti.
Si inaugura domani a Sarajevo la mostra “Wake up, Europe! Support and solidarity mobilizations with Bosnia and Herzegovina and its citizens, 1992-1995” dedicata alla mobilitazione europea di solidarietà per la Bosnia Erzegovina durante gli anni Novanta. Si tratta di un progetto promosso dal Museo storico della Bosnia Erzegovina e da Memory Lab, con il supporto dell’Istituto Francese della Bosnia Erzegovina, dell’Istituto Goethe della Bosnia Erzegovina e del Fondo culturale franco-tedesco.
“Sono arrivati stamattina alle sette i primi cittadini afghani che attendevamo da giorni. Sono 121 e li abbiamo trasferiti in strutture alberghiere a Durazzo”. Così ci informa Bruno Prifti, coordinatore in Albania dell’organizzazione italiana Vento di Terra, dopo giorni di attesa snervante.
Con un appello pubblicato sulla propria pagina Facebook, Info Kolpa - iniziativa della società civile con sede a Lubiana e uno dei membri principali del Border Violence Monitoring Network - si unisce ai tanti appelli internazionali e chiede al governo di concedere subito la protezione internazionale ai profughi afghani.
La mobilitazione di solidarietà per le popolazioni durante le guerre jugoslave, in Italia e in Europa, fu un fenomeno ampio, partecipato, estremamente variegato e per alcuni versi molto complesso.
“V come Vendetta”? No, “V come Vagina”. Questo il titolo di un libro illustrato di educazione sessuale recentemente pubblicato in Bulgaria e diretto principalmente a ragazze e giovani donne. Una pubblicazione che non è passata inosservata, provocando reazioni discordanti ed (ri)accendendo un dibattito che - nel paese - resta scomodo.
L'incendio che ha devastato il campo migranti di Moria, sull'isola di Lesbo, nella notte tra lunedì e martedì, ha riportato drammaticamente alla luce il fallimento della politica migratoria dell'Unione europea.
Per un malore improvviso è morto martedì scorso Massimo Bonfatti, fondatore dell’organizzazione di volontariato Mondo in Cammino che dal 2005 si adopera per la riconciliazione interetnica nel Caucaso del Nord e per le battaglie anti-nucleari dopo la tragedia di Chernobyl.
Il 31 maggio 1992 le autorità serbo-bosniache di Prijedor imposero ai cittadini non-serbi di portare al braccio una fascia bianca. In migliaia vennero poi rinchiusi nei lager, più di 3 mila uccisi.
Sulla pista di atterraggio dell’aeroporto di Sarajevo ieri è arrivato un carico donato dall’Italia di 200 maschere, quelle da sub della Decathlon trasformate in respiratori ad uso ospedaliero per il contrasto al coronavirus, grazie anche un’intervista a Silvia Maraone, che coordina i progetti di IPSIA e Caritas lungo la rotta balcanica, andata in onda su Radio Bullets.
Bergamo e Kakanj, città a 45 km a nord ovest di Sarajevo, sono state legate da un intenso rapporto di cooperazione tra comunità fin dai tempi del conflitto e durato per anni. Un ponte solidale che non è mai stato dimenticato e che ha spinto il sindaco di Kakanj a inviare una lettera di sostegno alla città lombarda colpita pesantemente dalla pandemia Covid-19.
“Klinac iz geta”, il ragazzo del ghetto, è il titolo della canzone scritta da David Dragičević e che ha accompagnato tutte le manifestazioni di protesta di chi chiedeva giustizia per la sua uccisione. La famiglia ha deciso di riesumarne il corpo e di portarlo via dalla Bosnia Erzegovina per seppellirlo in Austria.
Oggi a Sarajevo è morto all’età di 71 anni Zdravko Grebo, intellettuale punto di riferimento fin dagli anni ‘90 dell’opposizione ai nazionalismi che portarono la ex Jugoslavia alla dissoluzione violenta. Docente di diritto all'Università di giurisprudenza di Sarajevo, nel 2002 fu uno dei primi firmatari dell’appello di Osservatorio Balcani “L’Europa oltre i confini”.
Hatidža Mehmedović, la presidente dell'associazione "Udruženja Majke Srebrenice" (Associazione delle Madri di Srebrenica) è morta domenica 22 luglio dopo una lunga malattia. Hatidža, che nel genocidio di Srebrenica ha perso il marito, due figli, il fratello e altri familiari, è tornata lì a vivere nel 2003 e con l'associazione fondata con altre donne come lei, ha lottato senza sosta.
Kruščica è un villaggio nei pressi di Vitez, in Bosnia Erzegovina, attraversato dall’omonimo fiume. Il corso d’acqua, cruciale per l’approvvigionamento idrico delle città limitrofe di Zenica e Vitez, doveva diventare un’area naturale protetta, ma le cose non sono andate così.
Anche noi di OBCT sentiremo la mancanza di Alessandro Leogrande. Non lo abbiamo conosciuto di persona, ma abbiamo conosciuto la generosità della sua penna, che in questi anni ha battuto diverse strade. E diverse acque, visto che di fronte alla sua Puglia c'era l'Albania: un paese cui Leogrande era molto legato, e dove era solito ritornare.
Il 31 maggio di cinque anni fa un ragazzo, Emir Hodžić, si legò una fascia bianca al braccio sinistro e si mise da solo in piedi nella piazza principale di Prijedor, per protestare in silenzio contro la decisione delle autorità locali di negare, di nuovo, alle associazioni di vittime civili di guerra della città il diritto a organizzare una commemorazione pubblica in ricordo del 31 maggio di vent'anni prima.
Martedì 2 maggio si è spento a Como, alla soglia degli 83 anni, Don Renzo Scapolo, uno dei numerosi testimoni intervistati nel corso del Progetto Cercavamo la pace. Scapolo fu uno dei principali rappresentanti della mobilitazione di solidarietà di ispirazione cattolica durante le guerre jugoslave.