Il gruppo di ricerca del progetto “Bosnia Erzegovina: costituzione e integrazioni europee”, finanziato dai fondi CEI KEP Italy e coordinato dall’Università di Milano-Bicocca, il 20 novembre ha presentato a Sarajevo, presso il Museo di Storia, la pubblicazione Cittadini, Costituzione, Europa: Glossario dei concetti costituzionali essenziali della BiH. L’evento è stato organizzato dal Rettorato dell’Università di Sarajevo in cooperazione con l’Ambasciata d’Italia della stessa città
(Originariamente pubblicato da BNews il 29 novembre 2023)
Oltre all’Università di Milano-Bicocca, il progetto coinvolge alcune istituzioni italiane - l’Università di Trento, il centro Eurac Research di Bolzano e l’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa - e quattro università della Bosnia Erzegovina: Sarajevo, Sarajevo Est, Banja Luka e Mostar. Non solo, partecipano al network anche esperti, docenti e ricercatori provenienti da altre università europee.
Tatjana Sekulić, coordinatrice del progetto e docente di Sociologia dei fenomeni politici di Milano-Bicocca, ci aiuta a cogliere il valore scientifico del glossario che contiene le spiegazioni e le interpretazioni di 35 concetti fondamentali della Costituzione della Bosnia Erzegovina.
Come sintetizzare, professoressa, l’obiettivo di questa pubblicazione dalla dimensione internazionale?
Nel libro si parla di libertà e diritti, di cittadinanza, di democrazia, di assetto governativo e di distribuzione del potere. Abbiamo voluto proporre una riflessione intorno a una serie di principi generali con un significato universale, per poi calarli nella realtà specifica della Bosnia Erzegovina il cui attuale assetto costituzionale deriva dagli accordi di pace di Dayton del 1995. Dopo aver presentato domanda di adesione all'Unione europea nel 2016, la Bosnia Erzegovina ha ottenuto lo status di paese candidato nel 2022, a condizione che il paese adotti una serie di misure e riforme. Il dibattito sull’assetto istituzionale e costituzionale e sul suo cambiamento è quindi aperto.
Non proponiamo soluzioni ma piuttosto una cassetta degli attrezzi. Con questo libro abbiamo pensato di fornire degli strumenti concettuali, spiegati in modo chiaro e semplice, su temi basilari relativi alla Costituzione, per supportare e alimentare un confronto civico, oltre la comunità accademica, che riesca ad includere i cittadini della Bosnia Erzegovina, comprese le generazioni più giovani, nella discussione sulla Costituzione. Il glossario risulta utile ai giornalisti, al personale diplomatico, alle organizzazioni non governative che operano a vario titolo nel territorio. In generale può rappresentare un punto di riferimento per gli studenti e per chiunque sia interessato ad approfondire il sistema costituzionale della Bosnia Erzegovina. Si tratta di una pubblicazione open access che può essere consultata sul sito dell’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa.
Dal punto di vista metodologico quale strada avete scelto?
Un percorso partecipativo. Ciascun soggetto del network ha avuto la possibilità di proporre fino a 10 temi da analizzare; in una fase successiva molti punti sono stati aggregati per sovrapposizione e analogia. Il consenso è stato così raggiunto sulla selezione di 35 concetti fondamentali da inserire nel glossario.
Abbiamo inoltre convenuto che ognuno di questi concetti avrebbe dovuto essere trattato da almeno due autori: il primo ha scritto la sua versione che è stata poi discussa e tradotta col secondo autore e con quelli eventualmente successivi. Un processo di comprensione profonda fino alla versione finale.
Questa metodologia ci ha avvicinato gli uni agli altri in maniera significativa e abbiamo imparato a mettere in discussione le nostre idee, facendo spazio alle interpretazioni altrui; in genere le posizioni si sono avvicinate ma dove non si è trovato un completo accordo abbiamo deciso di mantenere ed esporre i differenti punti di vista. Questo è il senso del confronto, anche accademico, che svolge un ruolo importante alla base del dibattito costituzionale e normativo.
Ritengo che la scelta metodologica adottata abbia generato un valore e un contributo rilevanti.
Si è reso necessario un approfondimento anche di natura linguistica?
Senza dubbio dal punto di vista linguistico è stato portato avanti un lavoro accurato di approfondimento e traduzione; la ricchezza culturale di questo paese si esprime anche nella pluralità linguistica, da considerare come un bene da preservare. Il riconoscimento delle differenze linguistiche è stato un principio guida nella redazione del glossario. Il bosniaco, il serbo e il croato sono lingue molto vicine ma che ovviamente presentano le proprie peculiarità. Il libro contiene anche alcuni brani in alfabeto cirillico e la versione integrale in inglese.
I risultati raggiunti sono suscettibili di ulteriori sviluppi futuri?
Il progetto è stato avviato nel 2021 e si concluderà a fine anno. Stiamo lavorando, con tutto il team internazionale, su un’altra pubblicazione che vedrà il coinvolgimento di giovani ricercatori anche in veste di autori; si tratterà quindi di una raccolta di saggi che presenterà un taglio più accademico rispetto al volume recentemente presentato.
Guardando al futuro, ci auguriamo di avere la disponibilità del finanziamento necessario alla prosecuzione del percorso svolto fino ad oggi; esistono margini ampi per lo sviluppo di ulteriori attività di ricerca e l’ampliamento del progetto complessivo.
I curatori del Glossario sono i professori Maja Sahadžiċ (Università di Utrecht), Damir Banoviċ (Università di Sarajevo), Dražen Barbariċ (Università di Mostar) e Goran Markoviċ (Università di Sarajevo Est). Il libro è stato pubblicato dall'Università di Sarajevo - Facoltà di Giurisprudenza Press.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Bosnia Erzegovina, la costituzione e l'integrazione europea. Una piattaforma accademica per discutere le opzioni” sostenuto dalla Central European Initiative (CEI). La CEI non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina dedicata al progetto
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