Incidenti a Mostar per la partita Croazia-Turchia agli europei 2008. La città si divide nuovamente lungo la linea del Bulevar, la polizia interviene in forze per evitare gli scontri. La cronaca del nostro corrispondente

23/06/2008 -  Dario Terzić Mostar

I titoli dei giornali facevano paura: "Mostar blindata", "Mostar assediata dalla polizia". Siamo nel giugno del 2008, non nel dopoguerra... Ma di cosa si tratta? Di nuovo scontri tra croati e bosgnacchi (bosniaco musulmani). Problemi con il famoso processo di riconciliazione o altro? Sì, si tratta di altro. Lo sanno tutti, si tratta di Euro 2008, della partita Croazia-Turchia. Da Sarajevo sono arrivati centinaia di poliziotti ben preparati e armati. C'è lo stato di allerta. Si attendono disordini.

Una persona che conosca anche solo un pochino la recente storia di Mostar si perderà per l'ennesima volta: ma cosa c'entra Mostar con la partita Croazia-Turchia? Eh sì, è un po' difficile da spiegare. Ma possiamo provarci.

Da quando è finita la guerra tra croati e musulmani nel 1994, Mostar ha avuto periodi molto difficili. Il ritorno dei profughi, l'amministrazione divisa... Grazie anche al sostegno della comunità internazionale, col tempo la situazione diventava più tranquilla, e la vita in città più sicura. Ma Mostar in realtà non è mai stata riunita. Due città vivono una accanto all'altra: Mostar est, a maggioranza musulmana, e Mostar ovest, a maggioranza croata. La gente si è abituata a questo strano stato di tregua. Ma rimangono i momenti di rischio. Questi momenti sono quasi sempre legati alle partite di calcio. Soprattutto al derby fra le due squadre di Mostar, il Velež (est) e lo Zrinski (ovest).

Ogni volta ci sono disordini, vetri spaccati sul Bulevar, la via che (non) unisce le due parti, spari dappertutto, feriti... Niente di strano, dirà qualcuno, capita sempre, anche nella capitale italiana quando si scontrano Lazio e Roma. Sono quindi i tradizionali "malintesi" tra due squadre di calcio. Sì, solo che a Mostar riappare anche quell'elemento etnico... La situazione è questa quando si tratta del campionato nazionale. Quando poi c'è di mezzo un campionato internazionale, cambia tutto.

La parte ovest della città segue con grande entusiasmo tutte le partite della nazionale croata, i cosiddetti "Vatreni" (Focosi). E le segue in modo poco raffinato. Mentre in Croazia le partite vengono seguite in modo tranquillo, dignitoso, senza pistole e fucili, nella zona croata della Bosnia Erzegovina succede di tutto. I tifosi assomigliano sempre più a bande di giovani delinquenti che non hanno rispetto per nessuno. In Bosnia c'è un proverbio: "Essere cattolici più del Papa". La stessa cosa vale anche in questo caso: per passare come "veri croati", i tifosi oltrepassano ogni limite.

Invece di celebrare le partite della "propria" nazionale in modo civile, spesso si finisce con grandi provocazioni dirette verso l'altra parte. Quindi si va sul Bulevar, nella zona di nessuno, e si comincia a "festeggiare" lì, davanti agli occhi della popolazione musulmana.

A Mostar ricordano ancora i pesanti scontri avvenuti due anni fa, dopo la partita dei mondiali tra Croazia e Brasile. I tifosi croati durante una manifestazione molto aggressiva sono arrivati fino al Bulevar. E' finita con spari, scontri con gli abitanti della Mostar musulmana, con la polizia, vetri spaccati. Nel rapporto della polizia, poco intelligente, c'era scritto che "si trattava di scontri tra i tifosi della Croazia e quelli del Brasile".

Quella giornata era stata terribile per Mostar, ma era anche stata una lezione. Forse solo lì, molti hanno capito che la storia della convivenza e unificazione di Mostar era solo un'illusione. Almeno, quel giorno si è visto quanto odio e rabbia ci sono ancora in questa città. Si è capito che Mostar aveva solo rimosso le vecchie paure e incertezze, e che la guarigione era ancora molto lontana.

E così, anche Euro 2008 ha portato nella Mostar croata un nuova ondata di entusiasmo. Mentre questa parte della città era diventata una grande scacchiera biancorossa (come la bandiera croata), dalla parte musulmana, almeno nei primi giorni del campionato, si viveva in modo normalissimo.

Dato che la nazionale della Bosnia Erzegovina non era riuscita a qualificarsi per gli europei, qui non c'era grande euforia. E' vero che alcune partite sono state seguite con più interesse, come quella tra Turchia e Repubblica Ceca, quando in alcuni bar di Mostar est si sono viste sventolare bandiere turche. Poi uno si chiede: "Come mai le bandiere turche? Cosa c'entrano i mostarini con la Turchia?" La solidarietà e la fratellanza musulmana, direbbe qualcuno. Un sentimento che c'è, e che c'è sempre stato, ma mai esagerato. Ma il peggio arriva con la notizia che la Turchia affronterà la Croazia. E' lì che inizia l'inferno. E non si capisce più qual è la cosa più importante: che vinca la Turchia, oppure che perda la Croazia. Così molti, nella parte musulmana, stanchi delle provocazioni dei tifosi croati, per dispetto hanno cominciato a fare il tifo per l'avversario della nazionale croata.

Per evitare la brutta situazione di due anni fa, dopo la partita Brasile-Croazia, a Mostar si è fatto di tutto per assicurare la massima sicurezza per i cittadini e ridurre i rischi di scontro. La polizia questa volta era pronta a fare il proprio dovere. E l'ha fatto. Per fortuna, infatti, i disordini sono stati messi sotto controllo, e i tifosi non sono riusciti a passare da una parte all'altra della città. E' tutto finito con sporadici scontri tra tifosi e polizia.

I Vatreni, dopo la sconfitta croata, hanno cercato di scaricare la loro rabbia sui poliziotti nel centro della Mostar croata. Dalla parte est, la polizia ha reagito dopo alcune bottiglie lanciate verso di loro dai bar della piazza centrale (Musala).

E poi, finalmente, un sospiro di sollievo per i mostarini. E' finita. La squadra croata è stata eliminata, e quindi i loro tifosi si ritireranno in casa per seguire le partite degli altri. I tifosi della Turchia, almeno così si pensa, non dovrebbero creare altri problemi. A loro basta che agli europei non ci sia più la Croazia.

Fra qualche giorno, anche Euro 2008 finirà. E Mostar tornerà alla sua vita normale. Qualunque cosa sia, questa normalità.


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